Carlo e Licia

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giovedì 31 marzo 2022

Jean Maurice Bosc vignettista.

E' morto quasi mezzo secolo fa l'autore di queste vignette, che riproduco tra quelle osservate e conservate insieme ad altri autori da Carlo L. Ragghianti, estraendole da “Paris Match”; e invece le altre da me ritagliate da altre pubblicazioni italiane. Ciò accadde non soltanto per la loro qualità di figurazione, a anche per il dirompente umorismo noir delle battute e la potenza delle scene mute, spesso di irresistibile, sublimata deformazione del mondo reale.

L'apprezzamento particolare di C.L.R. – il quale aveva un senso dell'umorismo assai contenuto – per questo vignettista penso si possa accostare a quello spiccato che egli manifestava per Buster Keaton come maschera di altissima qualità, però non universale e formalmente originale come Chaplin.

Il famoso vignettista Wolinski (1934-2015), nella prefazione alla raccolta Dessins inedits (1991) ricorda così il grande collega e maestro: “Bosc se ne fregava di tutto con la meticolosa serietà di un bimbo che smonta un orologio a pendolo”. Mi viene in mente ciò che ci raccontò una volta zia Erminietta del suo fratello minore – C.L.R. – il quale da bambino smontava tutte le apparecchiature che gli era possibile trovare.

Per la conoscenza di Bosc, fragile personaggio segnato da una esperienza militare evidentemente traumatica ed aliena alla sua sensibilità, ritengo utile e sufficiente la biografia realizzata dalla Fondazione Franco Fossati, la quale si occupa del fumetto e della comunicazione.

Le vignette di Bosc, mute, in francese o in italiano, qui riprodotte sono approssimativamente in ordine cronologico da prima del 1955 al 1968. Come sopra scritto, la loro provenienza prevalente è dalla rivista di cronaca e costume francese “Paris Match”, organo – in questo periodo – ancora molto utile per avere una informazione molto ben illustrata della cronaca storica, politica e sociale contemporanea, in un'ottica – ovviamente – francese. Le altre opere di Bosc provengono da settimanali italiani che hanno cessato la pubblicazione.

Ho operato la scelta di inserire, tra gli altri, un post di “alleggerimento” per i motivi in precedenti occasioni illustrati: v. Trez (28 novembre 2020); Hoviv (31 maggio 2021); Cappiello (28 luglio 2021); Alnold e Gulbransson (31 novembre 2021).

A maggior ragione oggi che, mentre scrivo, è in corso una ingiustificabile guerra unilaterale della Russia contro l'Ucraina, reputo che un momento di distensione mentale e di apprezzamento visivo teso all'humour di qualità, per di più sottilmente antimilitarista, come quello creato da J. M. Bosc, può costituire una pausa all'orrore e al dolore di 



trovarsi in guerra. Mi auguro, infine, che quando questo post verrà pubblicato, la presente orripilante devastazione e le drammatiche vicende dell'aggressione proditoria all'Ucraina – libera, indipendente e democratica – si trovino almeno in fase di decorosa e giusta conclusione.

F.R. (1 marzo 2022)




lunedì 28 marzo 2022

Pittura fiamminga del Quattrocento, 1.

 Precedenti 


1. Storia della pittura. Presentazione di Carlo L. Ragghianti: 17 aprile 2020 
2. Storia della pittura. "Il Quattrocento Europeo” di Licia Ragghianti: 20 aprile 2020 
3. La pittura spagnola del Quattrocento: 25 novembre 2021 
4. Pittura dell'Europa settentrionale e orientale nel Quattrocento: 20 dicembre 2021.
5. Pittura francese del Quattrocento: 13 gennaio 2021.
6. Pittura del Quattrocento in Germania e nell'Europa centrale: 18 febbraio 2022.

Ancora una volta si propone un testo complessivo, di stampo manualistico, sulla pittura fiamminga scritto da Licia Collobi Ragghianti, studiosa dotata di insaziabile curiosità critica, convinta dell'unicità e dell'originalità espressiva delle singole opere d'arte quale ne sia il popolo o l'epoca di realizzazione. Perciò non studiosa eclettica, enciclopedica, cioè riflettente soltanto, con più o meno chiarezza, lo stato dell'arte espresso dagli studi precedenti e contemporanei. L'impronta di Licia Collobi è sempre problematica, con riflessioni e conclusioni specialistiche sì, però dialetticamente innovate.

Questo post e il successivo conclusivo dell'argomento, riproducono e chiudono la ricerca effettuata nell'ambito della Storia della pittura (DeAgostini, 1986) sulla pittura in Europa (con l'esclusione dell'Italia, pubblicata in altro volume della collana) della quale abbiamo in precedenza illustrato le culture concomitanti. Ricordo i contributi già

postati in questo blog sull'argomento: Pittori fiamminghi, 1 (Mondadori editore 1962; 27 luglio 2020); Pittori fiamminghi, 2 (14 agosto 2020); Dipinti fiamminghi in Italia 1420-1570 (Calderini, Bologna 1990); Trasparenze, da "Critica d'Arte", rubrica Scuola (III s., n.14, lug.-set. 1987) postato il 9 febbraio 2021, che analizza il motivo iconografico della "finestra mistica" in artisti fiamminghi, in modo da "evitare giudizi devianti per la situazione storica e la comprensione critica delle opere d'arte".

Naturalmente proseguiremo a postare i contributi sugli artisti e l'arte fiamminga e olandese scritti da Licia Collobi, la quale sull'argomento, non ci sono dubbi, è stata protagonista non soltanto nella sua epoca, ma tuttora i suoi studi sono punti di riferimento, così come suole capitare agli scritti di autori, i quali se non lo sono già, saranno considerati "classici".

F.R. (17 febbraio 2022)

venerdì 25 marzo 2022

martedì 22 marzo 2022

Carlo L. Ragghianti traduttore: "La Parigina" e "La Vedova" di Henry Becque, 1.

Con un saggio di Antonio Giuriolo e lettere di Neri Pozza, C.L. Ragghianti, Antonio Barolini, Licisco Magagnato, 2.


1. 

Sull'interesse per il teatro da parte di C.L.R. nel nostro blog abbiamo già postato I Goncourt e il teatro (11 marzo 2021) e Gautier e il teatro come visione (19 aprile 2021). Profondo conoscitore della cultura francese, R. – che taluni sprovveduti e saccenti intellettuali prevalentemente piciisti ebbero il coraggio di qualificare come pensatore ottocentesco – è stato studioso non solo dei fenomeni storici e culturali ma anche attento e puntuale lettore dei testi letterari, poetici e drammatici di quella straordinaria produzione francese da Rabelais a Montaigne fino a Anatole France e i contemporanei del Novecento.

Perciò la traduzione di queste due pièces (di cui la Veuve in realtà è una sorta di scena conclusiva) di Henry Becque (1837-1899) non è un caso di sporadico eclettismo ma un ponderato e consapevole lavoro svolto per omaggiare un caro amico, caduto combattendo in una brigata Matteotti direttamente collegata al C.T.L.N. (che Ragghianti presiedeva) e al comando militare del Partito d'Azione, che coordinava anche le formazioni socialiste, carenti di quadri superiori, di cui R. era il comandante e responsabile politico, coadiuvato dal fido colonnello Nello Niccoli.

Gli inizi della collaborazione editoriale tra il neofita Neri Pozza (1912-1988) – già affermato incisore, del quale La Parigina e La Vedova rappresenta una delle prime edizioni – e Carlo L. Ragghianti furono piuttosto burrascosi e risentiti. In seguito questi divennero molto amichevoli durante la pubblicazione della rivista "Criterio" (1957-58) e la progettazione e produzione della "Biblioteca di Cultura", nell'arco degli anni Cinquanta e inizi Sessanta. Dipoi Pozza si legò alla sottile propaganda editoriale dell'USIS e dei Servizi segreti Statunitensi e divenne di nuovo inaffidabile, per non dire moroso nei confronti di R. e dei fornitori creditori. Dato che vittima di questa situazione rimase la serie di "Critica d'Arte" edita da Pozza, ci fu tensione e rarificazione dei rapporti. Nel frattempo l'editore, eclettico e approssimativo come sempre (fu anche attore ne Il terrorista, 1963, bel film di Gianfranco De Bosio con G.M. Volonté agli inizi della carriera) si defilò inadempiente, dedicandosi alla scrittura in prosa (naturalmente era stato anche poeta) fino al divenire prevalentemente romanziere, di qualità certa.

Non ricordo bene quando, negli anni Settanta, il Neri ricomparve proponendo di saldare il proprio debito anche con un dipinto di De Pisis (una Strada di Parigi). Questo fatto appianò il debito personale, rimanevano debiti non saldati col nostro Ufficio, che gestii io, e sui quali ritornerò in un altra occasione. Dato che questo dipinto – ordinario – 


non era come gli altri di casa dono di amici artisti o contropartita critico-artista, fu ceduto in seguito all'acuirsi della crisi finanziaria della famiglia, derivante dalle enormi spese di degenza speciale per il recupero della salute di mia madre, la quale nel 1970 durante un banale intervento, morì più volte (almeno sette) per colpa dell'anestesista. Fu tenuta in vita per quasi otto ore dal massaggio cardiaco manuale effettuato a cuore aperto dal chirurgo Principe, in attesa di una speciale e rara apparecchiatura dal Rizzoli di Bologna, che poi la salvò. Insieme ad un piccolo omaggio dipinto da Tozzi, sostituito al più rappresentativo dono originale da nota "manina" coadiuvante in Palazzo Strozzi nel 1967 (come scoprii anni dopo durante una ricerca bibliografica), il De Pisis di Pozza fu acquistato dall'amico Ettore Gian Ferrari, sulla discrezione del quale si poteva contare. Questo tipo di arrangiamento economico per sopperire alla propria conduzione disordinata e abnorme, si è poi saputo dopo la sua morte, fu ampiamente utilizzato da Pozza, sembrerebbe anche con qualche pasticcio poco chiaro.

Nella seconda parte del post (pubblicato fra tre giorni) ai testi dei due drammi di Becque segue – estrapolato dalle pagine critiche L'opera di Henry Becque scritte da Antonio Giuriolo – il saggio La Parisienne.

Sono poi di particolare interesse le pagine fittamente dattiloscritte (inedite; penso stese tra il 1944-46 e il 1952) della Nota al saggio e alla traduzione (titolo di Pozza e Magagnato) da Carlo L. Ragghianti. Questa importante nota fu, per non ben appurati motivi, esclusa dall'edizione del libro a insaputa dell'autore. Credo, alla fin fine, per timore della giustificata ira di C.L.R., il quale si sarebbe ritrovato a rileggere il proprio testo in corpo 8/10 (roba da lente d'ingrandimento!) per di più abusivamente mutilato delle pp. 2-3 e di parte della p.4, biffate per fortuna a matita (che qui ho accuratamente cancellato).

La pubblicazione di questo inedito che R. recuperò dopo reiterate richieste – mentre il dattiloscritto con la sua traduzione di scelta delle "Storielline" di Tallemant de Réaux non gli fu mai restituito (che si trovi nei meandri delle carte lasciate da Pozza?) – viene proposta in questa sede anche per consentire un riscontro essenziale a chi studia gli aspetti inerenti il teatro e la cultura francese nell'opera di C.L. Ragghianti. Inoltre ritengo che copia di questa Nota manoscritta non si trovi nell'Archivio di Lucca, perché io ho di recente rinvenuto il dattiloscritto in un grosso incartamento che il fido Cino Cini sigillò in occasione della migrazione dell'Ufficio Ragghianti da Piazza Vittorio Veneto a Via Torre del Gallo nel tardo 1967. 


Da lì il pacco finì in Villa Tornabuoni (prima sede dell'U.I.A.) e da lì, con probabile transito di nuovo in Palazzo Strozzi, dopo il 1980 a casa nostra, ma sepolta con le carte marginali.

Con la biografia di Antonio Giuriolo (1912-1944), estratta da Una lotta nel suo corso (Neri Pozza, 1954) a c. di Licia Collobi R. e di Sandro Contini Bonacossi, scritta da C.L.R., si vuol ricordare la figura di questo giovane brillante studioso, morto combattendo per il riscatto morale e la libertà del popolo italiano. Un uomo altrimenti di sicuro avvenire, sul quale stiamo allestendo un ulteriore contributo che con il presente e il già postato Giuriolo, Becque, "La Parigina" e Ragghianti (2 gennaio 2017) vuole ricordarne le virtù e il coraggioso esempio.

Per la genesi del progetto di traduzione del testo di Becque trovo che il 14 ottobre 1942 Carlo Muscetta (1912-2004) critico letterario allora consulente di Einaudi, scrisse a C.L.R.: “...e per Becque. Se trovo un buon traduttore non dimenticherò né la Parigina né i Corvi … per l'Universale”. Ancora Muscetta l'11 novembre 1942: “Quanto al Becque se sei disposto a tradurre le due commedie, scrivi senz'altro a Einaudi, dicendo che io son d'accordo. Comunicagli il numero delle pagine e la data di consegna della traduzione. Così potrà mandarti senz'altro il contratto”. Infine, si chiarisce che la proposta prima rivolta a Einaudi da parte di C.L.R. fu di mio padre, come si deduce dalla lettera che l'Editore inviò il 25 marzo 1943, nella quale si scriveva, tra gli undici punti di proposte e lavori in corso, “Becque. Muscetta vorrebbe sapere il titolo delle due commedie da te scelte, e sapere se le tradurresti tu, o altri. E' inteso comunque che si faranno per l'Universale, ma vorremmo solo perfezionare l'accordo”.

Va ovviamente ricordato, poi, che nel 1946, Carlo L. Ragghianti il 25 giugno scrisse a Benedetto Croce una lettera di cruciale importanza per la ricostruzione dei suoi rapporti con Antonio Giuriolo e del fatto che l'intellettuale vicentino si occupò di Becque in seguito ad “una mia indicazione”, come poi scrisse C.L.R. anche a Silvio Trentin. In questa comunicazione Ragghianti coglie anche l'occasione di informare il senatore dell'esistenza della propria traduzione come già avvenuta. Le due pagine della lettera sono inedite e, mea culpa, se ne era persa traccia nell'incartamento Becque.

A questo punto segue una documentazione inerente alla “gestione” Pozza. Sono lettere di Antonio Barolini (1910-1971), scrittore, giornalista, patriota; di Licisco Magagnato (1921-1987), sul quale vedasi post del 21 gennaio 2021; Neri Pozza (1912-1988). C.L.R. oltre a suddetti scrive una interessante missiva – di cui si riporta la trascrizione, stante l'irriproducibilità della nostra copia – a Pietro Pancrazi (1893-1952), illustre critico letterario. Si conclude questa sezione con lo stralcio seguente da una lettera di C.L.R. a Giorgio Trentin (1917-2013), critico d'arte, detto anche “il sacerdote dell'incisione”. L'importante testimonianza dice: “Aggiungo che Giuriolo non ebbe con me soltanto rapporti politici, ma anche critici, avendo io seguito i suoi lavori e spesso parlato con lui dei problemi generali di estetica e metodologia che erano anche allora per me prementi se non preminenti. Per ricordare ciò, ho fatto e presentato la traduzione della “Parigina” di Becque, l'autore che egli scelse a séguito di una mia indicazione”.

Si conclude la seconda parte di questo post con qualche notizia su Henry Becque, drammaturgo, sul quale François Mauriac – a parte l'uso riduttivo degli "ismi" – dà un efficace giudizio: "Non fu un commediografo, ma uno scrittore di teatro; l'unico della sua epoca che non posò a mostro sacro. Ci aiuta a capire che quel che i nostri padri chiamavano Naturalismo fu Romanticismo continuato".


Dall'Enciclopedia dello Spettacolo ideata e diretta da Silvio D'Amico, riproduciamo il lemma su Becque. Dalla Storia della letteratura francese di Gustave Lanson (1857-1934), a c. di Giovanni Macchia, riportiamo un giudizio contemporaneo sostanzialmente riduttivo nei confronti di Becque. E' invece più equilibrata la scheda di Robert Jouanny (1926-2007) dal Dizionario critico della letteratura francese (Utet, s.i.d., ma 1972 o 73).

Ritengo di poter sostenere che l'iniziativa di R. di rendere omaggio alla memoria dell'amico critico scomparso con la scelta di questa traduzione, sia dettata da quanto mio padre scrive a p.3: "... nella commedia del Becque. Che ha poi, invece, una profonda umana moralità, in quel riconoscere necessaria e inevitabile nell'economia del mondo ... quello slancio vitale senza il cui primigenio, irrefrenabile insorgere nemmeno la vita etica potrebbe determinarsi".

In conclusione, il lavoro di traduzione di Carlo L. Ragghianti risulta – spero non solo ai miei occhi – un bell'esempio di dedizione all'amicizia. Un sentimento nobile, sempre raro, che oggi si tenta di svilire e banalizzare con le stupide generalizzazioni tipo Facebook o così chiamando i “followers” di navigata conducente di spettacoli televisivi.

F.R. (16 febbraio 2022)


P.S – Trovando un appunto del 1997, noto che mi sono spesso domandato come mai non sia stata allestita una rappresentazione di questi due drammi concatenati. Strano ma non troppo – per due motivi: 1) l'edizione di Pozza non ebbe tiratura e circolazione normali, concentrandosi il Neri sulla circolazione tra i familiari di Giuriolo e tra gli amici suoi; 2) C.L.R. non tentò di farli rappresentare vuoi perché impegnato e “invischiato” in tanti progetti in contemporaneità, vuoi perché non tentò di coinvolgere – ad es. – amici registi come Francesco Rosi o Mario Ferrero; e neppure coinvolse Elsa De Giorgi, sua ammiratrice convinta, la quale proprio agli inizi degli anni Cinquanta tenne in vita un Piccolo Teatro a Firenze (con i soldi dell'eredità Contini Bonacossi del marito), né in successive sue iniziative. Oggi, di nuovo mi domando: si potrà realizzare in un futuro ragionevolmente prossimo l'occasione di vitalizzare questa traduzione di C.L.R., facendole finalmente calcare le tavole di un palcoscenico?

venerdì 18 marzo 2022

Piero Pierotti ricorda Carlo L. Ragghianti a Pisa.

Dopo il post Pisa e Carlo L. Ragghianti (28 dicembre 2021) di carattere biografico-statistico, mi sembra opportuno inserire nel blog il ricordo che – col titolo Ragghianti a Pisa – Piero Pierotti pubblicò nel volume di Atti del convegno tenuto a Cassino nel 2002, intitolato Ragghianti critico e politico, curato da Raffaele Bruno ed edito nel 2004 da Franco Angeli.

Il testo di Piero Pierotti non è solo un importante complemento per la storia della presenza in Pisa di C.L.R., è anche una toccante ed acuta riflessione sulle vicende universitarie di mio padre (e...sì – lo posso testimoniare – gli accadimenti sessantottini furono "la fase più dolorosa della sua vita", come scrive Piero). Sempre di questo studioso voglio qui allegare il profilo biografico che egli scrisse per il "Rintocco del campano" (anno 31, n.3, 01.2001, pp. 3-13) articolo molto citato, che reputo possa interessare lettori del nostro blog. Questo "incontro" con Piero Pierotti (del quale ho con viva simpatia la rimembranza di amichevoli discussioni

politiche nel corso di inaugurazioni di Mostra nella sede dell'Istituto Pisano; e verso il quale nutro un senso di colpa nei confronti del suo magnanimo saggio sulla Torre di Pisa, libro da me poi pubblicato semi clandestinamente dopo il voltafaccia dell'editore iniziale) mi spinge a considerare questi suoi testi come gli antesignani di una serie critica – di autori vari – sul pensiero e sull'azione di Carlo L. Ragghianti.

Intenderei, cioè, dopo molti anni (a volte decenni) ripubblicare – oltre agli scritti dei coniugi Ragghianti – anche testi che li riguardano nell'ambito dei loro molteplici e numerosi studi. In questo modo, oltre a riproporre opere senza rischi di danneggiare eventuali diritti d'autore concreti e senza incidere più su eventuali contingenze del momento della loro pubblicazione, ritengo di facilitare, specialmente per i lettori più giovani o occasionali, l'approccio e le ricerche sulle notevoli figure di studiosi quali sono stati gli intestatari del logo di questo blog.

F.R. (19 febbraio 2022)

lunedì 14 marzo 2022

Arte Moderna in Italia 1915-1935 - Testi dei Critici, 37. Marco Rosci (BONFANTINI).

  


Post Precedenti:

1. RAFFAELE MONTI ( I ) - 16 giugno 2018
2. IDA CARDELLINI (LORENZO VIANI) - 28  settembre 2018 
3. UMBRO APOLLONIO (NATHAN, BIROLLI) - 19 settembre 2019
4. MARCELLO AZZOLINI (GUERRINI, CHIARINI, VESPIGNANI). 6 ottobre 2019
5/I. FORTUNATO BELLONZI (BOCCHI, D'ANTINO). 12 novembre 2019
5/II. FORTUNATO BELLONZI (MORBIDUCCI, SAETTI). 28 dicembre 2019
6. ALDO BERTINI (CREMONA, MAUGHAM C., PAULUCCI). 22 gennaio 2020.
7. ANNA BOVERO (BOSWELL, CHESSA, GALANTE). 5 febbraio 2020.
8. SILVIO BRANZI (SCOPINICH, BALDESSARI, NOVATI, SPRINGOLO, RAVENNA, KOROMPAY, ZANINI). 23 febbraio 2020.
9. GIOVANNI CARANDENTE (COMINETTI, MARINI). 4 marzo 2020.
10. ITALO CREMONA (REVIGLIONE). 7 maggio 2020.
11. ENRICO CRISPOLTI, I (BALLA, EVOLA, ALIMANDI, BENEDETTA). 2 aprile 2020.
12. ENRICO CRISPOLTI, II (COSTA, DIULGHEROFF, DOTTORI, FILLIA). 6 aprile 2020.
13. ENRICO CRISPOLTI, III (ORIANI, PANNAGGI, PRAMPOLINI, MINO ROSSO), 10 aprile 2020.
14. RAFFAELINO DE GRADA I (BOLDINI, ANDREOTTI). 22 giugno 2020.
15. RAFFAELINO DE GRADA II (BERNASCONI, CARPI, CARENA, FUNI). 6 luglio 2020.
16. ANTONIO DEL GUERCIO (MAZZACURATI, MENZIO, RICCI). 8 agosto 2020
17. TERESA FIORI (INNOCENTI). 1 settembre 2020.
18. CESARE GNUDI (FIORESI, PIZZIRANI, PROTTI). 2 ottobre 2020.
19. VIRGILIO GUZZI (MANCINI, CAVALLI, MONTANARINI, PIRANDELLO). 19 novembre 2020.
20. MARIO LEPORE (DEL BON, LILLONI). 21 dicembre 2020.
21. LICISCO MAGAGNATO (NARDI, PIGATO, FARINA, TRENTINI, ZAMBONI, BERALDINI, SEMEGHINI). 21 gennaio 2021.
22. CORRADO MALTESE (GERARDI). 4 marzo 2021.
23. FRANCO MANCINI (PANSINI, NOTTE, BRESCIANI, CRISCONIO, CIARDO, GATTO, VITI).  3 aprile 2021.
24. GIUSEPPE MARCHIORI, 1 (ROSSI, LICINI). 3 maggio 2021.
25. GIUSEPPE MARCHIORI, 2 (SEVERINI, SPAZZAPAN). 28 maggio 2021.
26. MICHELANGELO MASCIOTTA, 1 (LEGA, VENNA LANDSMANN, CALIGIANI, COLACICCHI). 7 giugno 2021.
27. MICHELANGELO MASCIOTTA, 2. (DE PISIS, PEYRON, LEVASTI, CAPOCCHINI). 18 giugno 2021.
28. GIAN LORENZO MELLINI. (VITTORINI, SALIETTI, SANI, DE JURCO, BUGIANI). 23 luglio 2021.
(Il numero 29 sarà prossimamente pubblicato).
30. ALESSANDRO PARRONCHI (CARLINI, MOSES LEVY). 14 settembre 2021
31. GIACINTO NUDI. (RAFFAELE CASTELLO). 16 agosto 2021.
32. GUIDO PEROCCO (CADORIN, MARTINI, MOGGIOLI, PELLIS), 1. 23 ottobre 2021
32bis. GUIDO PEROCCO (ZECCHIN, CAVAGLIERI, GARBARI, CAGNACCIO DI S. PIETRO), 2. 6 novembre 2021
33. AGNOLDOMENICO PICA (DEPERO, BOLAFFIO, MARTINI, SIRONI, D'ALBISOLA, GHIRINGHELLI, USELLINI). 16 dicembre 2021
34. ATTILIO PODESTA' (MERELLO, RAMBALDI, SACCOROTTI). 24 gennaio 2022
35. GIUSEPPE RAIMONDI (ROMAGNOLI, BERTOCCHI, COLLIVA, CORAZZA) con Appendice 1946, del 16 febbraio 2022. 13 febbraio 2022
36.  Mario Rivosecchi (RICCARDI). 8 marzo 2022


Nato a Novara nel 1928, allievo di D'Ancona e Gengaro a Milano (i quali godevano della palese disistima professionale da parte di Carlo L. Ragghianti) divenne assistente di Anna Maria Brizio (studiosa seria e benvoluta da R. quale prima formatrice di sua moglie Licia Collobi) Marco Rosci ha svolto presso l'Università di Torino il cursus honorum fino ai gradi più alti dell'insegnamento.

Data l'età attuale, gli auguro almeno il non lontano traguardo del secolo di vita. M'auguro anche che sia stato estraneo ai patimenti universitari torinesi di Gian Lorenzo Mellini, un amico, per altro non privo di grintosa aggressività, come riscontrai nel periodo nel quale lavorammo insieme alla "sciagurata" Arte in Italia dell'Editore Casini.

Mi risulta che con Carlo L. Ragghianti Marco Rosci non ha avuto rapporti diretti di qualche importanza. Quando C.L.R. fu incaricato da Silvio Locatelli di risistemare e "coordinare" la Storia della pittura della De Agostini (edita nel 1986) non si oppose alla partecipazione già stabilita di Rosci – coadiuvato da Pier Giorgio Dragone

(figlio di Angelo, critico de "La Stampa") e da Antonello Negri – per realizzare il decimo volume: Il secolo XX. Mentre diversi studiosi incaricati della precedente gestione, invece, furono ricusati e sostituiti.

Trovo, infine, una fotocopia – pessima – di un articolo pubblicato sul supplemento Tutto libri de "La Stampa" di Torino dell'8 gennaio 2000. Lo riproduco comunque dato che il testo di Marco Rosci, recensendo la Mostra Tempo sul tempo. C.L. Ragghianti e il carattere cinematografico della visione ricorda che "Ragghianti, critico, storico e teorico di primissimo rango, di straordinarie intuizioni e precognizioni interdisciplinari sulle arti visive dalla preistoria all'età elettronica, e personaggio scomodissimo, fu il grande rimosso".

Marco Rosci, di 18 anni più giovane di Sergio Bonfantini, è stato molte volte critico attento e puntuale del percorso espressivo del pittore, di cui era divenuto molto amico e sincero ammiratore.

F.R. (13 febbraio 2022)



giovedì 10 marzo 2022

Arte Moderna in Italia 1915-1935 - Testi dei Critici, 36. Mario Rivosecchi (RICCARDI).

 


Post Precedenti:

1. RAFFAELE MONTI ( I ) - 16 giugno 2018
2. IDA CARDELLINI (LORENZO VIANI) - 28  settembre 2018 
3. UMBRO APOLLONIO (NATHAN, BIROLLI) - 19 settembre 2019
4. MARCELLO AZZOLINI (GUERRINI, CHIARINI, VESPIGNANI). 6 ottobre 2019
5/I. FORTUNATO BELLONZI (BOCCHI, D'ANTINO). 12 novembre 2019
5/II. FORTUNATO BELLONZI (MORBIDUCCI, SAETTI). 28 dicembre 2019
6. ALDO BERTINI (CREMONA, MAUGHAM C., PAULUCCI). 22 gennaio 2020.
7. ANNA BOVERO (BOSWELL, CHESSA, GALANTE). 5 febbraio 2020.
8. SILVIO BRANZI (SCOPINICH, BALDESSARI, NOVATI, SPRINGOLO, RAVENNA, KOROMPAY, ZANINI). 23 febbraio 2020.
9. GIOVANNI CARANDENTE (COMINETTI, MARINI). 4 marzo 2020.
10. ITALO CREMONA (REVIGLIONE). 7 maggio 2020.
11. ENRICO CRISPOLTI, I (BALLA, EVOLA, ALIMANDI, BENEDETTA). 2 aprile 2020.
12. ENRICO CRISPOLTI, II (COSTA, DIULGHEROFF, DOTTORI, FILLIA). 6 aprile 2020.
13. ENRICO CRISPOLTI, III (ORIANI, PANNAGGI, PRAMPOLINI, MINO ROSSO), 10 aprile 2020.
14. RAFFAELINO DE GRADA I (BOLDINI, ANDREOTTI). 22 giugno 2020.
15. RAFFAELINO DE GRADA II (BERNASCONI, CARPI, CARENA, FUNI). 6 luglio 2020.
16. ANTONIO DEL GUERCIO (MAZZACURATI, MENZIO, RICCI). 8 agosto 2020
17. TERESA FIORI (INNOCENTI). 1 settembre 2020.
18. CESARE GNUDI (FIORESI, PIZZIRANI, PROTTI). 2 ottobre 2020.
19. VIRGILIO GUZZI (MANCINI, CAVALLI, MONTANARINI, PIRANDELLO). 19 novembre 2020.
20. MARIO LEPORE (DEL BON, LILLONI). 21 dicembre 2020.
21. LICISCO MAGAGNATO (NARDI, PIGATO, FARINA, TRENTINI, ZAMBONI, BERALDINI, SEMEGHINI). 21 gennaio 2021.
22. CORRADO MALTESE (GERARDI). 4 marzo 2021.
23. FRANCO MANCINI (PANSINI, NOTTE, BRESCIANI, CRISCONIO, CIARDO, GATTO, VITI).  3 aprile 2021.
24. GIUSEPPE MARCHIORI, 1 (ROSSI, LICINI). 3 maggio 2021.
25. GIUSEPPE MARCHIORI, 2 (SEVERINI, SPAZZAPAN). 28 maggio 2021.
26. MICHELANGELO MASCIOTTA, 1 (LEGA, VENNA LANDSMANN, CALIGIANI, COLACICCHI). 7 giugno 2021.
27. MICHELANGELO MASCIOTTA, 2. (DE PISIS, PEYRON, LEVASTI, CAPOCCHINI). 18 giugno 2021.
28. GIAN LORENZO MELLINI. (VITTORINI, SALIETTI, SANI, DE JURCO, BUGIANI). 23 luglio 2021.
(Il numero 29 sarà prossimamente pubblicato).
30. ALESSANDRO PARRONCHI (CARLINI, MOSES LEVY). 14 settembre 2021
31. GIACINTO NUDI. (RAFFAELE CASTELLO). 16 agosto 2021.
32. GUIDO PEROCCO (CADORIN, MARTINI, MOGGIOLI, PELLIS), 1. 23 ottobre 2021
32bis. GUIDO PEROCCO (ZECCHIN, CAVAGLIERI, GARBARI, CAGNACCIO DI S. PIETRO), 2. 6 novembre 2021
33. AGNOLDOMENICO PICA (DEPERO, BOLAFFIO, MARTINI, SIRONI, D'ALBISOLA, GHIRINGHELLI, USELLINI). 16 dicembre 2021
34. ATTILIO PODESTA' (MERELLO, RAMBALDI, SACCOROTTI). 24 gennaio 2022
35. GIUSEPPE RAIMONDI (ROMAGNOLI, BERTOCCHI, COLLIVA, CORAZZA) con Appendice 1946, del 16 febbraio 2022. 13 febbraio 2022

Di Mario Rivosecchi, studioso piuttosto appartato, in rete ho trovato soltanto la biografia seguente:



Questo personaggio è stato forse conosciuto da Carlo L. Ragghianti quando, "bandito" dal fascio di Lucca nel 1926, ancor ragazzo risiedette a Firenze. In questa città frequentò Montale, alcuni suoi amici e conoscenti, e il liceo Michelangiolo, anche se con più assenze ingiustificate che presenze, tant'è che sostenne la maturità a Pisa come privatista.

Altrimenti mio padre conobbe certamente Rivosecchi a Roma tra il 1933 e il 1938, o nel 1945 quale sottosegretario. Fu una conoscenza positiva, come si evince dal tono dell'allegata lettera inviata il 28 novembre 1968 a Rivosecchi.

venerdì 4 marzo 2022

I. Cremona; L. Viano; G. Veronesi; P. Portoghesi; P. Pierotti; C. Gubitosi; F. Gurrieri; A. Gimenez Yepez.

Alla rinfusa, Au Hasard, Random - Corrispondenze, 1.


 




  • Italo Cremona (1951);
  • Luigi Viano (1953);
  • Giulia Veronesi (1961);
  • Paolo Portoghesi (1969);
  • Piero Pierotti (1976);
  • Camillo Gubitosi (1977);
  • Francesco Gurrieri (1983);
  • A. Gimenez Yepez (1985).

Questa nuova rubrica, che opportunamente inizia con una casuale scelta di lettere (contenuta in una quasi “intonsa” scatola fatta oggetto di indagine del contenuto) di Carlo L. Ragghianti a vari interlocutori, nasce dalla acquisita consapevolezza che non ci sarà possibile riscontrare in questo blog tutte le attività e gli studi dei coniugi Ragghianti.

Siccome è evidente, in contesti che spaziano da marginali a troppo complessi e corposi, che non è possibile esaminare e postare tutti gli incartamenti con la necessaria attenzione critica, ci sembra almeno opportuno estrapolare missive con contenuto di qualche particolare interesse (anche esulante il contesto generale) in modo a sé stante, al di là del significato che le stesse hanno in un contesto più complesso e articolato.

Constato che in questo primo gruppo non sono segnalate lettere con rilevante contenuto, come – ad es. – lo è stata la lettera pubblicata in apposito post (v. 28 febbraio 2022) nella quale C.L.R. si rivolge a Bepi Mazzariol circa l'insegnamento dell'arte nella scuola. Però, ne sono sicuro, nel proseguimento di questa “rubrica” si incontreranno importanti aspetti del pensiero e dell'esistenza di Carlo L. Ragghianti.

Così operando si avrà quindi l'opportunità di conoscere – in attesa di puntuali risultati di ricerche operate da studiosi sia già pubblicate o che lo saranno in un futuro indeterminato – almeno atteggiamenti, fatti, notizie, riflessioni ecc. di Carlo L. Ragghianti, altrimenti di improbabile apprendimento da parte dei nostri lettori.

Parimente alle corrispondenze si intende procedere con una rubrica di scritti e documenti che sono attualmente indissolubilmente collegati a contesti (che non siamo ancora in grado di postare con la cura che meritano) di più largo respiro o comunque organici ad esperienze e ricerche dei coniugi Ragghianti.

Anche in questo caso, singole parti saranno estrapolate a causa del loro singolare contenuto, con caratteristiche di indipendenza ed autonomia dal contesto di riferimento. Esperienze di questo tipo sono, comunque, già state effettuate in questo Blog, accompagnate dalle specifiche note redazionali.

F.R. (27 febbraio 2022)


Italo Cremona (1905-1979) pittore, scenografo e costumista, scrittore e storico dell'arte, del quale vedere il post del 7 maggio 2020.


Gino Viano (1910-1990), comandante VI Divisione “Giustizia e Libertà”, medaglia d'argento al valor militare, pittore.