Carlo e Licia

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giovedì 22 dicembre 2022

Licia Collobi: “Zanobi Strozzi pittore”, con due appendici.

Almeno su internet un solido pittore quale è stato Zanobi Strozzi risulta veramente poco presente, con preferenze evidenti per l'attività di miniatore. Le voci di primo accesso, come quella desolante di Wikipedia, dovute ad un solo estensore ignaro della qualità dei precedenti critici, oppure quella Treccani – online, telegrafica – sono decisamente carenti.

Ignorare i precedenti critici validi, considerandoli (nei casi citati e in altri non pochi) “archeologici”, anche se risalenti a meno di un secolo fa, è metodologicamente errato, specialmente se ciò avviene senza dibattito filologico e critico, sia pur semplificato ai dati essenziali.

I modesti interventi successivi non sono né esaurienti né autorevoli, anche nel recente caso di chi si è attribuito il ruolo di essere “tra le massime autorità in materia”.

Perciò mi sembra che la nostra riproposta degli studi di Licia Collobi Ragghianti su Zanobi Strozzi pittore (pubblicato su “La Critica d'Arte”, III s., a. VIII, n.6, 1 marzo 1950 e a. IX, n.1, maggio 1950) non solo

rimangono basilari per affrontare le problematiche inerenti, ma colmano un vuoto formativo e di accessibilità mediatica più che utile, necessario.

Nove anni dopo (n.36, nov.-dic. 1959) la pubblicazione su Zanobi Strozzi, nell'apposita sezione della medesima rivista (Biblioteca) recensì Z.S. Reconsidered, studio di M. Levi d'Ancona, intitolando il proprio intervento Considerazioni su Z.S. “riconsiderato”.

Questo scritto inevitabilmente, data l'impostazione aggressiva e fuorviante della ricerca della Levi d'Ancona, risulta garbatamente ma decisamente polemico, suscitando un artefatto scandalo da parte della ben nota fazione antipatizzante i coniugi Ragghianti.

Nel fascicolo di “SeleArte” n.79 (gen.-mar. 1965, p.14) sezione Mostre d'Arte Italiana, da Licia Collobi viene riportata la notizia d'una importante vendita di un'opera dell'Angelico, di cui la predella era invece da assegnare al pennello di Zanobi Strozzi.

F.R. (26 novembre 2022)

sabato 17 dicembre 2022

Arte Moderna in Italia 1915-1935 - Carlo L. Ragghianti, 17. MELLI


Post precedenti:

1. 30 dicembre 2017
Presentazione di Carlo L. Ragghianti.
Criteri del Catalogo, Bibliografia generale. Comitato d'onore; Comitato esecutivo; Comitato tecnico; Comitato di consulenza nazionale; Consiglio A.T.T. di Firenze; Consiglio de “La Strozzina”;  organizzatori percorso museografico; segreterie; fornitori dell'esposizione.
2. 31 dicembre 2017
Criteri assegnazione schede critiche; criteri per la consultazione del Catalogo e quelli distintivi di questa rievocazione.
Artisti: ALCIATI, Nino BARTOLETTI, Pasquarosa BARTOLETTI, BIASI, BONZAGNI, BOSIA, BUCCI, CHECCHI, COSTETTI, FERRO.
3. 28 febbraio 2018
Artisti: GALIZZI, GEMITO, GRAZIOSI, Piero MARUSSIG, OPPI, PENAGINI, PRENCIPE, SPADINI, WILDT.
4. 25 marzo 2018
Artisti: BACCI, DUDREVILLE, GOLA, MAGRI, PARESCE, RAMBELLI, BARTOLI NATINGUERRA, GUIDI.
5. 15 aprile 2018
Artisti: BARTOLINI.
6. 4 maggio 2018
Artisti: SAVINIO, TROMBADORI, MONACHESI, FONTANA, MUNARI, FRANCALANCIA.
7. 3 luglio 2018
Artisti: FURLOTTI, METELLI, BARBIERI, BROGGINI, CAGLI, CAPOGROSSI.
8.
Artisti: CESETTI, FAZZINI, GENNI WEIGMANN, GENTILINI, GUTTUSO.
9. 16 settembre 2018
Artisti: Edita e Mario BROGLIO.
10.  20 novembre 2018 (1 parte), 5 dicembre 2018 (2 parte).
Artisti: LEVI, MAFAI, RAPHAEL MAFAI.
11. 28 dicembre 2018.
Artisti: Quinto MARTINI, MANZU'.
12. 21 gennaio 2019.
Artisti: MUCCHI, SASSU.
13.  16 luglio 2020.
Artisti: BOCCIONI.
17. 17 dicembre 2022.
Artisti: MELLI
21. 8 agosto 2022.
Artisti: DE CHIRICO

lunedì 12 dicembre 2022

“Altichiero e Jacopo Avanzi” di Gian Lorenzo Mellini, 1. I. Il libro; II. Cronistoria critica.

Questo voluminoso libro (pp. 124 di testo, 24 tavole a colori, 352 illustrazioni in nero fuori testo) stampato dalle Edizioni di Comunità nell'aprile 1965 è il settimo della prestigiosa collana “Studi e Documenti”, curata dall'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università di Pisa diretta da Carlo L. Ragghianti.

Questa serie della quale sono stati recensiti alcuni titoli in questo blog (quali Desiderio da Settignano di Ida Cardellini, 24 dicembre 2020; Andrea del Sarto di Raffaele Monti, 11 aprile 2021; Giotto architetto di Decio Gioseffi, 15 ottobre 2017; nonché alcune estrapolazioni dal Mondrian e l'arte del XX secolo di Carlo L. Ragghianti) è stata una importante iniziativa di mio padre, ostacolata e interrotta dall'ostilità sorniona, ipocrita e ben dissimulata di Olivettiani, dei quali cito soltanto coloro di cui non ho dubbi in proposito: Renzi Zorzi, Giorgio Soavi, il pittore e grafico Egidio Bonfante. Salamelecchi di fronte, atti e calunnie alle spalle.

Il presente post, che illustra la fatica pluriennale di Gian Lorenzo Mellini, è esposto in due puntate. Questa prima postazione comprende due sezioni: I. Il libro; II. Cronistoria critica; la seconda parte, programmata per il 12 gennaio 2023, comprende altre due sezioni: III. Scritti di C.L. Ragghianti; IV. “Contestare necesse”, che tratta, con documenti, della querelle – che sottolinea il tratto caratteriale di G.L. Mellini circa la nota e notevole sua suscettibilità in difesa del proprio ego criticato – espressa nell'articolo di “Critica d'Arte” n.99, pp.4-8, 1968.

Mi siano poi consentite una postuma critica professionale circa la confezione del libro ed un piccolo rilievo redazionale. Il volume era edito in una collana, collaudata, che si può definire “di lusso” o anche libro strenna. Devo quindi rilevare la grave sciatteria nella realizzazione tecnica della legatura cartonata in conseguenza della quale il pesante volume – quasi totalmente stampato in carta patinata – era collegato alla cartonatura soltanto da risvolto cartaceo di modesta grammatura. Così, dopo poche aperture del libro, la carta via via si logorava e strappava, e il libro si trovava diviso dalla copertina, anche perché la costola era attaccata con un velo di colla di scadente qualità. Ciò è potuto accadere soltanto per palese e grave imperizia tecnica oppure ( il che sarebbe molto grave) per corruzione tangenziale lucrando sul preventivo stabilito.

L'altro inconveniente è di tipo redazionale e si verifica a p.1: nell'occhiello in alto “storia dell'arte” è scritto con tutte minuscole; nell'occhiello in basso è scritto con iniziali maiuscole (Storia dell'Arte). Quisquilie forse, però inaccettabili in una edizione costosa e di prestigio.


I. Il libro.

mercoledì 7 dicembre 2022

Ventennale dalla morte di Gian Lorenzo Mellini.



Riscontrando la corrispondenza intercorsa tra me e Gian Lorenzo Mellini, conte Bezzi, come scoprii senza sorpresa dal suo "centiloquio” del 1991 (Petra Mala), e ritrovando il necrologio della sua precoce dipartita, vedo che questa avvenne il 7 dicembre 2002. Sono quindi passati venti anni esatti da quel triste accadimento, col quale cessava la mia sincera amicizia nei suoi confronti e veniva a mancare uno degli studiosi più acuti e originali della sua generazione.

Certamente Gian Lorenzo è stato tra le personalità di maggior spicco della “scuola” e dell'entourage pisano di studiosi e “scholari” di Carlo L. Ragghianti. Per di più, conseguenza non scontata egli non l'ha mai tradito, perché affrontava gli eventuali dissensi di ordine metodologico o accademico a viso aperto, senza infringimenti ipocriti; e pagandone coraggiosamente le ripercussioni negative.

Come amico leale sento il dovere di ricordarlo ancora una volta, perché a lui si pensi non solo con un fugace ricordo ma valutandone il giusto merito nell'ambito della storia dell'arte.

Rimando al post del 23 luglio 2021 (Arte in Italia 1915-1935 – Critici: Mellini, n.28) nel quale ho tracciato il rapporto intrecciato tra di noi, soprattutto nell'Ufficio de La Torre del Gallo quali redattori di Arte in Italia (editore Casini). Nel presente post, invece, propongo quattro sezioni dell'attività e della personalità dello studioso veronese.



Non riporterò il carteggio tra di noi, non tanto perché contenesse talora epiteti forti e “sconvenienti”, quanto perché ritengo ancora prematuro diffondere giudizi su persone ormai defunte per lo più o tutt'ora miserabilmente esistenti.


1. Tratteggio per sommi capi (i dettagli si possono riscontrare per lo più nel carteggio presso l'Archivio di Lucca e nel “controcanto” - talora un po' tendenzioso – che ne fa G.L.M. nel cit. Petra Mala) una sorta di cronistoria dell'attività di Gian Lorenzo Mellini collegata a quelle del maestro Carlo L. Ragghianti.

Cominciando dagli studi sul Boschini (1961), passando a questioni veronesi (“Architetti Verona”) e a rapporto di entrambi con Licisco Magagnato. Seguono varie “raccomandazioni” per incarichi “eduli” intorno al 1966; redazione di “Critica d'Arte” discutibile: “però quel lavoro di editing si rivelò di scarso interesse” (effettivamente – devo con mestizia rilevarlo – per G.L.M. l'umiltà era un valore praticamente ignorato). Nel 1968: Concorso Università di Chieti e relative segnalazioni (Pallucchini, Grassi, Argan, Bettini); quindi incarico a Genova, burrascoso; poi, 1969, incarico a Magistero di Firenze (Spini, Barbieri); quindi – 1970 – Concorso Università di Messina, del quale sussiste, e sotto riporto, il giudizio scritto da C.L.R.:




Esempio della vis polemica di G.L.M. (che io ho, sia chiaro, ammirato, essendo presente alla telefonata) è la lettera del 11 aprile 1969 con la quale egli relaziona C.L.R.

della rottura con l'editore inadempiente Gherardo Casini. La riproduco qui di seguito:

lunedì 5 dicembre 2022

Errata corrige 11 agosto 2022

 Attenzione! 

Al post dell'11 agosto 2022 "Il C.T.L.N. e l'Italia - Liberazione di Firenze" è stato aggiunto un "errata corrige".

giovedì 1 dicembre 2022

{bacheca} Sempiterna Italia, 11. Questione morale.

             Sono trascorsi quarantuno anni e sei mesi, ancora e sempre "Questione Morale"!

            Vergogna.