Parrà forse un po'
patetico che un vecchio signore di 78 anni alla vista della scritta
“guerra civile spagnola”, quale sia la circostanza o il contesto
in cui ciò avviene, senta formarsi un groppo in gola e salire agli
occhi lacrime di emozione e dolore. Questa manifestazione non mi
imbarazza, anzi mi inorgoglisce e rassicura di essere ancora una
“costruzione morale” attiva, degna di stare a questo mondo per
testimoniare e lottare per gli eterni valori di Giustizia e Libertà.
Perciò, allestendo
l'ultimo testo postato come appendice a L'arte e il mondo storico
di Stephen Spender, volontario antifascista in Spagna, mi sono
commosso sì, ma poi mi sono ricordato del rimpianto e della
commozione che colpivano mio padre al semplice ricordo o accenno alla
Repubblica spagnola tradita e assassinata. Ho pensato anche che forse
(la memoria purtroppo non è più quella di una volta) la posizione
di Carlo L. Ragghianti al riguardo di questa epica vicissitudine di
un'ottantina di anni fa va ricordata.
Per mio padre il fatto di
vedere esplicitamente respinta la sua pressante richiesta di essere
instradato nel percorso clandestino per raggiungere la Spagna fu
assai doloroso, veramente frustrante. Non poter far parte delle Brigate Internazionali composte da democratici,
socialisti,
comunisti, anarchici giunti da ogni parte del mondo in difesa della
Repubblica aggredita dal “pronunciamiento” fascista del Gen.
Franco (coadiuvato da retrivi d'ogni dove, dalla Milizia Fascista e
dall'aeronautica hitleriana) rappresentò per C.L.R. la delusione più
cocente della propria esistenza. Fu doloroso anche per Ferruccio
Parri comunicargli, praticamente ordinargli che la sua militanza,
entusiasta e qualificata, era stata ritenuta indispensabile
all'interno della patria, dove erano veramente pochi i resistenti
clandestini ignoti o giovani sottostimati dal Regime di Mussolini,
per diffondere e organizzare l'antifascismo di “Giustizia e
Libertà” in vista dell'insurrezione rivoluzionaria. Perciò R. non
raggiunse gli espatriati organizzati dai fratelli Rosselli e
comandati militarmente da Randolfo Pacciardi. Per noi figli questa
vicenda è d'importanza vitale: se il babbo avesse raggiunto le
Brigate internazionali non avrebbe conosciuto nostra madre. Nella
migliore delle ipotesi ne avrebbe avuto l'occasione dopo il 25 luglio
1943 sempre che Licia non si fosse coniugata altrimenti e che Carlo
non fosse perito in Spagna ( ucciso dai franchisti o nella mattanza
degli anarchici – con vittime anche tra i democratici –
effettuata dagli scherani staliniani guidati da Togliatti Palmiro).
F.R. (8 maggio 2018)