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venerdì 18 agosto 2023

Telemaco Signorini e un "Primi Passi" di Diego Martelli

 


Diego Martelli (1839-1896) è stato un letterato e critico d'arte, nonché mecenate e collezionista molto ritrattato. Si distinse per la considerazione precoce e il sostegno al cosiddetto "Impressionismo". Contemporaneamente interpretò lo spirito critico e l'innovativo impegno di un gruppo di artisti prevalentemente toscani dediti a dipingere con peculiarità che furono definite "macchiaiole". Il termine sembra sia stato coniato da Telemaco Signorini.

Un po' per sminuire la pomposità di Martelli, si potrebbe comparare il suo operato con i Macchiaioli a quello di Achille Bonito Oliva con la "Transavanguardia".

Il coinvolgimento di Martelli in questo post dipende dall'aver scritto l'opera giovanile, edita nel 1871, intitolata Primi Passi. Fisime letterarie, nella quale coinvolse Telemaco Signorini (1835-1901) che in quel periodo stava sperimentando la "tecnica dell'incisione (sia acquaforte che puntasecca)". E qui riporto da un catalogo Gonnelli la specificazione che: "è in questi anni che si inaugura la felice collaborazione con Diego Martelli, con il quale fondò il Gazzettino delle arti e del disegno (1867) e il Giornale artistico (1873) e per il quale poi illustrò anche le Fornicazioni di Fra Mazzapicchio. I rami originali dei Primi passi sono stati biffati e donati dagli eredi dell'artista al comune di Firenze; si trovano attualmente presso la Galleria d'arte moderna fiorentina".




D'altra parte non voglio indagare sul contenuto letterario del libro di Martelli (per altro certamente letto, e con attenzione, dal giovane Carlo L. Ragghianti) perché esso esula da quanto preso in considerazione in questo post: l'opera incisoria di Telemaco Signorini, con alcuni documenti inerenti.

Quindi non è soltanto per segnalare "la raccolta complessa, anch'essa coeva delle quindici (su 18) acqueforti realizzate per illustrare il libro di Martelli Primi Passi: della stupefacente abilità incisoria di Signorini quest'ultimi documenti rappresentano un aspetto poco noto, che contribuisce ad accrescere la già riconosciuta originalità della sua opera grafica", come osserva Giuliano Matteucci, gallerista e critico, amico e coautore di Raffaele Monti, nella presentazione – che riproduciamo integralmente insieme alla parte del Catalogo concernente queste 15 incisioni.

Ma anche e soprattutto l'insistere su questo libretto, di dimensioni modeste, però prezioso tesoro inconsueto e un po' bizzarro, è conseguenza del fatto che esso è stato tramandato nella famiglia Ragghianti da quando fu regalato dal bisnonno Carlo Ludovico al maschio primogenito Francesco (n.1877) perché egli manifestò la vocazione per le arti, che in seguito lo rese diplomato all'Accademia di Livorno in Architettura, cioè all'incirca dal 1890.




Il nonno geometra-architetto, piccolo costruttore, passò i Primi Passi al figlio Carlo Ludovico quand'era ancora bambino per età ma enfant prodige primo negli studi, primo nel suonare il violino, primo in teologia durante la sua breve religiosità, curioso delle tecniche pittoriche presso il giovane pittore Alfredo Meschi, dai 14 anni socialista dotto lettore dei classici e delle fonti marxiste (di cui, adulto, rivendicava una lettura attenta a fronte di politici professionisti orecchianti), senza apprezzamento per il leninismo soppressore di libertà.

Lo stato deplorevole del libro (la legatura è completamente sciolta, il testo ma soprattutto le 18 tavole in esso sparse in condizione di conservazione perfette) denota che fosse ragazzo sì, ma consapevole del rispetto che bisogna portare alle opere d'arte.

Carlo Ludovico dovette esulare sedicenne da Lucca – già bastonato, schedato e diffidato – perché bandito dal Partito Fascista. A questo punto svelo un aspetto inedito della vicenda, oggetto di vivaci ricordi col coetaneo Eugenio Luporini durante varie sedute conviviali in famiglia: oltre che sicuramente per "validi" motivi politici, C.L.R. fu bandito anche per un motivo privato. Adolescente assai vivace, oltre che d'intelletto, per trasporto e pratica seduttiva con fanciulle, trescò persino con la figlia della massima autorità fascista della provincia. Cose da ragazzi, ovviamente, però sufficienti a menare qualche scalpore, come di lì a pochi anni quando C.L.R. fu espulso dalla Scuola Normale Superiore di Pisa per avervi introdotto di notte surrettiziamente una giovane donna. Resta il fatto sicuro che dal 1926, C.L.R. non tornò più a Lucca in forma stabile. Oggi le sue ceneri dovrebbero comunque nella sua città trovare il "famoso" eterno riposo.

Quindi Primi Passi per usucapione passò nelle mani – maneggiato non credo più di una volta, quella della realizzazione della sovraccoperta – di zia Erminietta, unica sorella del babbo, e lì restò fino al 1992 quando anche la zia serenamente spirò.

Zia Erminietta, per decisione fraterna, fu l'erede unica del patrimonio modesto ma concreto del nonno; esauritolo con certa leggerezza, le restava la pensione (buona) che le bastava appena. Perciò la zia ricorse alla cessione del proprio appartamento tramite la formula della "nuda proprietà" comprensiva del mobilio con gli arredi pertinenti. Il resto, scarpe e vestiti persino, degli arredi (tappeti, candelabri ecc. ecc.) quadri e...i libri costituì il lascito legale per gli eredi, cioè i quattro nipoti.

Perciò dopo il funerale, e dopo cena (chissà perché) ci recammo in Via degli Artisti dove abitavano la nonna e la zia da una ventina d'anni, cioè dopo aver lasciato l'appartamento loro preparato dal nonno (c.1932) in Via dell'Oriolo angolo Via del Proconsolo. (Lì abitammo con loro clandestini Rosetta ed io dal luglio all'11 agosto del 1944, vedasi il post del 13 aprile 2019). Il trasloco dalla centrale e comoda Via dell'Oriolo alla periferica Via degli Artisti avvenne per necessità: la nonna agli inizi degli anni Sessanta si era rotta il femore e non poteva più salire le scale fino all'ultimo piano con vista "mozzafiato" del Duomo; in Via degli Artisti c'era l'ascensore.

Lì si svolse la macabra, e per certi versi squallida e degradante, cernita ed asportazione dei beni della defunta; la mattina dopo, a La Costa, avvenne l'imbarazzante distribuzione: a me toccarono, tra altre cianfrusaglie, i libri, guarda caso. Un paio di mesi dopo la sorpresa: Primi Passi era un libro di qualche valore, abnorme perché brossura economica in 8° piccolo, però con 18 acqueforti originali, tecnicamente ineccepibili.

In questo post riproduco tutte le illustrazioni del libro: 15 sono tratte dal catalogo Finarte, sono prove di stampa su fogli da passare poi in tipografia per il montaggio; le altre 3 sono prese dal mio esemplare. Oltre le 18 immagini riproduco la sovraccoperta operata dalla zia, lo stato deplorevole della prima di copertina, poi della quarta e la pagina con la firma di appartenenza di nonno Francesco.




Dato il percorso di questi Primi Passi, da almeno 140 anni in famiglia, lo lascerò a mia nipote Irene Marziali. Poi ... sono fatti che non mi riguardano.

Attinenti lo spirito del blog, riproduco la lettera che C.L.R. il 5 febbraio 1955 indirizzò a Marcello Comel (illustre clinico vittima di un clamoroso caso giudiziario, a cui mio padre prestò operoso sostegno). Ricordo anche che C.L.R. inviò analoga missiva a Egon Fischl, l'ultimo contatto che C.L.R. aveva con la sua alimentare parentesi di esperto.

In entrambi i casi si tratta di incisioni provenienti da altro libretto scritto da Diego Martelli, illustrato da Telemaco Signorini: Fornicazioni di Fra Mazzapicchio, Nistri, Pisa 1875. Operetta che dal titolo direi di derivazione del grande pisano Batacchi.

Curiosamente C.L.R. parla di "puntesecche", mentre si tratterebbe di acquaforti. Può darsi, però, che avendole acquistate dal tipografo Nistri o dal libraio Vallerini con lo scopo di regalarle, il babbio abbia riferito quanto dettogli dal venditore, senza indagare ulteriormente.

Riproduco, infine, alcune altre incisioni di Signorini (avvertendo eventuali aspiranti collezionisti che – come nel caso di Fattori – esiste almeno una serie di tirature postuma) quasi tutte della serie Il Mercato Vecchio di Firenze.

Le accompagno con un testo di Piero Bargellini (1897-1980) il quale è stato un celebre poligrafo e scrittore d'arte, volenteroso ma studioso non accademico, e non rigoroso secondo i criteri critici di mio padre. Qui lo ricordo volentieri perché sono stato il suo ultimo collaboratore nella riproposta a dispensa de La Splendida Storia di Firenze. Collaborazione sorprendentemente (da parte mia, sua e dell'editore) cordiale e fattiva fino all'ultima sua lettera che mi scrisse la sera della notte nella quale improvvisamente defunse. Mi sorprende e mi commuove pensare che Bargellini morì a 83 anni, quelli che io ho mentre scrivo queste righe. Nonostante la distanza "siderale" di formazione e di convinzioni mi ricordo e sottolineo che per quanto celebre egli fu un vero signore "alla mano" – con tutti! – cortese e riconoscente.

Concludendo questo percorso, occasionato da Primi Passi, della grafica di Telemaco Signorini, non posso non mostrare una breve antologia di disegni dell'artista. D'altronde nel suo caso la grafica si può definire sorella del disegno, vuoi che venga operata direttamente, vuoi che risulti indirettamente da fogli già tracciati a matita o altrimenti. Sorella non siamese, sia chiaro: disegno e incisione vanno sempre analizzati distinti.

Armando Nocentini – che firma con Piero Bargellini il Catalogo della Mostra presso l'Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, 1968 – in proposito dei disegni sostiene:


Direi, in conclusione, che Telemaco Signorini in Primi Passi, ma anche in generale, soprattutto nel disegno ha un ductus essenziale, nitido, comunque suggestivo.

F.R. (23 giugno 2023)





Disegni di Telemaco Signorini

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