Carlo e Licia

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giovedì 24 agosto 2023

Licia Collobi Ragghianti: Opere del Museo Nazionale di Atene, 1.

In luogo del consueto testo redazionale, come presentazione di questa notevole impresa scientifica di Licia Collobi Ragghianti apponiamo la recensione coeva di Simone Viani (1948-1988, sul quale si vedono in questo blog i post del 2 novembre 2018 e del 25 settembre 2020) pubblicata in precedenza su "Critica d'Arte" (n.166-168, 1979; rubrica "seleArte", II serie, n.22, pp.239,240). Sotto a questa precisazione

riproponiamo il risvolto di copertina del volume (Musei del Mondo: Museo Archeologico Nazionale di Atene, edizione italiana di Mondadori, Milano 1979) sul quale l'autrice pubblicò questa catalogazione critica. Ciò può risultare utile ad un inquadramento delle opere indagate in una coedizione internazionale (concepita e realizzata della redazione veronese dell'editore e diretta da Carlo L. Ragghianti) che ebbe notevolissimo riscontro di lettori. 

venerdì 18 agosto 2023

Telemaco Signorini e un "Primi Passi" di Diego Martelli

 


Diego Martelli (1839-1896) è stato un letterato e critico d'arte, nonché mecenate e collezionista molto ritrattato. Si distinse per la considerazione precoce e il sostegno al cosiddetto "Impressionismo". Contemporaneamente interpretò lo spirito critico e l'innovativo impegno di un gruppo di artisti prevalentemente toscani dediti a dipingere con peculiarità che furono definite "macchiaiole". Il termine sembra sia stato coniato da Telemaco Signorini.

Un po' per sminuire la pomposità di Martelli, si potrebbe comparare il suo operato con i Macchiaioli a quello di Achille Bonito Oliva con la "Transavanguardia".

Il coinvolgimento di Martelli in questo post dipende dall'aver scritto l'opera giovanile, edita nel 1871, intitolata Primi Passi. Fisime letterarie, nella quale coinvolse Telemaco Signorini (1835-1901) che in quel periodo stava sperimentando la "tecnica dell'incisione (sia acquaforte che puntasecca)". E qui riporto da un catalogo Gonnelli la specificazione che: "è in questi anni che si inaugura la felice collaborazione con Diego Martelli, con il quale fondò il Gazzettino delle arti e del disegno (1867) e il Giornale artistico (1873) e per il quale poi illustrò anche le Fornicazioni di Fra Mazzapicchio. I rami originali dei Primi passi sono stati biffati e donati dagli eredi dell'artista al comune di Firenze; si trovano attualmente presso la Galleria d'arte moderna fiorentina".




D'altra parte non voglio indagare sul contenuto letterario del libro di Martelli (per altro certamente letto, e con attenzione, dal giovane Carlo L. Ragghianti) perché esso esula da quanto preso in considerazione in questo post: l'opera incisoria di Telemaco Signorini, con alcuni documenti inerenti.

Quindi non è soltanto per segnalare "la raccolta complessa, anch'essa coeva delle quindici (su 18) acqueforti realizzate per illustrare il libro di Martelli Primi Passi: della stupefacente abilità incisoria di Signorini quest'ultimi documenti rappresentano un aspetto poco noto, che contribuisce ad accrescere la già riconosciuta originalità della sua opera grafica", come osserva Giuliano Matteucci, gallerista e critico, amico e coautore di Raffaele Monti, nella presentazione – che riproduciamo integralmente insieme alla parte del Catalogo concernente queste 15 incisioni.

Ma anche e soprattutto l'insistere su questo libretto, di dimensioni modeste, però prezioso tesoro inconsueto e un po' bizzarro, è conseguenza del fatto che esso è stato tramandato nella famiglia Ragghianti da quando fu regalato dal bisnonno Carlo Ludovico al maschio primogenito Francesco (n.1877) perché egli manifestò la vocazione per le arti, che in seguito lo rese diplomato all'Accademia di Livorno in Architettura, cioè all'incirca dal 1890.



martedì 15 agosto 2023

Non abbiate paura di disobbedire

Discutibili per certi comportamenti contestatorii, i giovani di Ultima Generazione sono comunque portatori di un vitale messaggio di verità. E' certo che, se continuiamo a comportarci con sufficienza o disinteresse della drastica crisi climatica planetaria, la sopravvivenza della specie uomo su questo minuscolo pianeta di un modesto sistema solare non solo sarà degradata di qualità, ma potrebbe addirittura portare ad una totale estinzione. I dinosauri si estinsero per motivi climatici naturali, mentre l'attuale

situazione è stata creata da comportamenti lesivi della parte umana più ricca e tecnologica della terra.

Pubblicato quasi tre mesi fa su T.P.I., questo manifesto mi sembra condivisibile e utile per riflessioni implicanti il futuro perciò – presumendo di fare cosa grata ai promotori – lo posto in questo blog nel giorno simbolicamente più caldo dell'anno.

F.R. (15 agosto 2023)

venerdì 11 agosto 2023

Resistenza in lucchesia. Un articolo (1950), un libro (1965).

Nella storia toscana l'11 agosto 1944 rappresenta la Liberazione di Firenze operata dai partigiani, poi coadiuvati dai soldati Alleati. Essendo capoluogo della Regione, questo dato si può considerare simbolicamente come quello della liberazione dell'intera Toscana. Anche se in realtà i combattimenti lungo la Linea Gotica terminarono nel 1945 poco prima della resa tedesca e fascista del 25 aprile.

Il proseguimento della guerra coinvolse in particolar modo la lucchesia del nord coinvolta nell'aspra lotta dal mare a Marzabotto in Emilia, dal pistoiese e da Castiglion de' Pepoli alla Futa.

I due testi portanti riprodotti in questa sede sono di Carlo L. Ragghianti. Quello a Prefazione del libro rappresenta un'importante testimonianza della sua levatura morale e del suo senso di responsabilità nei confronti della vita e della morte del suo prossimo.


1. L'articolo - Si tratta di una lettera "ufficiale" che C.L.R. indirizzò al settimanale "Il Mondo" (18 marzo 1950), una delle poche voci laiche e democratiche della nostra Gran Pretagna postbellica, nella quale l'opposizione comunista e dei caudatari socialisti inneggiava a Stalin e a uno pseudo-socialismo coatto dei paesi dell'est, che salvo la Cechia, non erano esenti da pesanti regimi reazionari e fascistoidi, compreso un pezzo di Ucraina già allora con Bandera complice inneggiante del nazionalsocialismo hitleriano.

In questo articolo C.L.R. sottolinea l'ambigua manovra di normalizzazione dell'operato del traditore Maresciallo (che dovrebbe esser designato con la parola in rima: sciacallo) d'Italia Rodolfo Graziani, già genocida in Etiopia e fondatore e comandante dell'esercito della Repubblica Sociale fascista di Salò.

In particolare si sottolineano le "bugie" militari fasciste espresse nel processo in corso riguardanti il fronte toscano di Garfagnana, devastata con l'attiva partecipazione dei fascisti all'oppressione della popolazione civile, eroicamente unanime nel sostegno ai partigiani.

Riproduco anche due documenti: il primo è un anonimo articolo del 24 novembre 1948 da "Il Gazzettino" di Venezia, nel quale è riportata la testimonianza di Dante Livio Bianco, nella quale si dimostra nel sesquipedale processo a Graziani la responsabilità di costui per le atrocità operate in Piemonte.

Di triste odierno significato è il dover riprodurre l'articolo comparso su "Il Fatto quotidiano" (10 giugno 2022) nel quale – 70 anni dopo questo processo che non assolse né condannò veramente l'imputato – si ricorda che a Affile esiste un Mausoleo dedicato a Graziani per iniziativa di un sindaco confermato "nonostante le condanne per apologia di reato". L'autore del bel pezzo giornalistico è Alessandro Robecchi (n.1960), scrittore del quale la nostra famiglia è lettrice

con diletto dei libri pubblicati da Sellerio e al contempo della rubrica sul giornale diretto da Marco Travaglio. Lo scritto titola e termina con l'amara frase, dati i tempi, che bisogna "porre fine a una vergogna nazionale". Temo, per non dire sono sicuro, che ciò non avverrà e che questo orripilante Mausoleo rimarrà e sarà ufficialmente omaggiato da neofascisti e collusi, nonché dalla pletora di voltagabbana in corsa verso il vincitore come le tartarughine verso il mare del potere cleptocratico e oscurantista.


2. Il libro – Si tratta di un interessante esperimento editoriale, in quanto praticamente sono ben fusi due aspetti di solito distinti: un'antologia di racconti di autori (noti e meno noti, però tutti legati all'esperienza bellica) e una ampia sezione di cronache storiche riguardanti l'attività partigiana nelle varie zone della lucchesia.

Dei testi letterari e di quelli storici riporto soltanto il racconto di Manlio Concogni (1916-2015), perché si riferisce all'infame eccidio di S. Anna e perché l'autore è stato implicato in varie vicissitudini ragghiantiane, compresa la sorpresa – negativa – della sua senile conversione. Personalmente di lui ricordo in particolare il piacere della lettura del suo libro garibaldino edito da Vallecchi ed il dispiacere d'aver egli retto il bordone a Cesare Garboli, il quale per legami di parrocchia livida nei confronti di C.L.R. pretestualmente mi negò la possibilità di editare una importante monografia sul pittore Mario Marcucci.

Il libro è prefato da Carlo L. Ragghianti con un testo centrato su "vita, morte, conoscenza" (titolo che utilizzerà per altre riflessioni analoghe), argomenti e riflessioni che illuminano la statura umana e morale dell'autore, il quale analizza anche la propria esperienza e responsabilità di vita e di morte in pagine esemplari prima e durante la Resistenza, la quale è stata "un periodo nel quale, pur vivendo ed agendo secondo le esigenze e le regole dell'esistenza per la lotta, molti intimamente s'erano consegnati; e soltanto così avevano trovato una serenità quasi inalterabile, seppure melanconica ed a tratti triste e dolente, una calma che ovviamente veniva scambiata per coraggio o spirito di aggressione".

Riproduco, infine, una selezione di illustrazioni eseguite per il libro da Fausto Maria Liberatore (1922-2004). Questo pittore lucchese è stato contiguo stilisticamente a Serafino Beconi (1925-1997 animatore culturale, ammirevole per l'iniziativa della rivista "Sinopia"), meno fortunato nel mercato del diverso e troppo osannato Antonio Possenti (1933-2016), valido rappresentante di un realismo convinto ma non aggressivo. Noto che l'anno scorso è passato inosservato il centenario dalla nascita di questo onesto e robusto pittore, di conseguenza gli rendo omaggio riproducendo i 21 disegni che egli donò alla Fondazione Ragghianti di Lucca.

F.R. (27 luglio 2023)



1. L'articolo

lunedì 7 agosto 2023

Disegno della Liberazione, 3 - Politica e guerra di Liberazione in un giornale clandestino

Sommario


p. 97 Il socialismo del partito d'azione

p.104 La politica sindacale del Partito d'Azione

p.108 Una questione morale

p.111 L'avvenire del Governo Badoglio

p.113 Il Congresso di Bari

p.116 La crisi di aprile a Salerno

p.125 L'uccisione di Gentile

p.128 Sviluppi della crisi di Aprile

p.137 Proletariato e ceti medi

p.139 Alla vigilia dell'insurrezione di Firenze

p.147 Conclusione


Note

1 – Una lotta nel suo corso (p.262); 2 – Movimento Giustizia e Libertà (p.263); 3 – Partito del lavoro (p.263); 4 – Alla guerra (p.264); 5 – Criminalità fascista a Firenze (p.264); 6 – (p.264); 7 – (p.264); 8 – Anna Maria Enriques Agnoletti (p.265); 9 – Attività militare (p.265); 10 – C.T.L.N. (p.265); 11 – Rapporti con Alleati (p.265); 12 – Su Giovanni Gentile (p.266); 13 – Cronache locali (p.269); 14 – Criminalità fascista (p.269); 15 – Seeber, Radio Co.Ra (p.270); 18 – Polemiche tra i partiti con forze armate organizzate (p.271); 19 – Ringraziamento ad Achille Bellani (p.271).

mercoledì 2 agosto 2023

Salvemini: in “Criterio”; in Ragghianti 11.10.1961; in Filomena Fantarella; in Andrea Becherucci; in un'infamia fascista 1927.

Il caro maestro ed amico Gaetano Salvemini (1873-1957) fu compianto da C.L. Ragghianti su “Criterio” (n.8-9, 1957) ricordandone l'opera e l'impegno civile e morale, deprecando l'ottusità clericale che fece sì che il Paese immediatamente fosse obbligato moralmente a organizzare ed a consegnare alle generazioni attuali e future l'opera di questo grande italiano e Maestro eroico di Libertà.

Sempre nel primo fascicolo di “Criterio” (gen. 1957), rivista di cultura ideata e realizzata da C.L.R., Beniamino Finocchiaro (1923-2003), intellettuale socialista, sindaco di Molfetta dove S. era nato, pubblicò il saggio “L'Unità” di Salvemini (stesso titolo del libro da lui curato per la Biblioteca di Cultura edita da Neri Pozza) nel quale si traccia l'attività pubblicistica di Salvemini dagli esordi della rivista (“L'Unità”, 1911-1920) di cui “oggi colpiscono l'attualità dei temi – oltre alla compiutezza degli interessi – e … la logica della loro impostazione e la validità di alcuni giudizi storici, controfirmati dagli avvenimenti posteriori”. Duole constatare che Finocchiaro in seguito si dedicò alle prebende di Stato – fu anche presidente della RAI – uniformandosi alla massa di giovani promettenti socialisti convertiti all'arrembaggio della casa pubblica.

Franco Rizzo, meridionalista, consigliere del Senato dal 1954 al 1977, è stato professore di Sociologia economica e politica e saggista prolifico i cui libri risultano tuttora in commercio. In questo saggio giovanile Salvemini e il Mezzogiorno nota che “il meridionalismo è presente in ogni pagina, in ogni giudizio, in ogni pensiero di Salvemini, a proposito di qualsiasi argomento riguardasse la vita pubblica e lo Stato Italiano”. Quindi: “Queste nostre note su Salvemini meridionalista, pur non pretendendo in definitiva completezza vogliono...essere note parziali su tutto Salvemini”.

Dopo “Criterio”, a proposito di Salvemini ritengo necessario ricordare la traslazione della salma da Sorrenzo a Firenze con un documento (l'invito che “La Città di Firenze” rivolge alla cittadinanza per la Commemorazione dello storico il 15 ottobre 1961 nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, tenuta da Leo Valiani) e le due lettere di notevole interesse che mio padre inviò rispettivamente a Valiani e ad Enriques Agnoletti. Nella prima C.L.R. ricorda un aspetto di metodo di Salvemini e quindi le tristi vicende della Cittadinanza Onoraria negata da La Pira fin dal 1951; rivendica infine l'antifascismo anteticamente discendente da Carlo Rosselli: il Socialismo liberale.

Anche nella seconda missiva dell'11.10 mio padre ricorda ampiamente la vicenda della Cittadinanza Onoraria di Firenze al Maestro, proseguendo poi con un'esortazione ad Agnoletti (vice Sindaco di Firenze) a contenere la presenza del Sindaco La Pira “risparmiandoci uno dei suoi discorsetti – mimi. C'è il rischio che assicuri, a Salvemini, almeno il purgatorio!”.

Quanto al libro di Filomena Fontarella (Donzelli, 2018), che mi pare sia passato piuttosto inosservato – forse perché l'argomento portante del volume contrasta con la retorica vigente circa Salvemini – merita di essere segnalato tramite questo blog, anche con le parole di Goffredo Fofi (1937), oltre che con la prefazione dello storico Massimo L. Salvadori (1936) autore di libri importanti – talora basilari – anch'essi forse trascurati da chi a “sinistra” dovrebbe sapere, pensare, tramitare. Di questo storico cito soltanto il volume del 1963 (Einaudi) Gaetano Salvemini.

Dal recente libro di Andrea Becherucci Le delusioni della speranza. Carlo L. Ragghianti militante di un'Italia nuova (Biblion edizioni, Milano 2021) ricordo qui soltanto quanto contenuto in due capitoli che riguardano specificatamente i rapporti tra il Maestro pugliese e il giovane seguace toscano. E' ovvio che intendo scrivere un apposito post su questo libro molto accurato nella acribia delle fonti archivistiche che sono sopravvissute ad un'accurata rasatura pelo e contropelo di manine interessate o di appositi “sicari”. Al di là delle polemiche – comunque – sono sempre rimasto sorpreso che nessuno storico di queste vicende – non “partigiano” - della clandestinità e della liberazione di Firenze nonché della Presidenza del C.T.L.N. non abbia considerato e valutato un aspetto eccezionale e dirimente a favore di C.L.R.: egli era praticamente (direi di fatto) l'unico esponente di primo piano del Partito d'Azione a non aver mai avuto la tessera del Partito fascista. Solo nel P.C.I. c'erano esponenti di quella generazione con questo requisito, direi non secondario.

Tornando ai capitoli su Salvemini nel volume di Andrea Becherucci, il primo è intitolato Lettere di C.L.R. a Salvemini con un'Appendice di lettere inedite (pp.55-84). Il secondo capitolo del libro si intitola Per una storia dei rapporti tra Carlo L. Ragghianti e Gaetano Salvemini (pp.145-163).

Scrivo questo periodo perché anche noi figli Ragghianti di circa 13,10,7 anni avemmo un rapporto personale con Salvemini, che forse i fratelli minori nemmeno ricordano. Infatti, quando abitavamo in Viale Petrarca 14, il Maestro ci dedicò un paio d'ore di attenzione a pranzo e dopo in giardino, dimostrandoci in particolare che se andavamo bene a scuola era merito degli insegnanti, altrimenti loro demerito. Portato da Alfredo Righi verso le 10 e mezzo del mattino, Salvemini trascorse con la nostra famiglia l'intera giornata, fino all'imbrunire quando Alfredo lo riportò in taxi a casa sua in Via Sangallo. Ricordo che noi ragazzi fummo dispiaciuti che colui che avevamo eletto a nonno ci lasciasse.

Sempre per non suscitare polemiche ma con pertinenza familiare con Salvemini, racconto in questa sede l'incredibile, increscioso fatto accadutomi, sempre in occasione della traslazione della salma di Salvemini, senza rivelare il nome dell'antagonista. Difatti quando – facendo parte del picchetto d'onore, che trasportava la bara dall'Aula Magna all'ingresso del Rettorato, in quanto figlio di e rappresentate studentesco – fui spintonato e sbattuto contro il muro e sostituito nel trasporto da nota personalità.

Chissà che non esista qualche fotografia sull'episodio che lo dimostri inconfutabilmente presso gli Archivi delle agenzie fotografiche e dei giornali allora operanti a Firenze. I lampi del flash c'erano, lo ricordo perché mi infastidirono gli occhi. Può anche darsi però – dati i precedenti – che i mandanti di sottrattori d'archivio non abbiano anche pensato a questa circostanza e operato di conseguenza.

Concludo riportando una paginetta di minacciosa prosa fascista del 1927 intitolata I successi di Salvemini, esule negli U.S.A., che è bene ricordarlo allora erano abitati da milioni di italo-americani fascisti e di tedeschi filonazisti, i discendenti dei quali – sembrerebbe – oggi risultano tali e quali, come qui in Europa.

F.R. (13 giugno 2023)