Carlo e Licia

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mercoledì 4 maggio 2022

Guido Reni rievocato.

Piuttosto reclamizzato, m'accorgo della Mostra in corso a Roma su Guido Reni a Roma. Il sacro e la natura, che sembra sia anche "la prima di una serie di mostre internazionali dedicate al Maestro del Seicento italiano".

Dato che intorno a Reni non si è potuta creare una "leggenda" stuzzicante, tanto meno criminale come quella – per altro veritiera – sul Merisi da Caravaggio, vedo che anche la fonte a stampa che ho letto punta molto sul "Divino" Guido, non so se veramente "amato" da Raffaello, tetragonamente eterosessuale.

Su questo artista di Nonantola, di indubbia qualità, mi par di poter considerare che l'impostazione data nel 1954 da Cesare Gnudi, Giancarlo Cavalli e dal critico-collezionista Denis Mac Mahon resti di intatta considerazione.

L'unico critico che nel 1954 dissentì da certi aspetti della celebrazione del Reni mi risulta essere stato e ancora rimanere mio padre Carlo L. Ragghianti. In proposito posso testimoniare – dato che C.L.R. mi portò con sé a Bologna a visitare la Mostra – che le riserve e le critiche formali di R., anche su singole opere, costituirono un fitto e animato dibattito con gli amici bolognesi, tanto che il presente Giorgio Morandi – evidentemente a disagio nelle polemiche – preferì pian piano allontanarsi. Mi accodai subito al Maestro, non a causa dell'animazione civile del dibattito tra persone per altro amiche ma perché non ne coglievo pienamente a quell'età il significato.

Accortosi della mia presenza, Morandi (che mi conosceva dal giorno dopo la nascita) borbottò un "andiamo a vedere i quadri". Accompagnandolo come un cagnolino mi resi conto che anche Morandi era piuttosto scettico su certi aspetti della pittura del Reni: bofonchiava piuttosto spesso e scuoteva la testa con evidente disappunto davanti a particolari di quasi tutti i dipinti che vidi con lui. Quindi sopraggiunse il babbo e col solo Morandi fu un fitto scambio di osservazioni e di opinioni, piuttosto severe direi, stante il fatto che non comprendevo a pieno la valenza e la portata soltanto di alcune di esse.

Disseppellito dalla memoria il ricordo di questo viaggio a Bologna, avvenimento ai tempi non consueto, ritengo oggi sia opportuno riproporre il saggio che ne derivò: Guido Reni rievocato che Carlo L. Ragghianti pubblicò su "SeleArte" (n.14, sett.-ott. 1954, pp.65-71). Evidentemente esso contiene, almeno in parte, aspetti dell'amichevole disputa con Gnudi e Cavalli e quelli di più amichevole sintonia con Giorgio Morandi.

Per quel che riguarda le illustrazioni di corredo a quelle originali essenziali, ho cercato di riprodurre, fuori e intercalate al testo, soprattutto a colori opere citate nello scritto di C.L.R. e in bianco/nero i soggetti di cui non ho rintracciato colori disponibili. Aggiungo anche la serie di otto litografie di opere del Reni che illustrarono la guida a  

Pinacoteca Pontificia Bolognese (tipografia dell'Ancora, Bologna 1857). Queste otto litografie al tratto furono stampate da Lit. Pancaldi; gli incisori sono: I. Agnelli (4), A. Guadagnini (2), F. Spagnoli (2). Le riproduco anche come esempio del fatto che fino a quell'epoca le incisioni costituivano la fonte iconografica principale – insieme a disegni e dipinti in copia conforme – per studiosi e amateurs in assenza del riscontro de visu in Chiese, Pinacoteche e case private. Poi finalmente venne Daguerre e la fotografia che rese possibile una visione "leggibile" dei dettagli e dei contrasti cromatici con certe aderenze alle opere d'arte originali.

Avendole rintracciate in Archivio, riproduco due lettere inedite di Ragghianti riguardanti la Mostra e l'opera di Reni. La prima (24 settembre 1954) è rivolta a Mario Vinciguerra (1887-1972), allora ancora vicino politicamente a Ragghianti, come risulta dalla prima parte del testo, mentre la seconda parte la riproduco perché importante e presaga; la seconda lettera (30 settembre 1954) è inviata a Cesare Gnudi.

Colgo l'occasione per trascrivere l'altro breve intervento riguardante Guido Reni registrato nella Bibliografia degli scritti da "SeleArte" (n.26, sett.-ott. 1956, p.19) si tratta della recensione di un articolo di Decio Gioseffi: "Reni. Decio Gioseffi Alcune considerazioni sul Reni ('Emporium', nov. 1955). Ampia e intelligente rassegna critica dei problemi interpretativi dell'arte reniana, in relazione alle più recenti definizioni, ma con nutritissimo rendiconto anche della letteratura precedente".

F.R. (11 aprile 2022)
















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