Carlo e Licia

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lunedì 14 novembre 2022

Arte Moderna in Italia 1915-1935 - Testi dei Critici, 29/I. RAFFAELE MONTI (CAPPIELLO, CHINI).

 


Post Precedenti:

1. RAFFAELE MONTI ( I ) - 16 giugno 2018
2. IDA CARDELLINI (LORENZO VIANI) - 28  settembre 2018 
3. UMBRO APOLLONIO (NATHAN, BIROLLI) - 19 settembre 2019
4. MARCELLO AZZOLINI (GUERRINI, CHIARINI, VESPIGNANI). 6 ottobre 2019
5/I. FORTUNATO BELLONZI (BOCCHI, D'ANTINO). 12 novembre 2019
5/II. FORTUNATO BELLONZI (MORBIDUCCI, SAETTI). 28 dicembre 2019
6. ALDO BERTINI (CREMONA, MAUGHAM C., PAULUCCI). 22 gennaio 2020.
7. ANNA BOVERO (BOSWELL, CHESSA, GALANTE). 5 febbraio 2020.
8. SILVIO BRANZI (SCOPINICH, BALDESSARI, NOVATI, SPRINGOLO, RAVENNA, KOROMPAY, ZANINI). 23 febbraio 2020.
9. GIOVANNI CARANDENTE (COMINETTI, MARINI). 4 marzo 2020.
10. ITALO CREMONA (REVIGLIONE). 7 maggio 2020.
11. ENRICO CRISPOLTI, I (BALLA, EVOLA, ALIMANDI, BENEDETTA). 2 aprile 2020.
12. ENRICO CRISPOLTI, II (COSTA, DIULGHEROFF, DOTTORI, FILLIA). 6 aprile 2020.
13. ENRICO CRISPOLTI, III (ORIANI, PANNAGGI, PRAMPOLINI, MINO ROSSO), 10 aprile 2020.
14. RAFFAELINO DE GRADA I (BOLDINI, ANDREOTTI). 22 giugno 2020.
15. RAFFAELINO DE GRADA II (BERNASCONI, CARPI, CARENA, FUNI). 6 luglio 2020.
16. ANTONIO DEL GUERCIO (MAZZACURATI, MENZIO, RICCI). 8 agosto 2020
17. TERESA FIORI (INNOCENTI). 1 settembre 2020.
18. CESARE GNUDI (FIORESI, PIZZIRANI, PROTTI). 2 ottobre 2020.
19. VIRGILIO GUZZI (MANCINI, CAVALLI, MONTANARINI, PIRANDELLO). 19 novembre 2020.
20. MARIO LEPORE (DEL BON, LILLONI). 21 dicembre 2020.
21. LICISCO MAGAGNATO (NARDI, PIGATO, FARINA, TRENTINI, ZAMBONI, BERALDINI, SEMEGHINI). 21 gennaio 2021.
22. CORRADO MALTESE (GERARDI). 4 marzo 2021.
23. FRANCO MANCINI (PANSINI, NOTTE, BRESCIANI, CRISCONIO, CIARDO, GATTO, VITI).  3 aprile 2021.
24. GIUSEPPE MARCHIORI, 1 (ROSSI, LICINI). 3 maggio 2021.
25. GIUSEPPE MARCHIORI, 2 (SEVERINI, SPAZZAPAN). 28 maggio 2021.
26. MICHELANGELO MASCIOTTA, 1 (LEGA, VENNA LANDSMANN, CALIGIANI, COLACICCHI). 7 giugno 2021.
27. MICHELANGELO MASCIOTTA, 2. (DE PISIS, PEYRON, LEVASTI, CAPOCCHINI). 18 giugno 2021.
28. GIAN LORENZO MELLINI. (VITTORINI, SALIETTI, SANI, DE JURCO, BUGIANI). 23 luglio 2021.
30. ALESSANDRO PARRONCHI (CARLINI, MOSES LEVY). 14 settembre 2021
31. GIACINTO NUDI. (RAFFAELE CASTELLO). 16 agosto 2021.
32. GUIDO PEROCCO (CADORIN, MARTINI, MOGGIOLI, PELLIS), 1. 23 ottobre 2021
32bis. GUIDO PEROCCO (ZECCHIN, CAVAGLIERI, GARBARI, CAGNACCIO DI S. PIETRO), 2. 6 novembre 2021
33. AGNOLDOMENICO PICA (DEPERO, BOLAFFIO, MARTINI, SIRONI, D'ALBISOLA, GHIRINGHELLI, USELLINI). 16 dicembre 2021
34. ATTILIO PODESTA' (MERELLO, RAMBALDI, SACCOROTTI). 24 gennaio 2022
35. GIUSEPPE RAIMONDI (ROMAGNOLI, BERTOCCHI, COLLIVA, CORAZZA) con Appendice 1946, del 16 febbraio 2022. 13 febbraio 2022
36.  MARIO RIVOSECCHI(RICCARDI). 8 marzo 2022
37. MARIO ROSCI(BONFANTINI). 14 marzo 2022
38. PIER CARLO SANTINI (ROSAI) 1. 17 aprile 2022
39. PIER CARLO SANTINI (SOLDATI) 2. 22 aprile 2022
40. ALBERTO SARTORIS (PETTORUTI, BADIALI, RADICE, REGGIANI, RHO). 24 maggio 2022
41. GIUSEPPE SPROVIERI (DE ANGELIS). 18 giugno 2022
42. ANTONELLO TROMBADORI, 1 (DONGHI, CERACCHINI). 13 luglio 2022
43. ANTONELLO TROMBADORI, 2 (GUZZI, STRADONE, RAPHAEL MAFAI, ZIVERI). 23 luglio 2022
44. MARCO VALSECCHI (CORSI, DE GRADA). 22 settembre 2022.
45. MARCO VALSECCHI, 2 (TOSI, TOZZI, BREVEGLIERI). 27 settembre 2022


Non mi sembra il caso di ripetere puntualmente quanto già scritto su Raffaele (Lele) Monti in questo blog. Quanto da lui elaborato in relazione alla Mostra “Arte Moderna in Italia 1915-1935” sarà qui sotto ricordato.

Va sottolineato che il 20 maggio 2020 è stato postato il saggio da lui scritto per il catalogo Carlo Ludovico Ragghianti e il carattere cinematografico della visione (Charta, 2000) – preceduto da una testimonianza redazionale – dal toccante titolo Ricordo di una esperienza irripetibile, riguardante il suo lungo rapporto di discente e collaboratore poi di C.L.R. . In questo post sono riprodotte alcune rare fotografie di Monti della metà degli anni Cinquanta.

Dello studioso labronico, il quale molto teneva alla sua città di nascita, il 17 aprile 2018 ho postato Due pseudo Marini di Lele Monti; dell'11 aprile 2021, poi, è l'impegnativo post 

su Andrea del Sarto, monografia della maturità critica dello storico dell'arte. Lele Monti è anche ricordato aneddoticamente in molti post del blog, data la sua vicinanza a C.L.R. e l'amicizia con gli altri familiari dello storico lucchese. Però egli va qui ricordato quale autore o coautore di molte schede redazionali su artisti presenti nella mostra “Arte Moderna in Italia 1915-1935” e firmato le schede di Cappiello e Chini qui riunite, nonché quelle successive su Nomellini, Sforni, Ghiglia, Soffici, Dewitt, Viviani, Giorgi.

Non va dimenticato, infine, l'esauriente ed impegnato testo Arte in Italia 1915-1935 che postammo il 16 giugno 2018. In esso Raffaele Monti analizzò l'intero percorso della mostra di Palazzo Strozzi, estratto dal fascicolo speciale n.91-92 di “Critica d'Arte” (dicembre 1967).

F.R. (1 novembre 2022)

Come segnalato in calce alla scheda del Catalogo, la presenza di Cappiello in questa mostra è praticamente simbolica, consistendo soltanto in alcuni bozzetti reperiti con difficoltà. D'altra parte, come si può constatare nella nostra sequenza illustrativa sull'opera "pittorica" dell'artista, l'aspetto creativo di Cappiello si esplica soprattutto nell'esercizio della litografia, cui attendeva personalmente con acribia.

Si può persino sostenere che Cappiello, oltre che caricaturista (si veda il post del 28 agosto 2021) e proprio perché anche tale, è un artista sostanzialmente grafico e quindi che per lui il bozzetto "pittorico" non era il protagonista del progetto artistico ma soltanto una forma – certamente creativa – finalizzata al risultato litografico. Quindi, a rigor di logica Cappiello andava escluso dall'esposizione di Palazzo Strozzi dato che per propri limiti organizzativi la Mostra 1915-1935 esponeva soltanto pitture e sculture, tralasciando le altre forme espressive (architettura compresa) per motivi pratici, certo non per arbitraria classificazione di importanza gerarchica circa la validità dell'espressione visiva di artisti con altre modalità. Ne consegue che la presenza di Cappiello si è verificata perché fortissimamente voluta da Raffaele Monti, che gli altri membri della Commissione Esecutiva non vollero avvilire, stante la oggettivamente enorme mole del suo lavoro e della sua particolare dedizione in quella circostanza.

E' comunque inoppugnabile quanto sostiene Monti nella sua scheda introduttiva, cioè che "questa idea grafica di Cappiello si pone non solo il momento propulsore più genuino e vivido del suo linguaggio, ma anche il punto di partenza di tutta la grafica pubblicitaria del Novecento".

Carlo L. Ragghianti, come si evince dalla qui sotto riprodotta breve lettera del 8 agosto 1960, conosce "abbastanza bene l'opera di Cappiello" che "dovrebbe essere studiata e riveduta, per non dare giudizi inadeguati". Lo storico lucchese non ebbe occasione di esprimersi criticamente in maniera diretta su Cappiello, salvo la recensione Cappiello a Lyon (anch'essa riprodotta) pubblicata in "SeleArte" (n.53, sett.-ott. 1961, pp.72,73). Sempre su questa rivista (n.23, mar.-apr. 1961, pp.51-53), fu pubblicato Monumento a Cappiello nella rubrica "corrispondenza". Infatti una lettera di Ignazio Weiss proponeva di indire un concorso – aperto a architetti e artisti pubblicitari – per studiare e proporre in luogo di un obsoleto monumento celebrativo "vari mezzi adatti a presentare i manifesti e curarne la loro impaginazione ... e con adatte costruzioni tridimensionali

da collocare nelle strade e nelle piazze ... e con quanti altri sistemi la fantasia e la moderna concezione architettonica possa suggerire alla sensibilità di un architetto o di un artista pubblicitario...". C.L. Ragghianti "non può che appoggiare con il massimo consenso le proposte di Ignazio Weiss". E' evidente che in questo contesto l'analisi dell'arte di Cappiello non è pertinente con il contenuto di questo nostro blog "Ragghianti & Collobi". Comunque, chi ne sia interessato può riscontrare il tutto all'interno del post Documenti, 2 del 19 maggio 2022.

L' "Antologia critica" comprende Un grande mito bizzarro, saggio portante del Catalogo L.C. dalla pittura alla grafica (Artificio, in occasione della mostra a Saint-Vincent 1986) nel quale ancora Raffaele Monti il quale, premesso "che uno dei più importanti artisti di nascita italiana non abbia mai avuto in patria sino ad oggi una grande mostra", si diffonde con competenza nei vari aspetti per i quali i "mezzi di comunicazione visiva più recenti non hanno forse ancora trovato, al di là dei discorsi convenzionali e delle analisi analitiche, un metodo di lettura esatto" per cui si riconosce finalmente che Cappiello è "molto più evoluto ed originale di gran parte di pittori, scultori, architetti consunti dalla mitologia d'uso" è un'artista, insomma, tra i principali protagonisti della sua epoca.

Riporto poi un'intervista di Cappiello alla Radio francese (1939), la quale è naturalmente importante quale documento della visione riecapitolativa di un artista giunto a conclusione del proprio percorso visivo. Dal volume Cappiello 1875-1942. Caricatures, affiches, peintures et projects décoratifs (Les Dossiers d'Orsay, 1981, pp. 109-112) riproduco il circostanziato saggio di R. Bargiel-Harry La place de Cappiello dans l'histoire de l'Affiche. Da "La Gazette des Beaux-Arts" (ottobre 1981, pp.137-142) estraggo la testimonianza di Monique Cappiello – C. mon beau-père – nella quale la nuora dell'artista descrive il lavoro di Cappiello, conscio della propria originalità, tramite un'aneddotica familiare inedita.

Concludo con la recensione della Mostra di Saint-Vincent, scritta da Emilio Tadini (1927-2002) su "Il giornale" (Milano, 1 maggio 1985). Il noto artista all'apice della propria brillante carriera, prima di esordire come pittore nel 1961, nel 1947 pubblicò un poemetto nel "Politecnico" di Vittorini. Todini fu in seguito costantemente critico d'arte e quindi romanziere, in questo articolo dà una spiegazione del perché "senza Leonetto Cappiello ... la storia del manifesto pubblicitario, è il caso di dirlo, sarebbe stata certamente diversa".

F.R. (15 settembre 2022)

Antologia Critica
Opere di Cappiello

Di Galileo Chini, artista davvero poliedrico e uomo avventuroso (come dimostra la sua eccezionale trasferta professionale nel Siam, 1911-1914), in questa sede distinguerei da un lato il pittore dal ceramista e autore di vetrate ed altre attività artistiche. Così non si illustrerà né la pittura né le altre espressioni creative precedenti la guerra mondiale 1914-1918, in analogia a quanto abbiamo documentato quasi sempre del lavoro degli artisti nati nella seconda metà dell'Ottocento. Per campanilismo mugellano, e per non dare un dispiacere all'amico e collega Adriano Gasparrini, farò eccezione a quanto sopra accennando al Museo della Manifattura Chini, la quale – per altro – sta alla base della “fortuna” di Galileo e dei suoi familiari.

Per Raffaele Monti, facile a esaltate passioni come anche quella contemporanea per Duilio Cambellotti (1876-1960), l'aspetto più originale delle realizzazioni di Galileo Chini riguardò le ceramiche, delle quale lo studioso labronico fu anche esperto collezionista. Tanta attenzione curiosamente, però, non gli evitò di sbagliare la data di morte dell'artista di Borgo San Lorenzo: nel Catalogo 1915-1935 il decesso di Chini è nel 1945, anziché l'esatta data del 1956.

Carlo L. Ragghianti non risulta essersi mai occupato specificatamente delle molte attività espressive di Galileo Chini, il cui cognome ricorre – ad es. – in “SeleArte” una volta soltanto (n.69, p.9); in Bologna cruciale 1914 lo stesso (1969, p.105). Di rapporti tra il critico e l'artista c'è soltanto una lettera (del 7 novembre 1952) nella quale il 

pittore esprime a C.L.R. l'ammirazione per la pubblicazione della rivista “SeleArte”. Questa lettera – inedita – è stata donata al citato amico Adriano Gasparrini dalla famiglia Ragghianti in ricordo delle collaborazioni redazionali che egli ebbe con C.L. Ragghianti.

Nella brevissima Antologia Critica che segue, Raffaele Monti provvede a dar rilievo critico alla figura e all'opera del pittore con Magisterio di Galileo Chini, testo del 1981, più volte pubblicato. Monti ci ricorda anche che sull'artista mugellano ha espresso diversi e importanti contributi Gilda Cefariello Grosso. Nel 1987 presso la Villa medicea di Seravezza, fu allestita una suggestiva mostra antologica dell'opera di Galileo Chini. Dal catalogo (Electa) ripropongo La pittura di G.C., studio dell'allor giovane studioso Fabio Benzi, il quale contribuisce efficacemente a chiarire l'esistenza ancora “di molte zone della sua vastissima attività poco conosciute”. Ovviamente molti sono stati gli scritti generici o divulgativi su Chini, tra i quali ricordo l'eccentrico interesse di Manlio Cancogni (“Il Giornale”, Milano 30 settembre 1984).

Come in precedenza accenato, riproduco il dépliant del Museo della Manifattura Chini, notevole impresa realizzata alla fine del secolo XX con passione e dedizione nella vistosa sede di Villa Pecori Giraldi a Borgo San Lorenzo da studiosi locali (tra cui Gasparrini) e specialisti, come la curatrice del Catalogo (Polistampa, Firenze 1999) Cefariello Grosso.

F.R. (13 settembre 2022)

Antologia Critica
Opere di Chini

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