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mercoledì 21 giugno 2023

Resistenza. Tre testi, tre lettere di Carlo L. Ragghianti

  • Vilipendio della Resistenza ("Criterio", n.11, 1957);
  • La Resistenza deve ancora resistere ("Criterio", n.4, 1958);
  • Dalla Resistenza ad oggi ("Nuova Antologia", n.2128, ott.-dic. 1978);
  • lettera a Carlo Gabrielli Rosi, Firenze, 9 novembre 1959;
  • lettera a Luigi Boniforti, Firenze, 25 gennaio 1962;
  • lettera al partigiano Leoni, Firenze, 29 aprile 1974.


 

Nell'ambito della preparazione per la postazione del libro Disegno della liberazione italiana (vedasi post del 16 giugno 2023) ho riscontrato i materiali già sommariamente ordinati inerenti quel periodo. Ne è conseguita la possibilità di allestire altri interventi su argomenti contigui ma con differenti aspetti delle vicende e dei personaggi implicati nel riscatto dell'Italia liberatasi dalla vergognosa tirannia monarchico-fascista e fascista repubblichina.

Questo (un accademico scriverebbe “il presente”) post riunisce sei contributi di Carlo L. Ragghianti. I primi due sono editoriali pubblicati su “Criterio”, la rivista di cultura ideata da mio padre per cercar di dare un aspetto il più possibile unitario a quell'area di opinione pubblica oscillante dai liberali ai socialisti autonomisti o senza partito. Cioè a coloro che negli anni fino al 1950 costituirono l'area della Terza Forza (più che altro ipotetica, così come oggi lo è approssimativamente l'elettorato cui si rivolgono Calenda e Renzi).

Il terzo articolo riproduce l'acclamato discorso che C.L.R. tenne in Palazzo Medici Riccardi il 16 settembre 1978 alla presenza del neopresidente della Repubblica Sandro Pertini. Aneddoticamente: dopo la manifestazione C.L.R., il Presidente, il suo accompagnatore ufficiale e lo scrivente si recarono a cena da Sabatini, in una saletta appartata, dove 

R. e P. conversarono in animata amicizia fino ad ora piuttosto tarda. Per me fu il secondo incontro con Pertini; la prima in un contesto informale, disteso, intenso ed amichevole, nel quale ebbi l'onore di interloquire, ovviamente se implicato. La lettera a Gabrielli Rosi, esponente partigiano in lucchesia, è – direi – importante storiograficamente. Oggi essa rappresenta anche una valida indicazione su come affrontare idealmente il presente destrorso e cercare di ottenere un futuro autenticamente “antifascista”.

La lettera a Luigi Boniforti, il moderato amico e successore quale presidente del C.T.L.N., riflette sul pericolo rappresentato da un fascismo europeo 1962, non dissimile nella sostanza dall'estrema destra mondiale attualmente in grande espansione praticamente incontrastata da una massa di cleptocrati più o meno democratici.

L'ultima lettera è indirizzata a Leoni, un ex partigiano, dipendente dalla Nettezza Urbana, probabile rappresentate sindacale: essa riguarda l'iscrizione da incidere in una lapide commemorativa dei trent'anni dalla liberazione. Non so se i comunisti e i democristiani permisero che essa fosse realizzata, data la “severità” del testo.

F.R. (27 maggio 2023)








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