Con questo rievocativo secondo post della storica, sorprendente, cruciale Mostra fiorentina in un Palazzo Strozzi interamente gremito dal sottotetto al cortile del piano terreno con oltre 2000 qualificati dipinti e sculture, iniziamo a pubblicare le schede di quegli artisti la cui presentazione fu redatta da Carlo L. Ragghianti. Essi compariranno rispettando la sequenza del Catalogo accorpando, però le suddivisioni cronologiche di quei maestri dei quali si ritenne necessario distinguere le successive peculiarità espressive.
Anzitutto un
chiarimento sui criteri di assegnazione della compilazione delle
“schede” di ogni artista al suo interprete critico. La Mostra
ideata da R. fu realizzata con l'ausilio di un Comitato tecnico e di
un Comitato Nazionale di consulenza (vedi il primo post della serie
comparso il 30.12.2017) tra i cui membri furono distribuiti anche i
compiti di provvedere alla presentazione degli artisti, tenendo conto
delle specifiche competenze e mediando tra le richieste singolari. Di
conseguenza le schede oggetto di questa serie di post – cioè
quelle assegnate alla penna di C.L.R. e quelle firmate “redazione”,
ma compilate da mio padre con l'ausilio di Raffaele Monti in
determinate “voci” – sono anche il risultato di una evocazione
a sé di artisti per il lavoro dei quali Ragghianti aveva una
particolare competenza, oppure una qualche speciale attenzione o
curiosità, una personale problematica da risolvere. Ne risulta una
scelta piuttosto ampia ed esauriente nonostante – dato il carattere
collegiale delle riunioni – Ragghianti abbia dovuto rinunciare a
scrivere, in favore di colleghi specialisti o insistenti
sollecitatori, su alcuni maestri a lui cari o su artisti per i quali
aveva già o stava elaborando approfondimenti e chiarimenti.
Le schede
“redazionali”, che saranno qui riproposte dopo quelle firmate
C.L.R., hanno alcune particolari situazioni: in qualche caso fu una
supplenza a inadempienza improvvisa, in altri fu mancanza di
“volontaria” richiesta per competenza specialistica, in altri
casi ancora – riconosciuta l'importanza dell'artista e la sua
dignità di essere rappresentato – si dovette provvedere con
urgenza, anche estrema come nel caso di una scheda dettata direttamente al proto della tipografia. Non mi sento di escludere che ci sia tra questi artisti anche qualche caso sottratto salomonicamente a “litigiosità” professionali. Di alcuni Maestri integriamo la scheda originale con altre illustrazioni e documenti, oppure con brevi commenti. Per altri artisti sui quali C.L.R. ha altre volte scritto in precedenza o successivamente al 1966
riportiamo questi testi configurando un post su di un singolo autore,
specialmente quando il materiale è tutto o quasi tutto coerente con
la cronologia della Mostra.
Un'avvertenza:
nel Catalogo 1967 le didascalie delle opere sono elencate tutte a
parte in apposita sezione, mentre nelle schede compare soltanto il
numero di riferimento sotto ogni illustrazione. Noi abbiamo riunito
le didascalie al testo e alle relative illustrazioni. Dato però che
nel Catalogo non sono riprodotte tutte le oltre duemila opere
esposte, ci saranno schede in cui le didascalie elencate sono più
numerose delle illustrazioni presenti. C'è poi il fatto che le
riproduzioni a colori nel Catalogo sono tutte riunite in apposite
sezioni, mentre noi le uniamo alla scheda, quando possibile. Comunque
non abbiamo tolto le didascalie in eccedenza perché esse documentano
le presenza di una determinata opera in un contesto storiografico di
riferimento importante e prestigioso, come fu questa esposizione Arte
Moderna in Italia 1915-1935.
In questo
secondo post compaiono artisti radicati nell'800 ma ancora attivi e
innovativi perlomeno durante e dopo la Prima Guerra Mondiale. Si
tratta di Evangelina Alciati, Nino Bartoletti, Pasquarosa Bartoletti
Marcelli, Giuseppe Biasi, Aroldo Bonzagni, Agostino Bosia, Anselmo
Bucci, Arturo Checchi, Giovanni Costetti, Cesare Ferro.
Per gli
altri artisti iniziali, che si susseguono in Catalogo in ordine
alfabetico come Edita Broglio, Felice Casorati, Primo Conti e
Ferruccio Ferrazzi (tutti distribuiti in Catalogo in almeno due
sezioni della Mostra) sono previsti appositi “post” monografici
che pubblicheremo successivamente dopo averli integrati con scritti,
documenti, illustrazioni pertinenti che Carlo L. Ragghianti ha loro
dedicato nella sua instancabile e assidua attività di storico
dell'arte.
In questo
gruppo iniziale di artisti in Catalogo compaiono anche Maestri come
Amedeo Bocchi, Giovanni Boldini, Guido Cadorin e Nicola D'Antino di
cui Ragghianti, pur avendo di loro scritto o con loro scambiato
corrispondenze anche cospicue e significative, dovette concedere la
compilazione delle schede ad altri studiosi. Di essi “a Dio
piacendo” – come diceva il compianto contadino marciallese
gestore del nostro campo attorno a Villa la Costa, Strambi Mario
(aveva fatto il militare in guerra come infermiere!) – ci
occuperemo in appositi interventi.
(F.R.)