Carlo e Licia

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mercoledì 31 gennaio 2018

L'Arte Moderna in Italia 1915-1935, 2 - Alciati, Bartoletti, Biasi, Bonzagni, Bosia, Bucci, Checchi, Costetti, Ferro.


Con questo rievocativo secondo post della storica, sorprendente, cruciale Mostra fiorentina in un Palazzo Strozzi interamente gremito dal sottotetto al cortile del piano terreno con oltre 2000 qualificati dipinti e sculture, iniziamo a pubblicare le schede di quegli artisti la cui presentazione fu redatta da Carlo L. Ragghianti. Essi compariranno rispettando la sequenza del Catalogo accorpando, però le suddivisioni cronologiche di quei maestri dei quali si ritenne necessario distinguere le successive peculiarità espressive.
Anzitutto un chiarimento sui criteri di assegnazione della compilazione delle “schede” di ogni artista al suo interprete critico. La Mostra ideata da R. fu realizzata con l'ausilio di un Comitato tecnico e di un Comitato Nazionale di consulenza (vedi il primo post della serie comparso il 30.12.2017) tra i cui membri furono distribuiti anche i compiti di provvedere alla presentazione degli artisti, tenendo conto delle specifiche competenze e mediando tra le richieste singolari. Di conseguenza le schede oggetto di questa serie di post – cioè quelle assegnate alla penna di C.L.R. e quelle firmate “redazione”, ma compilate da mio padre con l'ausilio di Raffaele Monti in determinate “voci” – sono anche il risultato di una evocazione a sé di artisti per il lavoro dei quali Ragghianti aveva una particolare competenza, oppure una qualche speciale attenzione o curiosità, una personale problematica da risolvere. Ne risulta una scelta piuttosto ampia ed esauriente nonostante – dato il carattere collegiale delle riunioni – Ragghianti abbia dovuto rinunciare a scrivere, in favore di colleghi specialisti o insistenti sollecitatori, su alcuni maestri a lui cari o su artisti per i quali aveva già o stava elaborando approfondimenti e chiarimenti. 
Le schede “redazionali”, che saranno qui riproposte dopo quelle firmate C.L.R., hanno alcune particolari situazioni: in qualche caso fu una supplenza a inadempienza improvvisa, in altri fu mancanza di “volontaria” richiesta per competenza specialistica, in altri casi ancora – riconosciuta l'importanza dell'artista e la sua dignità di essere rappresentato – si dovette provvedere con 
urgenza, anche estrema come nel caso di una scheda dettata direttamente al proto della tipografia. Non mi sento di escludere che ci sia tra questi artisti anche qualche caso sottratto salomonicamente a “litigiosità” professionali. Di alcuni Maestri integriamo la scheda originale con altre illustrazioni e documenti, oppure con brevi commenti. Per altri artisti sui quali C.L.R. ha altre volte scritto in precedenza o successivamente al 1966 riportiamo questi testi configurando un post su di un singolo autore, specialmente quando il materiale è tutto o quasi tutto coerente con la cronologia della Mostra.
Un'avvertenza: nel Catalogo 1967 le didascalie delle opere sono elencate tutte a parte in apposita sezione, mentre nelle schede compare soltanto il numero di riferimento sotto ogni illustrazione. Noi abbiamo riunito le didascalie al testo e alle relative illustrazioni. Dato però che nel Catalogo non sono riprodotte tutte le oltre duemila opere esposte, ci saranno schede in cui le didascalie elencate sono più numerose delle illustrazioni presenti. C'è poi il fatto che le riproduzioni a colori nel Catalogo sono tutte riunite in apposite sezioni, mentre noi le uniamo alla scheda, quando possibile. Comunque non abbiamo tolto le didascalie in eccedenza perché esse documentano le presenza di una determinata opera in un contesto storiografico di riferimento importante e prestigioso, come fu questa esposizione Arte Moderna in Italia 1915-1935.
In questo secondo post compaiono artisti radicati nell'800 ma ancora attivi e innovativi perlomeno durante e dopo la Prima Guerra Mondiale. Si tratta di Evangelina Alciati, Nino Bartoletti, Pasquarosa Bartoletti Marcelli, Giuseppe Biasi, Aroldo Bonzagni, Agostino Bosia, Anselmo Bucci, Arturo Checchi, Giovanni Costetti, Cesare Ferro.
Per gli altri artisti iniziali, che si susseguono in Catalogo in ordine alfabetico come Edita Broglio, Felice Casorati, Primo Conti e Ferruccio Ferrazzi (tutti distribuiti in Catalogo in almeno due sezioni della Mostra) sono previsti appositi “post” monografici che pubblicheremo successivamente dopo averli integrati con scritti, documenti, illustrazioni pertinenti che Carlo L. Ragghianti ha loro dedicato nella sua instancabile e assidua attività di storico dell'arte.
In questo gruppo iniziale di artisti in Catalogo compaiono anche Maestri come Amedeo Bocchi, Giovanni Boldini, Guido Cadorin e Nicola D'Antino di cui Ragghianti, pur avendo di loro scritto o con loro scambiato corrispondenze anche cospicue e significative, dovette concedere la compilazione delle schede ad altri studiosi. Di essi “a Dio piacendo” – come diceva il compianto contadino marciallese gestore del nostro campo attorno a Villa la Costa, Strambi Mario (aveva fatto il militare in guerra come infermiere!) – ci occuperemo in appositi interventi.
(F.R.)





Di questo pittore e della splendida sua moglie pittrice, raro caso di affiatamento coniugale, posso testimoniare che C.L.R. li conobbe durante il periodo in cui 
visse a Roma negli anni Trenta, non so quanto li frequentò, certamente li stimò.    (F.R.)


Ricordo, manifestato per inciso ma diverse volte negli anni, una curiosità ed un interesse critico di Ragghianti insoddisfatto della penuria di valida documentazione di cui disponeva. Quando il dr. Roberto Togni, allora funzionario alla Regione Lombardia, gli propose la sua interessante ricerca Aroldo Bonzagni disegnatore di attualità. La collaborazione a “El Zorro”, 
 1914 mio padre pubblicò immediatamente il saggio su “Critica d'Arte” (n. 160-162, lug.-dic. 1978). Ricordo anche che pungolò, invano, Raffale Monti e un suo allievo all'Università dell'Arte (che non conobbi perché lavoravo in Vallecchi ed era lì che mi occupavo della redazione della rivista) perché facessero ulteriori ricerche su questo artista precocemente scomparso. (F.R.)



Apprezzato in qualità di pittore, ma come si deduce dal testo della scheda, deplorato per la dispersività; come essere umano ricordo vagamente che circa sessant'anni or sono Ragghianti deprecò severamente, in occasione della 
morte di una cara amica milanese, il di lui comportamento perché aveva vilmente sedotta ed abbandonata decenni prima una consanguinea della defunta, nonché per altri scorretti comportamenti di vita dell'artista.  (F.R.)

Purtroppo non fui io ad accompagnare C.L.R. nella visita allo studio di questo artista, comportamentalmente modesto epperò tranquillamente conscio del proprio valore espressivo, avvenuta nell'estate del 1966. Accessione convincente, tant'è che la scheda “Checchi” invece che al solito (simpatico) Michelangelo Masciotta, autore deputato per i “toscani”, fu avocata a sé da Ragghianti.
Codicillo. Verso la fine del primo decennio di questo secolo, a seguito di evidenti rimorsi di coscienza per averci “fottuto” (facendoci appioppare una inusitata ma pesante “notifica”) l'esito dell'Asta Pananti col lascito artistico dei genitori a Rosetta e a me proposto per la dispersione perché assolutamente necessario all'acquisto delle nostre prime abitazioni di proprietà (a 60 anni suonati!), un “esecutore” testamentario mi si presentò qui a Vicchio con un gruppetto di opere di grafica a me destinate dal recente defunto sedicente (per interposta persona) pentito. In vero non si trattava di oggetti di valore pecuniario, tutti evidenti sottrazioni a C.L. Ragghianti e oltretutto evidenti rimasugli di altre spoliazioni operate dalla cara anima nel corso di decenni di collaborazione col Maestro (quando penso a un dipinto abbastanza 


importante di Mario Tozzi o ad un medio formato ad olio di Mario Cavaglieri, ad es., ancor mi girano...). 
Per farla breve, oltre a una silloge di grafiche originali eccentriche al proprio consueto operare di un attoscanato noto per il rompimentismo insistente (tanto da procurargli la nomea di iettatore), assai apprezzabili per qualità erano soltanto i due album (uno di incisioni, l'altro di xilografie) e un disegno a penna di Arturo Checchi. Dalle ricerche che ho tentato di fare (si veda il post Un libraccio su Arturo Checchi del 2.11.1017) risulta chiaramente che l'artista confezionò di persona in ristretto numero di esemplari questi album, con “didascalie” a stampa monotipica e qualche nota manoscritta essenziale sui fogli, tra loro con qualche differenza di contenuto o di stato di tiratura, dato che queste carte si riferiscono tutte alla prima parte del secolo scorso. Spero, pensando sempre all'intercalare di Mario Strambi qui citato nell'introduzione, di poter illustrare in un apposito post queste due cartelle amorevolmente confezionate dall'artista per donarle a quei critici ed agli amici di cui egli aveva particolarmente gradito l'interessamento al proprio operato. 
(F.R.)
Nudi, 1930. Firenze, Museo del Novecento.


Come Benedetto Croce dichiarava la superstizione inammissibile logicamente epperò napoletanamente faceva debiti scongiuri, anch'io non sono superstizioso ma disegno all'occorrenza (come per altro la mia triestinissima mamma) un bel paio di corna. Carlo L. Ragghianti, invece, superstizioso non lo era per niente. Se ne era occupato in termini di ricerca sulla gestualità 
studiando Andrea de Jorio, il Maddaloni e altri epigoni meridionali per i quali questa fenomenologia aveva importante rilevanza. Quindi, per la nomea attribuita a questo pittore, C.L.R., a fronte della totale latitanza o del rifiuto dei membri dei Comitati della Mostra e dei suoi più vicini collaboratori, dovette scrivere lui questa scheda. (F.R.)
L'apprezzamento di C.L.R. per questo “petit-maître” è evidente. Ricordo che durante la preparazione di questa Mostra il babbo sollecitò – invano – i membri 
del Comitato tecnico (all'occasione all'allargato ai Comitato di consulenza) a fornirgli maggiori e ulteriori notizie su questo pittore. (F.R.)

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