Carlo e Licia

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martedì 16 agosto 2022

Contini Bonacossi - Telmon - Wittgens - Mira - Musatti - Cavallera - Bufalini - ecc.

  • Da Sandrino Contini Bonacossi, 27 aprile 1945

  • A Sergio Telmon (1920-1995), 28 aprile 1945

  • Da Fernanda Wittgens, un giorno da Roma 1945

  • A Giovanni Mira, 31 agosto 1946 

  • A Riccardo Musatti, 4 febbraio 1956 

  • Da Jean Cassou, 29 déc. 1959; a Jean Cassou, 5 gennaio 1960 

  • A Mario Vinciguerra, 18 maggio 1961

  • A Raffaello Franchini (24 agosto 1980)

  • A Vindice Cavallera, 23 dicembre 1984

  • Paolo Bufalini ad Amintore Fanfani, 9 gennaio 1988 


Da Sandrino Contini Bonacossi, 27 aprile 1945 – Liberazione di Bologna ed Emilia Romagna.

Sandrino Contini Bonacossi (1914-1975) uno dei più brillanti e intrepidi comandanti G.L. combattenti della Resistenza in Toscana, con il consueto piglio scanzonato ragguaglia C.L.R. circa la missione affidatagli. Importante testimonianza è la nota manoscritta da C.L.R., dalla quale si apprende di una sua missione clandestina operativa nel capoluogo dell'Emilia Romagna, regione della quale

durante la clandestinità (1938-1943) egli aveva organizzato i gruppi di Giustizia e Libertà coordinandoli con la cospirazione delle Marche e del Veneto. Già allora, purtroppo, per il Presidente del C.T.L.N., com'era Ragghianti, per certe operazioni politiche si rendeva necessario un'altra forma di “clandestinità” nei confronti anche di certi partiti del CNL.


A Sergio Telmon (1920-1995), 28 aprile 1945 - Sull'organizzazione del Partito d'Azione dopo la Liberazione di Bologna.

Questa lettera, inviata subito dopo la Liberazione di Bologna, dimostra che il Partito d'Azione emiliano, strutturato sotto la responsabilità di C.L.R. tra il 1938 e il 1943, era ancora collegato strettamente alla sua persona. Chiarisce, altresì, che la Liberazione della città era avvenuta anche grazie alle formazioni partigiane G.L. toscane riorganizzate, dopo aver liberato l'estate precedente Firenze, per continuare a combattere i nazifascisti lungo la Linea Gotica e oltre. Tra questi partigiani c'erano tutti i bolognesi e gli emiliani costretti nel 1943 a fuggire per sottrarsi alla cattura e alla concentrazione nei campi di sterminio austrotedeschi. Ricordo a memoria soltanto 

Gnudi, Cavalli, Rinaldi, Campanelli (vedasi il post del 19 maggio 2022), Antonio Giuriolo (vedasi i post del 2 gennaio 2017 e del 25 marzo 2022). La preoccupazione politica del PdA era quella di un predominio dei comunisti, con i socialisti fusionisti, nelle regioni centro-settetrionali, grazie alla evidente adesione popolare massiccia e alla migliore organizzazione. Telmon, allora molto giovane, fu poi giornalista professionista e corrispondente da New York per la RAI-Tv; politicamente aderì con C.L.R., Parri e La Malfa al P.R.I. nel 1946, restando legatissimo a quest'ultimo.



Da Fernanda Wittgens, un giorno da Roma 1945 – Riorganizzazione delle Belle Arti dopo la guerra.

La lettera autografa, scritta in data imprecisata tra luglio e novembre 1945, è di Fernanda Wittgens (1903-1957) recatosi a Roma per le rinnovate beghe nell'Amministrazione delle Belle Arti, nella fattispecie nella Lombardia da poco liberata. Già in questa prima lettera, di un corposo dossier di corrispondenza con C.L.R., la Wittgens – detenuta a San Vittore di Milano come resistente fino al 25 aprile 1945 – risulta qui nella propria caratteristica esuberanza ed era da ben prima della guerra un personaggio di eccezionale valore professionale e coraggio civile e sociale molto noto a Milano. Infatti, la “Fernandissima” ancora oggi è ricordata come personaggio con tratti leggendari, tanto che di recente sono stati pubblicati alcuni libri che ne tracciaon aspetti della biografia, compresa ma pregevole storia e fumetti (alla quale personalmente contesto la figurazione grafica del personaggio, perché nella realtà ella era più alta e piuttosto giunonica, tanto che colleghi maschi della Sovrintendenza la indicavano come quella dal “petto Atlantico” negli anni  

dell'adesione alla N.A.T.O.). La lettera risulta scritta da Roma quando la W. fu ospite nel suddetto soggiorno dei Ragghianti in Palazzo Venezia (nell'appartamento ivi riservato al Truce quando non tornava a Villa Torlonia) con ingresso dalla strada laterale al celebre balcone, con accesso ai giardini interni che costituirono lo sfogo dei miei giochi, giocoforza solitari non conoscendo a Roma nessun bambino. Il Sandrino menzionato nella lettera è Contini Bonacossi, che seguì C.L.R. al Ministero quale Segretario particolare. Ciò per due motivi: era laureato in storia dell'arte, studioso della materia e, grazie alla Collezione di famiglia, ben consapevole del significato culturale delle opere d'arte; il secondo, per altro non nascosto, era che subito dopo la Liberazione Sandrino era l'unico partigiano che poteva sostenersi con mezzi propri in un'occupazione retribuita da fame. Mio padre, Sottosegretario di Stato con compiti speciali era retribuito 29.900 lire, lo ricordo perché un commerciante romano fascista l'urlò alla mamma come fatto spregiativo, miserabile. 



A Giovanni Mira, 31 agosto 1946 – Collaborazione a “Vie d'Italia”.

Lettera dimostrativa delle attività professionali di C.L.R., tornato a vita privata dopo la parentesi nel governo Parri (1945), vedasi post del 15 giugno 2022. Giovanni Mira (1861-1966) storico, antifascista, collega di C.L.R. quale 

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel governo Parri. Dal 1946 prima Vice-presidente, poi Presidente del Touring Club Italiano. L'articolo citato fu pubblicato in “Le Vie d'Italia”, n.12, dicembre 1946, pp.928-933.


A Riccardo Musatti, 4 febbraio 1956 – Maria Luigia Guaita segretaria di redazione di “Criterio”.

Riccardo Musatti (1920-1965) giornalista e storico dell'architettura, funzionario Olivetti nella sede di Milano con gli uffici editoriali e promozionali della società. Personaggio di potere, definito dai suoi detrattori – molti – Riccardo Cuor di Lenone. In un primo tempo C.L.R. indicò per la segreteria di “Criterio” Maria Luigia Guaita (1912-2007), già sua collaboratrice nel 1946-47 nelle Edizioni U, fidatissima e coraggiosissima staffetta partigiana tra comando e singole Brigate Rosselli e Matteotti. Per intervenuti suoi motivi di lavoro, Guaita rinunciò

all'incarico, che fu affidato a Lara Vinca Masini (1923-2021). Ignazio Weiss (1902 - ?), studioso dei mezzi di comunicazione, docente presso la Facoltà di Scienze Politiche di Firenze, era il funzionario Olivetti incaricato dei rapporti di gestione con i coniugi Ragghianti per la rivista “SeleArte” (1952-1966). Persona dotta e competente, si comportò sempre con rara lealtà nei confronti di C.L.R. . Il Calamandrei, cui si accenna nel “poscritto” è Franco (1917-1982), figlio di Piero, giornalista, partigiano, morto senatore P.C.I. con quattro legislature alle spalle.


Da Jean Cassou, 29 déc. 1959; a Jean Cassou, 5 gennaio 1960 – Emilio Pettoruti, Futurismo.

Il critico d'arte francese Jean Cassou (1897-1986), informato della Mostra Storica del Futurismo che C.L.R. stava preparando per la Biennale di Venezia, con vicissitudini poco chiare che ne impedirono l'esecuzione secondo i dettami innovativi e metodologici di C.L.R. (vedasi il post del 10 novembre 2021 e 4 dicembre 2021), segnala il suo amico Emilio Pettoruti (1892-2021), pittore italo-argentino “solitaire” e “franc-tirer” (vedasi per E.P. i 

post del 24 gennaio e del 24 maggio 2022). Ragghianti risponde e si augura di poterlo incontrare a Venezia. Jean Cassou è stato anche giornalista e romanziere, nonché nel 1944 ferito in combattimento contro collaborazionisti e tedeschi nella Francia di Vichy. Lo studioso francese è stato Conservatore capo del Museo Nazionale d'Arte Moderna di Parigi e Direttore dell'École pratique des hautes études.


A Mario Vinciguerra, 18 maggio 1961 - “Corriere della Sera” Restauro, Mario Salmi, Celle di Eugenio Battisti e dei Martiri del Castello del Buonconsiglio a Trento, Regime clericale.

Ancora una lettera (vedasi Corrispondenze, 3 postate il 7 maggio 2022) inviata a Mario Vinciguerra (1887-1972), personaggio antifascista molto stimato da C.L.R., il quale però – risarcito tardivamente con la Presidenza della SIAE – aderì “volentieri” all'esercizio del potere fine a sé stesso. (Personalmente, lo scrivo soltanto perché è un ricordo di un vecchio, da bambino vidi più volte un ometto, stizzoso, aggressivo intellettualmente ma non empatico; da giovane vidi il “capo” di certe spie volontarie della SIAE che nei

giorni prefestivi e festivi giravano nelle strade per individuare negli edifici feste giovanili in corso e con musica, cui elevare multe per evasione SIAE). Seriamente, la lettera di R. è degna di attenzione e riflessione, il tono è – in sintonia con i tempi – piuttosto pessimista, tanto che termina con l'amara constatazione “Mais le coeur n'y est pas”, riferendosi al dovere di impegno civile e sociale anche tramite attività politica. Fu infatti in quell'anno che C.L.R. aderì al P.S.I.


A Raffaello Franchini (24 agosto 1980) – Max Ascoli, C.A.D.M.A.

C.L.R. risponde in modo esauriente ad una domanda postagli da Raffaello Franchini (1920-1990), filosofo interlocutore costante ed amico sincero, riguardante Max Ascoli (1898-1978), esule in U.S.A. a causa del fascismo. La C.A.D.M.A. (Commissione Assistenza 

Distribuzione Materiali Artigianato), di cui C.L.R. fu il Presidente, fu un concreto esperimento di ricostruzione e promozione del “Made in Italy” nel primo dopoguerra, una effettiva e positiva conseguenza del Piano Marshall.


A Vindice Cavallera, 23 dicembre 1984 – Partito d'Azione (formazione, analisi del “fatto storico”, Resistenza, Costituzione, La Malfa 1944-45, Convegno di Bologna 1984.

Reputo questa lettera un documento storico piuttosto importante per la ricostruzione e le affermazioni di Carlo L. Ragghianti in relazione ai vari argomenti trattati. Vindice Cavallera (1911-1998) è stato antifascista, partigiano, politico di professione nell'ambito della galassia socialista del dopoguerra e precedente lo sfacelo craxiano. Laureato in legge, aderì a Giustizia e Libertà dagli inizi, arrestato in seguito alla nota delazione di Pitigrilli, dal 1936 in carcere a Ventotene dove fu uno dei fondatori del Movimento 

Federalista Europeo. Partecipò alla Resistenza romana col P. d'Azione, poi fu con Parri in Unità Popolare, quindi nel PSI. Quando lo conobbi negli anni '80 mi sembrò un vecchio mal ridotto (nonostante avesse un anno in meno di mio padre e gli sopravvivesse poi per 11), e stentai a vedere in lui il determinato ed ostinato combattente per la Libertà. Un caso esemplare di quanto le apparenze possano ingannare.


Paolo Bufalini ed Amintore Fanfani, 9 gennaio 1988 – C.L. Ragghianti

In occasione della stampa (per pochi mesi postuma) della monografia di C.L.R. sull'opera pittorica di Amintore Fanfani (1908-1999) il senatore Paolo Bufalini, importante e noto dirigente del P.C.I., nonché uomo di cultura, scrisse ad Amintore Fanfani per ringraziarlo dell'invio del libro. Una buona parte della lettera si riferisce a Carlo L. Ragghianti, nei confronti del quale il senatore rievoca la propria conoscenza ed amicizia ed esprime la propria stima nei riguardi dello studioso. Siccome è uno dei pochi documenti espliciti che attestano il legame intellettuale e politico prebellico, con le conseguenze postbelliche, di C.L.R. con un nutrito gruppo di giovani intellettuali che poi aderiranno al P.C.I. (Trombadori, Ingrao, Alicata, Guttuso 

e altri), lo pubblico in questa sezione del blog.

Nel Carteggio da poco pubblicato tra Fanfani e C.L.R. risulta che questa lettera è stata inviata a Licia Collobi dal Presidente del Senato, la riproduco perché collegata al post del detto Carteggio (in rete dal 15 giugno 2022). Pubblico anche la copertina e la dedica del libro che Bufalini inviò a mio padre, ora nella Biblioteca della Fondazione Ragghianti di Lucca. Illustro, infine, anche una fotografia del 1964, nella quale Paolo Bufalini è ritratto tra il sen. Sereni e, a destra, il compianto, grande italiano che è stato Enrico Berlinguer.

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