Carlo e Licia

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domenica 15 maggio 2022

"Enciclopedia visiva dell'Arte".

Cosa volesse essere questa Enciclopedia visiva dell'Arte nel tempo è chiaramente esposto da Carlo L. Ragghianti nelle due pagine iniziali dello "specimen" – datate 4 dicembre 1964 – eseguito in una dozzina di copie, a stampa per quanto riguarda i testi e montato a mano per quanto pertiene le singole illustrazioni.

Fu impresa di personale impegno progettuale da parte di C.L.R., coadiuvato direttamente dal proto Mecacci dello Stabilimento tipografico Vallecchi in Viale dei Mille a Firenze. La Casa editrice omonima, non più di proprietà esclusiva dei fratelli Enrico e Piero Vallecchi, era allora gestita editorialmente da Geno Pampaloni e da Alfredo Righi, già segretario di C.L.R. (1946-1954) e braccio destro di Pampaloni. A costoro, entrambi esodati dalla Olivetti, il primo già direttore generale con Adriano, il secondo dal Movimento di Comunità, diretta emanazione politica delle idee innovative del grande industriale.

Per documentare questa iniziativa editoriale del tutto originale anche sul piano internazionale (e tuttora – mi par di constatare – non realizzata da altri editori) riproduco il carteggio intercorso tra Geno Pampaloni, Alfredo Righi e Carlo L. Ragghianti. Da notare in particolare il promemoria che C.L.R. indirizza all'Editore il 13 dicembre 1962, nel quale si illustrano le caratteristiche dell'opera, anticipando ed integrando quanto poi affermato nello "specimen" a stampa del dicembre 1964.

Con lettera del 1° aprile (brutta data per un impegno!) 1964 l'Editore, a firma congiunta Pampaloni-Gozzini (funzionario rappresentante la minoranza Vallecchi, nel 1986 autore della famosa e famigerata legge con le nuove normative per la lotta al crimine organizzato), si impegna a procedere "allo studio e alla preparazione" dell'opera. Nel contratto viene anche stabilito di retribuzione Gian Lorenzo Mellini, quale incaricato operativo. Temo che, come – ma meno di – altri suoi colleghi e collaboratori di C.L.R. per "Critica d'Arte" e altre sue iniziative, anche in questo caso l'incarico fosse assunto considerandolo più come una sorta di borsa di studio che come un impegno di lavoro continuativo e subordinato. Mi duole affermare questo fatto ( più volte, cioè quasi sempre, accaduto) però evidente a fronte degli esiti del progetto e degli eventi successivi dell'impresa.

La lettera del 20 dicembre 1964 a Riccardo (detto Cuor di... non di Leone ) Musatti, dirigente delle Edizioni di Comunità della Olivetti, dimostra che la Enciclopedia era stata abbandonata dalla Vallecchi e già trasmigrata al nord, sede dei colossi editoriali.

Difatti, il 21 ottobre 1969 la lettera di C.L.R. a Gianni Ferrauto della Rizzoli dimostra che il progetto viene riproposto con l'appendice di una guida alla Struttura dell'opera, che riassume quanto in precedenza determinato e progettato da Ragghianti. Di nuovo C.L.R. scrive a Ferrauto l'11 aprile 1970, ricordando l'impegno della Rizzoli (per altro allora agli inizi di una grave crisi per vicende varie, esulanti per lo più dall'editoria).

Finalmente il 17 dicembre 1970, l'amico Paolo Lecaldano (direttore editoriale) riconoscendo la crisi dell'azienda, con una lunga lettera conclude la vicenda della Enciclopedia visiva dell'Arte, con l'amara riflessione che "a nessuno, neanche al più potente, è concesso di fare tutto ciò che vorrebbe quando vorrebbe. Speriamo che, salvo il tuo felice approdo altrove, ci riesca domani quanto non ci è riuscito oggi".

Mi sembra opportuno osservare che questo progetto interamente concepito da C.L.R., stanti le date, sia stato una sua personale risposta al dilagare delle dispense (come "I Maestri del Colore") eccellenti per le riproduzioni, carenti spesso nell'aspetto critico. Già dalla Olivetti e da altre parti c'erano sollecitazioni perché "SeleArte" si "adeguasse" ai formati e contenuti di altre iniziative. Aspetti respinti da C.L.R., il quale voleva preservare l'economicità d'acquisto e l'impianto originale della sua "SeleArte", non popolare ma rivolta al "popolo", al quale servisse di orientamento e di formazione critica e metodologica. Il taglio e il formato dell'Enciclopedia, a mio parere, dovevano proseguire la "filosofia" della rivista con altri mezzi e campi di intervento sollecitati dal progresso tipografico.


F.R. (15 marzo 2022)

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