Post precedenti:
23 luglio 2018. n.1 - Preliminari e inaugurazione.
26 agosto 2018. n.2 - Sezione 1A. Indirizzi, metodi e problemi di critica d'arte.
25 settembre 2018. n.3 - Sezione 1B. Spazio, critica d'arte e critica architettonica. Discussione (Sezioni A e B).
25 ottobre 2018. n.4 - Sezione 1C e 1D. Le arti figurative e il cinema. Arti figurative e stampa quotidiana.
25 novembre 2018. n.5 - Sezione 2. Comunicazioni, 1.
Le comunicazioni
scientifiche proseguono nella seconda parte e si concludono con
questo post. Ci limitiamo – come nella precedente uscita – a
fornire qualche dato e qualche notizia su ciascun autore, i cui
contributi sono ad evidentiam meditati quando non importanti
ed originali.
Magda De
Barany-Oberschall (1904 o 1905-1986, p.126) è stata una studiosa
ungherese, rifugiata negli Stati Uniti, e autrice di diversi libri
tradotti in più lingue.
Edward Garrison
(1900-1981, p.129), studioso statunitense specialista in pittura
italiana del XIII secolo, è stato attentamente studiato e discusso
da Ragghianti come dimostrano le schede preparatorie di Pittura
del Dugento a Firenze (1955) in parte – con le fotografie –
ancora nel nostro Archivio di Vicchio. Esse, una trentina di anni fa
furono trattenute per salvaguardarne l'esistenza e proteggerle da
“manine” colluse con studiosi sostanzialmente e
pregiudizialmente avversi a nostro padre. Ciò, sia ben chiaro,
avvenne quando fu evidente che la nostra collaborazione con al
Fondazione di Lucca intitolata ai genitori sarebbe stata spesso
difficile e in balia dell' “umorale” considerazione nei nostri
confronti da parte, e non di lui soltanto, del direttore di turno. Mi
riferisco anche ad una eventuale riedizione critica di Pittura
del Dugento e soprattutto all'edizione di Prius Ars
(titolo del babbo), cioè l'edizione con molte integrazioni del
Medioevo Casini. Non avemmo nemmeno l'occasione di informare
dell'esistenza di queste schede e foto quando fu chiaro che lo
sciagurato volume non avrebbe minimamente rispettato le indicazioni e
le volontà dell'autore. Indico il fatto più eclatante: poche
illustrazioni di grande formato e di particolari spesso, assente la
capillare documentazione visiva (in parte anche pochissimo nota)
dell'arte dal V al X secolo. Ma Ragghianti aveva scritto anche dei
due secoli seguenti, con non poche integrazioni successive alla prima
edizione. Per tacere dell'inizio del XIV secolo. Voglio sperare che
il materiale di C.L.R. consegnato e non utilizzato sia stato
conservato perché altrimenti ci sarebbe una grave perdita di scritti
originali di cui, temo, non c'è altra documentazione. Non riesco a
contenere a distanza di otto anni l'indignazione e la rabbia, e me ne
scuso. Però ho pagato anche di persona perché ho dovuto rompere
bruscamente i rapporti con il nostro fiduciario in questa operazione
editoriale, tra l'altro il mio più caro e vecchio (40 anni)
amico,
perché aveva disatteso tutte le nostre indicazioni e voleri
riguardo al libro e non contrastato le indicazioni di coloro che
hanno realizzato quel “capolavoro”.
Ottavio Morisani (1906-1976, p.132) è stato a lungo
accademicamente vicino a Ragghianti. Notai, però, che via via che si rinsaldava la sua
posizione universitaria tendeva ad allontanarsi. Mai detto
esplicitamente, mi pare che ci fu senz'altro un risentimento nei
confronti di R. quando pubblicò il Mondrian e l'arte del XX
secolo (1962), che anche senza polemiche manifeste di fatto
limitava e “superava” lo studio di don Ottavio L'astrattismo
di Piet Mondrian (Pozza, 1952). Dopo l'ignobile
Tambroni e i moti del
1960 contro fascisti vecchi e nuovi che costrinsero la DC
all'apertura a sinistra, nel 1963 – prima che Moro ricevesse
l'incarico per un governo col P.S.I. e il Pres. Segni col suo fido
carabiniere gen. De Lorenzo tramavano per impedire lo storico
incontro – inopinatamente il Morisani venne a casa nostra un
pomeriggio accompagnato da un “nipote” maggiore del reparto
corazzato dei carabinieri in divisa. Il babbo mi chiamò perché
assistessi alla visita, che fu un sondaggio politico su come la
pensasse Ragghianti e i suoi amici (e compagni ex resistenti). Quando
fu esplicito che mio padre approvava e sosteneva il governo con i
socialisti la conversazione di M. divenne imbarazzata, reticente e
ambigua. Non credo che ciò rinsaldasse i loro rapporti. E' bene che
io chiarisca che quando mio padre aveva bisogno di un testimone in
incontri delicati, importanti o difficili a Firenze (ricordo del
periodo ad esempio soltanto Mario Alicata – suite a Villa Medici! –
il console USA Orenbaugh – pronuncia “Orbo”, C.I.A. e/o
Dipartimento di Stato – e un avvocato romano gran massone che,
diceva lui, parlava anche a nome di La Malfa e gli propose seriamente
di fare il Gran Maestro in un momento di gravi contrasti interni) si
avvaleva della mia silenziosa presenza e della successiva
discrezione.
Giuliano Fabretti
(p.134), studioso legato all'ambiente genovese di cui su Internet non
ho riscontrato date e dati.
Vaclav Richter
(p.138), non penso si tratti del pedagogista céco (1900-1970);
di lui non h quindi rintracciato informazioni.
Michelangelo Muraro
(1913-1991, p.141), studioso specialista, all'epoca piuttosto noto.
Michelangelo Cagiano
di Azevedo (1912-1981, p.143) stimato archelogo accademico.
Giuliana Castelfranchi
(p.145), poi coniugata Vegas. Anche di questa storica dell'arte
su Internet non ho trovato dati né date.
(Viene il sospetto che i
compilatori internettiani – tipo Wikipedia – pubblichino del
passato prossimo, cioè degli ultimi 40 anni soprattutto ma anche
dell'intero scorso secolo, preferibilmente le nullità loro pari e
ignorino tanti, troppi di coloro che invece sono state notevoli
personalità).