Carlo e Licia

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giovedì 30 settembre 2021

Umberto Onorato caricaturista.

Per definire la caricatura nei vocabolari si danno indicazioni sintetiche, riassumibili in "qualsiasi rappresentazione o descrizione mirante a mettere in luce o ad accentuare il ridicolo non solo di persone, ma di ambienti, situazioni, ecc”.

Mi fa piacere citare anche una definizione “specialistica”, in quanto dovuta a uno studioso ed archeologo, Giovanni Becatti, il quale come docente della facoltà mi dette utili consigli per l'esame di Storia Greca dell'Asia anteriore antica (prof. Giovanni Pugliese Carratelli) ed ebbe parole di particolare stima ed ammirazione per mio padre, nonostante egli facesse parte di un ambiente a lui ostile. Riporto da Enciclopedia dell'Arte Antica (1959): “La caricatura è una forma d'arte che nasce dalla forzatura intenzionale di alcuni elementi o aspetti del soggetto per un effetto comico con deformazione espressiva dei tratti secondo i principi dell'abnorme e del grottesco, sia sull'accentuazione manierata di atteggiamenti e di gesti, sia sull'interpretazione umoristica del contenuto, presupponendo così una padronanza dei vari elementi del comico in una cultura matura ed evoluta che abbia indagato a fondo i problemi dell'anima e della società umana”.

A differenza del disegno umoristico caricaturale, che generalmente necessita di una battuta di spirito qualificante, la “pura” caricatura di personaggi si esprime generalmente col solo disegno. E' questo il caso di Umberto Onorato (1898-1967), il quale si è dedicato a delineare personaggi dello spettacolo, con particolare riguardo a quelli del teatro. Come artista Onorato (che si firma col solo cognome) non nasce sotto un cavolo come il personaggio di Zavattini, ma affonda le radici nella tradizione internazionale espressa dal XVIII secolo. 

Non ha potuto né voluto evitare il precedente di Cappiello (vedasi il post del 28 agosto 2021), però il suo tratto è essenzialmente originale, distinto dagli altri suoi contemporanei.

Dopo i brevi profili biografico e bibliografico, riproduco alcuni testi illuminanti la vita e l'attività di Onorato. Il primo scritto - O. critico drammatico, di Mario Corsi - proviene da “Comoedia”, 15 giugno 1930, pp.53,54. Dal volume 100 pupazzi di teatro (Palombi, 1934) proviene Presentazione sommaria di Luigi Antonelli.

Onorato firma su “La lettura” (agosto 1943) Farli brutti. Memorie di un caricaturista, contenente diverse gustose vignette. Dal Terzo Convegno degli autori drammatici, Saint Vincent 1952, illustro due tavole di convegnisti.

Dal volume Teatro di Onorato (Carlo Colombo editore, 1971), stampato dagli amici della Cooperativa Officine Grafiche Firenze (già stabilimento Vallecchi) riprendo la Prefazione del curatore Gian Antonio Cibotto (1925-2017; giornalista, scrittore, studioso di Ruzzante e del teatro veneto, autore di Proverbi veneti, assai stimato da Geno Pampaloni e Alfredo Righi). Riprendo anche le tavole della panoramica illustrativa che concluderanno il post.

Chiude questa rassegna su Onorato il saggio di Mario Verdone (1917-2009) Le caricature di O. (“Terzoocchio”, n.98, 2001). Verdone, padre del grande attore e regista Carlo, è stato critico cinematografico, saggista, docente universitario, studioso del Futurismo (temo non in sintonia con le interpretazioni del suo amico C.L. Ragghianti), nonché partigiano in Toscana e Direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

F.R. (10 agosto 2021)

domenica 26 settembre 2021

Michele da Lucca, Polidoro e Rubens. - Appendice: Bibliografia degli scritti di Licia Collobi su Giorgio Vasari.

Il seguente contributo, pubblicato in "Critica d'Arte" (n.139, gen.-feb. 1975, pp. 11-20), colma alcune lacune tra "le incertezze e le perplessità" lasciate in sospeso con la pubblicazione del corpus Il libro de' disegni del Vasari (1974). Questo studio fa quindi parte di quel filone di ricerche conseguenti alla preparazione dell'edizione critica de Le Vite per l'editore Rizzoli, iniziato nel 1943 e, a causa della guerra, terminato nel 1949.

Colgo l'occasione per pubblicare in Appendice – estratto dalla Bibliografia degli scritti di Licia Collobi (vedasi il post del 2 novembre 2016) – l'elenco degli scritti della studiosa triestina relativi a Giorgio Vasari, artista, collezionista di disegni, storiografo delle arti e degli artisti, nonché scrittore originale e importante nella cultura dal secolo XVI ai nostri giorni.

F.R. (9 luglio 2021)


mercoledì 22 settembre 2021

Criterio, 4 – Chiesa Cattolica e Gran Pretagna, II (luglio-dicembre) 1957. Scritti di Carlo L. Ragghianti.

Prosegue la serie, iniziata col post del 20 agosto 2021, riguardante i testi pubblicati sull'argomento da Carlo L. Ragghianti su "Criterio", nel secondo semestre del 1957.

Di particolare rilievo la recensione al libro Discuto la religione di Pio XII (Parenti, Firenze 1957) scritto da Aldo Capitini, l'illustre teologo e intellettuale laico, fraterno amico di Ragghianti fin dalla fine degli anni Venti, quand'egli era Segretario della Scuola Normale Superiore 

di Pisa e C.L.R. normalista matricola.

Si ricorda poi, ribadendolo anche nella scheda del novembre 1957 del n.11 di "Criterio", che nel successivo n.12 (già postato in questo blog il 13 gennaio 2021) furono pubblicati integralmente gli Atti del Convegno "Libertà e Società", con argomentazioni indissolubilmente collegate alla costruzione di un "fronte" laico e democratico in Italia.

F.R. (18 luglio 2021)


Da "Criterio", n.7 (luglio 1957)

sabato 18 settembre 2021

Anton Giulio Bragaglia, 1. Futurismo, fotodinamica. Carlo L. Ragghianti.

In questa nota redazionale si descrivono o si riproducono alcuni documenti che testimoniano la costante attenzione e gli studi di Carlo L. Ragghianti sul poliedrico personaggio che è stato Anton Giulio Bragaglia (1890-1960). Egli, infatti, fu dedito alla regia – teatrale e cinematografica – alla scenografia, al giornalismo, alla fotografia (nel senso di ispiratore più che di operatore); fu anche conferenziere, saggista, teorico e storico dello spettacolo. Fu considerato, oltre che artista, persino un profeta.

Per inquadrare il problema del fotodinamismo in rapporto a A.G. Bragaglia e C.L.R. ritengo pertinente riprodurre la scheda di Giovanni Fontana (da C.L.R. e il carattere cinematografico della visione, Charta 2000). Quindi nel saggio Fotodinamica futurista/fotografia ed arte, pubblicato su “SeleArte” (n.39, gen.-feb. 1959, pp. 2-10), cui in calce accludo la nota apposta dall'autore allo stesso testo ripubblicato in Arti della Visione – II – Spettacolo (Einaudi 1976), C.L. Ragghianti sostiene – a differenza della critica corrente – che il manifesto di Bragaglia (Fotodinamica futurista) “fu almeno altrettanto fondato e giustificato di … quello di Boccioni”; sottolinea anche l'originalità di Bragaglia, il quale “aveva inteso la piena dignità e la piena capacità estetica della fotografia”. Seguono alcuni esempi di fotografie di A.G. Bragaglia e la lettera del 24 febbraio che gli indirizza C.L.R. illustrando come egli le vuole esporre alla Biennale di Venezia. Riproduco anche due fotodinamiche degli anni Trenta conseguenti una ripresa futurista europea. Ritrovo e riproduco la fotocopia superstite del fax spedito a Marco Scotini nel 1999. Essa contiene la lettera (15 aprile 1960) con la quale C.L.R. informa Bragaglia delle proprie dimissioni dal Comitato di consulenza della Biennale perché ostacolava gravemente il progetto di Mostra storica del Futurismo, della cui realizzazione egli era stato in precedenza incaricato. Il regista comunica la propria solidarietà a R. il 21 aprile 1960 e il 4 giugno lo ragguaglia del suo atto concreto di ritiro dalla collaborazione della Biennale.

La Mostra storica del Futurismo, cui dedicheremo un apposito post, è stato un progetto elaborato con approfondita cura e concluso in un'ottica di “impianto storico-critico, tutto per visione, originale e notevole”, scrisse l'autore. C.L.R., infatti, dedicò particolare attenzione – dato anche il groviglio di documentazioni contraddittorie e confuse, talora – che ne avevano ostacolato una netta, e reale, ricostruzione storico-critica attendibile. C.L.R. tenne molto al progetto e molto restò deluso dal non poterlo realizzare concretamente, visivamente. Mio padre non poté nemmeno leggere la sentenza del tribunale di Roma, che nel febbraio 2004 stabilì che “l'unico padre del movimento artistico denominato 'Fotodinamismo' è Anton Giulio Bragaglia”, come da lui precocemente stabilito.

Circa quattro mesi dopo la morte di A.G. Bragaglia, R. comunica a Nicola De Pirro (1898-1969; fascista della prima ora, quindi Direttore generale dello Spettacolo fino al 1963) la propria adesione al costituendo Centro Studi Bragaglia. Seguono tre lettere della figlia adottiva Antonella Vigliani Bragaglia riguardanti il Centro Studi da lei promosso.

Il saggio Lo Spettacolo automatico di C.L. Ragghianti pubblicato in “Critica d'Arte” (n.45, mar.-apr. 1960, pp.57-67) – dal quale ho estrapolato la postilla riguardanti la danza, che ripubblicherò in un post specificamente investito dall'arte tersicorea – è dedicato “a la memoria di Anton Giulio Bragaglia”. Vi si indaga una problematica che interessò C.L.R. per tutta la vita, con l'intento di dare autonomia espressiva, artistica allo spettacolo automatico e meccanico, considerato generalmente come imitazione. Si riproducono anche le illustrazioni di “automatismi” storici pubblicate nella stesura del medesimo testo in Arti della Visione – II – Spettacolo (1976) e due pagine di appunti per la stesura del testo; quindi alcuni “orologi” del XVI secolo da una collezione di Lucerna, poi due miniature con automatismi da Al-Jazari Kitob, e un automa da Le diverse e artificiose macchine, 1588.

Il 10 maggio 1962 la signora Vigliani Bragaglia ringrazia Ragghianti per l'invio del saggio “che illumina ed interpreta con affinità d'intenti vicende ed esigenze del teatro spettacolo a Lui caro”. Il ottobre 1970 C.L.R. risponde alla figlia di Bragaglia, che gli ha spedito la nuova edizione di Fotodinamica, con precisazioni e informazioni preziose sul suo rapporto personale con Bragaglia. Per la nota pagina Bolla e la fotodinamica futurista (in “Critica d'Arte”, n.73, 1965) si rimanda al nostro post del 2 aprile 2020.

Il saggio Movimentismo di Bragaglia è l'ultimo scritto di Carlo L. Ragghianti concernente questo argomento visivo del fotodinamismo pubblicato in Arti della Visione – II – Lo Spettacolo (Einaudi, 1976) da dove lo riproduco. 

Ricordo che anche in Mondrian e l'arte del XX secolo (1962) è contenuto un paragrafo sulla Fotodinamica (p.184) e che il "Futuriamo" vi è diffusamente indagato. Subito dopo il testo sulla Mostra storica del futurismo in "Critica d'Arte" (n.172-174, lug.-dic. 1980, di prossima postazione) nella rubrica "SeleArte" C.L. Ragghianti pubblica la nota Fotodinamismo e fotospiritica che qui riproduco dopo i testi in Arti della Visione - II. Riporto alla fine del post tre pagine di appunti (1929) di C.L.R. sul testo di A.G.B. Del teatro teatrale ossia del teatro, che Marco Scotini espose nella Mostra di Lucca (2000).

Il rapporto personale tra Ragghianti e Bragaglia è stato cordiale per la soddisfazione reciproca di avere incontrato e conosciuto una personalità capace di comprendere le proprie ricerche e le proprie attività non convenzionali. E' stato anche un rapporto breve, giacché A.G.B. morì nel finire del 1960. Si conobbero quando l'attività del regista e studioso aveva praticamente concluso il suo percorso creativo; mentre invece C.L.R. era immerso in un turbinio di azioni ordinarie e straordinarie, di studi e ricerche.

A questo post ne seguirà un altro incentrato esclusivamente su Anton Giulio Bragaglia. Ciò per meglio determinare e verificare la multidisciplinarietà, non sempre lineare, di un cinquantennio di, se non frenetico quasi, lavoro. Quindi proporremo una serie di documenti quali esempi dell'originalità del lavoro intellettuale di Bragaglia, organizzatore e promotore culturale al quale in mondo dello spettacolo ha dovuto molto.

F.R. (26 luglio 2021)


martedì 14 settembre 2021

Arte Moderna in Italia 1915-1935 - Testi dei Critici, 30. ALESSANDRO PARRONCHI (CARLINI, MOSES LEVY).

 


Post Precedenti:

1. RAFFAELE MONTI ( I ) - 16 giugno 2018
2. IDA CARDELLINI (LORENZO VIANI) - 28  settembre 2018 
3. UMBRO APOLLONIO (NATHAN, BIROLLI) - 19 settembre 2019
4. MARCELLO AZZOLINI (GUERRINI, CHIARINI, VESPIGNANI). 6 ottobre 2019
5/I. FORTUNATO BELLONZI (BOCCHI, D'ANTINO). 12 novembre 2019
5/II. FORTUNATO BELLONZI (MORBIDUCCI, SAETTI). 28 dicembre 2019
6. ALDO BERTINI (CREMONA, MAUGHAM C., PAULUCCI). 22 gennaio 2020.
7. ANNA BOVERO (BOSWELL, CHESSA, GALANTE). 5 febbraio 2020.
8. SILVIO BRANZI (SCOPINICH, BALDESSARI, NOVATI, SPRINGOLO, RAVENNA, KOROMPAY, ZANINI). 23 febbraio 2020.
9. GIOVANNI CARANDENTE (COMINETTI, MARINI). 4 marzo 2020.
10. ITALO CREMONA (REVIGLIONE). 7 maggio 2020.
11. ENRICO CRISPOLTI, I (BALLA, EVOLA, ALIMANDI, BENEDETTA). 2 aprile 2020.
12. ENRICO CRISPOLTI, II (COSTA, DIULGHEROFF, DOTTORI, FILLIA). 6 aprile 2020.
13. ENRICO CRISPOLTI, III (ORIANI, PANNAGGI, PRAMPOLINI, MINO ROSSO), 10 aprile 2020.
14. RAFFAELINO DE GRADA I (BOLDINI, ANDREOTTI). 22 giugno 2020.
15. RAFFAELINO DE GRADA II (BERNASCONI, CARPI, CARENA, FUNI). 6 luglio 2020.
16. ANTONIO DEL GUERCIO (MAZZACURATI, MENZIO, RICCI). 8 agosto 2020
17. TERESA FIORI (INNOCENTI). 1 settembre 2020.
18. CESARE GNUDI (FIORESI, PIZZIRANI, PROTTI). 2 ottobre 2020.
19. VIRGILIO GUZZI (MANCINI, CAVALLI, MONTANARINI, PIRANDELLO). 19 novembre 2020.
20. MARIO LEPORE (DEL BON, LILLONI). 21 dicembre 2020.
21. LICISCO MAGAGNATO (NARDI, PIGATO, FARINA, TRENTINI, ZAMBONI, BERALDINI, SEMEGHINI). 21 gennaio 2021.
22. CORRADO MALTESE (GERARDI). 4 marzo 2021.
23. FRANCO MANCINI (PANSINI, NOTTE, BRESCIANI, CRISCONIO, CIARDO, GATTO, VITI).  3 aprile 2021.
24. GIUSEPPE MARCHIORI, 1 (ROSSI, LICINI). 3 maggio 2021.
25. GIUSEPPE MARCHIORI, 2 (SEVERINI, SPAZZAPAN). 28 maggio 2021.
26. MICHELANGELO MASCIOTTA, 1 (LEGA, VENNA LANDSMANN, CALIGIANI, COLACICCHI). 7 giugno 2021.
27. MICHELANGELO MASCIOTTA, 2. (DE PISIS, PEYRON, LEVASTI, CAPOCCHINI). 18 giugno 2021.
28. GIAN LORENZO MELLINI. (VITTORINI, SALIETTI, SANI, DE JURCO, BUGIANI). 23 luglio 2021.
(Il numero 29 sarà prossimamente pubblicato).
31. GIACINTO NUDI. (RAFFAELE CASTELLO). 16 agosto 2021.

Alessandro Parronchi (1914-2007), dopo essersi laureato a Firenze in Storia dell'Arte, è stato poeta, storico e critico d'arte, traduttore. Ha avuto stretti contatti di lavoro con Carlo L. Ragghianti in qualità di segretario de "La Strozzina" nella sua fase iniziale (1948-51).

Secondo Licia Collobi Ragghianti la sua profonda vocazione era la poesia. Ma, è risaputo, essa non dà di che vivere, perciò si adattò all'insegnamento e agli studi d'arte, non solo italiana. Mio padre, sia pur in disaccordo – anche profondo – con molte ipotesi e indicazioni attributive di Parronchi, ne rispettava la buona fede, l'impegno quasi sacerdotale. Tant'è che in diversi concorsi universitari sostenne la qualità originale del suo operare, riuscendo anche a farlo inserire in una terna.

Sugli entusiasmi attributivi ci fu in giro nell'ambiente molto sarcasmo e "compatimento" che amareggiarono la sensibilità (reale) dello scrittore. Personalmente penso che mia madre avesse ragione quando giustificava alcune delle formidabili "cantonate" di Parronchi, secondo il quale per certi versi il catalogo delle opere di Michelangiolo, Paolo Uccello, Leonardo ecc. sarebbe molto più ampio. Licia Collobi pensava che lo studioso trasfigurasse certe situazioni in visioni poetiche per le quali il dato reale si adattava alla sua proposta fantastica in una sorta di transfert.

Non don Chisciotte, il quale esibiva un'arroganza demente, ma un umile, solerte ricercatore alchemico che trasformava vile metallo in oro. E, in effetti, in certe sue affabulazioni Parronchi, quand'ero bambino mi sembrava un composto sacerdote oracolante.

Per la poesia di P. riproduco un quartino della benemerita rivista "Sinopia" distribuita in Versilia, contenente due componimenti. A questi aggiungo la poesia Libertà. Riporto poi la lettere con cui il 6 agosto 1951 Parronchi annuncia la sua intenzione di lasciare la Segreteria de "La Strozzina". Quindi, a malincuore per via dello stato di riproducibilità, posto la fotocopia di un'inaugurazione sempre presso "La Strozzina", ripromettendomi di sostituirla con l'originale, se reperito nel maremagnum del mio disordine. In conclusione mi sembra interessante rendere noto il curriculum (1963) di Parronchi e poi la scaletta di C.L.R. per la stesura del giudizio in un concorso universitario del 1964. Tralascio la corrispondenza (1976) tra C.L.R. e Parronchi a proposito di Ercole che sbarra il leone nemeo (pubblicato da R. su "Critica d'Arte", n.146, mar.-apr. 1976, pp. 72-74), che intendo pubblicare insieme all'articolo e alle illustrazioni.

F.R. (27 luglio 2021)

venerdì 10 settembre 2021

Impressioni di Monaco di Baviera.

Le pagine seguenti (Impressioni di Monaco, “Critica d'Arte”, n.3, maggio 1954) sono state scritte nel novembre 1951 in Monaco di Baviera. Carlo L. Ragghianti si era recato in questa città per presentare la mostra itinerante – poi esposta nelle principali città della neonata Repubblica Federale Tedesca – Italienische Kunst der Gegenwart, concepita e organizzata per conto del Comune di Firenze dallo Studio Italiano di Storia dell'Arte, fondato e diretto dallo studioso lucchese (si vedano i post del 7 luglio e del 4 agosto 2021).

La stesura del testo fu manoscritta di getto nei dopocena dei giorni di permanenza nella capitale del Land meridionale della Germania (già regno indipendente inglobato nel Reich prussiano). Partendo da rimembranze di Théophile Gautier (sul quale proprio in quell'anno lo studioso aveva pubblicato il saggio Gautier e il teatro come visione, “Letterature moderne”, n.1, pp. 56-59; poi in Cinema arte figurativa e poi nel post del 29 aprile 2021) elabora queste osservazioni e divagazioni sull'arte e l'urbanistica della monumentale città, capitale del Regno (poi Land) più esteso della Germania.

Per le illustrazioni ho raccolto stampe e fotografie dei principali monumenti e di un paio di episodi fine Ottocento, quali la villa dell'artista Franz Von Stuck e la sede di un antico atelier fotografico.


Non ho riprodotto nessuna immagine delle macerie belliche, ancora visibili nel 1951 nonostante la prodigiosa ricostruzione teutonica, assistita dal senso di colpa (ingiustificato) degli americani.

In particolare, per quel che riguarda l'ill. n.16 (esterno della Alte Pinakothek) a fianco dell'immagine riproduco il testo pubblicato nel n.1 di “SeleArte” (1952, pp.76,77) dove C.L.R. recensisce il dibattito in corso a Monaco circa la funzionalità di quel Museo, di cui era stato testimone durante il soggiorno bavarese dell'anno precedente.

Ho privilegiato le incisioni tratte da “L'illustrazione popolare” perché esse furono estratte e raccolte da C.L.R. da un lato, dall'altro perché le incisioni xilografiche originali da riviste, libri e giornali del secolo XIX sono state una delle mie passioni visive e cartacee. L'ultima immagine, Un funerale di studenti, l'ho riprodotta pensando che questo macabro rituale funerario avrebbe certamente scatenato la fantasia romanzesca di Gautier, nonché oltre la curiosità di costui anche quella di C.L. Ragghianti, studioso che ha voluto equiparare alle Arti visive tradizionali lo Spettacolo cinetico nelle sue varie declinazioni, tra cui i rituali religiosi e laici.

F.R. 8 giugno 2021)

P.S. - Trovo nell'importante lettera del 5 febbraio 1966 (il cui destinatario è Rudolph S. Joseph, Leiter des Filmabteilung Munchen Stadtmuseum) riguardanti

il critofilm Michelangiolo, un riferimento personale di R. circa il fatto che sarebbe lieto di rivedere la città di Monaco di Baviera, che riproduco qui sotto:



lunedì 6 settembre 2021

"SOUND/SONDA", 8.

 Per i precedenti post in questa serie vedi:

Prolegomeni. 30 gennaio 2021
Numero 1. 23 febbraio 2021
Numero 2. 26 marzo 2021
Numeri 3-4. 26 aprile 2021
Numero 5. 25 maggio 2021
Numero 6. 31 luglio 2021
Numero 7. 12 agosto 2021

giovedì 2 settembre 2021

Tono Zancanaro, 9 – Amedeo Modigliani.

Per questo nono post sull'opera di Tono Zancanaro (1906-1984) mi limiterò a sostenere che il fascicolo da lui disegnato su Modigliani (n.9 dei Maestri del Colore, Fabbri editori) è un capolavoro del disegno.

Già sui precedenti post su Antonello da Messina e Giorgione, si è constatata l'unicità della “contaminazione” di Tono rivelarsi non solo originale, ma unica: un capodopera (unico sinonimo di capolavoro), appunto. In questo caso modiglianesco Tono raggiunge l'apice della propria intuizione interventista a fianco e in cute su testi e illustrazioni a stampa.

Dopo le tre sequenze ininterrotte di disegni nei post già pubblicati, devo dire che riprodurremo un altro libro, di piccolo formato, sugli Epigrammi dell'Antologia Palatina, cronologicamente precedente agli altri.

Mi pongo, infine, e pongo a collezionisti e studiosi dell'opera di Tono Zancanaro un interrogativo. Siccome non penso di aver avuto il monopolio di amicizia e di doni di questa fattispecie da parte dell'autore, quanti altri libri e fascicoli a stampa oggetto dell'intervento disegnativo di Tono esistono?

F.R. (13 luglio 2021)