Carlo e Licia

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sabato 7 maggio 2022

Verde - Vinciguerra - Fischl - Aristarco - Mazzariol - Zevi - ecc.




  • a Carlo Verde (1937)

  • da Mario Vinciguerra (22 luglio 1952)

  • a Mario Vinciguerra (31 luglio 1952)

  • a Egone Fischl (28 ottobre 1959)

  • a Guido Aristrarco (23 febbraio 1963)

  • a Giuseppe Mazzariol (11 ottobre 1970)

  • a uno scolaro e collaboratore (22 novembre 1979)

  • a Bruno Zevi (20 ottobre 1982)

  • due lettere a discenti dell'Università Internazionale dell'Arte (1984,1985)


Progetto impostato a Roma, il Dizionario degli Artisti Italiani fu presentato, con la probabile intermediazione di Aldo Bertini, al prof. Carlo Verde, che è stato dal 1935 fino a dopo gli anni Cinquanta Amministratore delegato della storica Casa Editrice U.T.E.T. di Torino.

Questa lettera è l'unico documento rimasto a Ragghianti di una iniziativa dettata anche da necessità "alimentari", data la precarietà economica dello studioso senza la tessera del Partito fascista obbligatoria per tutte le attività lavorative.


Come scritto in altra occasione, Mario Vinciguerra (1887-1972), storico e antifascista, suggeritore primo di denominare così il Partito d'Azione (Firenze, Casa Ragghianti in Piazza d'Azeglio, convegno dei primi di settembre 1943). Fu per molti anni consentaneo con C.L.R. 

ma dopo la nomina a Presidente della S.I.A.E. Vinciguerra da liberale progressista divenne liberista politicamente regressivo. Se la memoria non mi inganna, dopo la "conquista" del P.R.I. da parte di Ugo La Malfa, V. si schierò con Randolfo Pacciardi.


Esauriente risposta di C.L. Ragghianti alla lettera precedente di Mario Vinciguerra, che contiene notizie e 


riflessioni importanti sulla vexata quaestio della Amministrazione delle Belle Arti.

Il signor Fischl, commerciante in Italia e Svizzera, è stato uno dei collezionisti che nell'immediato dopoguerra si affidarono a C.L.R. per avere indicazioni di acquisto o expertises su opere d'arte, prevalentemente contemporanee in questo caso. I collezionisti privati erano di solito indirizzati a R. da amici o compagni della Resistenza, al corrente delle difficoltà economiche della famiglia Ragghianti oberata di debiti contratti durante la clandestinità. Così anche alcuni antiquari che avevano chiesto la collaborazione di R. già durante la sua

permanenza romana. L'attività di privato professionista di C.L.R. cessò con la chiamata all'Università di Pisa, Fischl in particolare era stato anche uno dei sottoscrittori per rieditare la "Critica d'Arte", ragion per cui R. si sentiva in obbligo di continuare a dargli consigli e suggerimenti, purché non interferissero creandogli conflitto di interessi quale dipendente dello Stato. La "transazione" cui si accenna nel testo si riferisce proprio a "Critica d'Arte", della quale l'editore Sansoni nel maggio 1950 aveva inopinatamente e pretestualmente sospeso la pubblicazione.


Con Guido Aristarco (1918-1996), storico e critico del cinema, C.L.R. dissentiva soprattutto per l'impostazione marxisteggiante e sociologica della sua critica, pur 

consentendo talvolta con alcune prese di posizione di carattere politico-culturale.





La consolidata amicizia con Bepi Mazzariol (1922-1989) consentiva a R. di scrivergli questa lettera allora "riservatissima e confidenziale" riguardante Terisio Pignatti (1920-2004), non solo caro amico ma coautore della Storia dell'Arte italiana (Ia ed. 1957; 3 voll., Mondadori, Milano). R., per altro, raccomandava questo manuale scolastico come primo approccio negli studi, considerandolo meno imbalsamato delle altre Storie 


circolanti nel dopoguerra, scritte anche da altri suoi colleghi e cari amici quali Enzo Carli o Fernanda Wittgens. Rendo noto il "giudizio" su Pignatti, vuoi come esempio delle dichiarazioni anche verbalizzate che si esprimevano nei confronti dei candidati, vuoi perché questa valutazione di R. è positiva nei confronti dello studioso, gradito collaboratore di "Critica d'Arte".

22/11/79 su "Il Male".

In termini piuttosto "coloriti" C.L.R. analizza sociologicamente quella fortunata e per lui conformista rivista satirica, dedicando con sbrigatezza manzoniana solo queste 5 parole alla qualità estetica: "i disegni in genere  

sono brutti". Pubblico la missiva perché essa si può collegare al post Ci specchiamo nei fumetti del 31 gennaio 2022, integrando certe osservazioni generali con questa analisi puntuale. Copro il nome dello scolaro cui è stata indirizzata la lettera perché non è detto che gradisca di essere citato.


Trovo, già estrapolata dal vasto carteggio con Bruno Zevi (1918-2000) questa lettera il cui contenuto è di argomenti piuttosto eterogenei confronto a quelli abituali tra i due studiosi. Tra Zevi e R. il profondo legame di amicizia e 


stima iniziale permanente ha subito talora fasi piuttosto burrascose, soprattutto a causa del carattere assertivo e prepotente di Zevi e quello inflessibile e coerente di Ragghianti.

In questa, come nella comunicazione seguente, C.L. Ragghianti esprime due esempi di risposte scritte a problemi e domande espressi all'inizio del corso con

lui dai discenti iscritti all'Università Internazionale dell'Arte – da poco defunta – di Firenze.

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