Carlo e Licia

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domenica 17 aprile 2022

Arte Moderna in Italia 1915-1935 - Testi dei Critici, 38. Pier Carlo Santini (ROSAI) 1.

 


Post Precedenti:

1. RAFFAELE MONTI ( I ) - 16 giugno 2018
2. IDA CARDELLINI (LORENZO VIANI) - 28  settembre 2018 
3. UMBRO APOLLONIO (NATHAN, BIROLLI) - 19 settembre 2019
4. MARCELLO AZZOLINI (GUERRINI, CHIARINI, VESPIGNANI). 6 ottobre 2019
5/I. FORTUNATO BELLONZI (BOCCHI, D'ANTINO). 12 novembre 2019
5/II. FORTUNATO BELLONZI (MORBIDUCCI, SAETTI). 28 dicembre 2019
6. ALDO BERTINI (CREMONA, MAUGHAM C., PAULUCCI). 22 gennaio 2020.
7. ANNA BOVERO (BOSWELL, CHESSA, GALANTE). 5 febbraio 2020.
8. SILVIO BRANZI (SCOPINICH, BALDESSARI, NOVATI, SPRINGOLO, RAVENNA, KOROMPAY, ZANINI). 23 febbraio 2020.
9. GIOVANNI CARANDENTE (COMINETTI, MARINI). 4 marzo 2020.
10. ITALO CREMONA (REVIGLIONE). 7 maggio 2020.
11. ENRICO CRISPOLTI, I (BALLA, EVOLA, ALIMANDI, BENEDETTA). 2 aprile 2020.
12. ENRICO CRISPOLTI, II (COSTA, DIULGHEROFF, DOTTORI, FILLIA). 6 aprile 2020.
13. ENRICO CRISPOLTI, III (ORIANI, PANNAGGI, PRAMPOLINI, MINO ROSSO), 10 aprile 2020.
14. RAFFAELINO DE GRADA I (BOLDINI, ANDREOTTI). 22 giugno 2020.
15. RAFFAELINO DE GRADA II (BERNASCONI, CARPI, CARENA, FUNI). 6 luglio 2020.
16. ANTONIO DEL GUERCIO (MAZZACURATI, MENZIO, RICCI). 8 agosto 2020
17. TERESA FIORI (INNOCENTI). 1 settembre 2020.
18. CESARE GNUDI (FIORESI, PIZZIRANI, PROTTI). 2 ottobre 2020.
19. VIRGILIO GUZZI (MANCINI, CAVALLI, MONTANARINI, PIRANDELLO). 19 novembre 2020.
20. MARIO LEPORE (DEL BON, LILLONI). 21 dicembre 2020.
21. LICISCO MAGAGNATO (NARDI, PIGATO, FARINA, TRENTINI, ZAMBONI, BERALDINI, SEMEGHINI). 21 gennaio 2021.
22. CORRADO MALTESE (GERARDI). 4 marzo 2021.
23. FRANCO MANCINI (PANSINI, NOTTE, BRESCIANI, CRISCONIO, CIARDO, GATTO, VITI).  3 aprile 2021.
24. GIUSEPPE MARCHIORI, 1 (ROSSI, LICINI). 3 maggio 2021.
25. GIUSEPPE MARCHIORI, 2 (SEVERINI, SPAZZAPAN). 28 maggio 2021.
26. MICHELANGELO MASCIOTTA, 1 (LEGA, VENNA LANDSMANN, CALIGIANI, COLACICCHI). 7 giugno 2021.
27. MICHELANGELO MASCIOTTA, 2. (DE PISIS, PEYRON, LEVASTI, CAPOCCHINI). 18 giugno 2021.
28. GIAN LORENZO MELLINI. (VITTORINI, SALIETTI, SANI, DE JURCO, BUGIANI). 23 luglio 2021.
(Il numero 29 sarà prossimamente pubblicato).
30. ALESSANDRO PARRONCHI (CARLINI, MOSES LEVY). 14 settembre 2021
31. GIACINTO NUDI. (RAFFAELE CASTELLO). 16 agosto 2021.
32. GUIDO PEROCCO (CADORIN, MARTINI, MOGGIOLI, PELLIS), 1. 23 ottobre 2021
32bis. GUIDO PEROCCO (ZECCHIN, CAVAGLIERI, GARBARI, CAGNACCIO DI S. PIETRO), 2. 6 novembre 2021
33. AGNOLDOMENICO PICA (DEPERO, BOLAFFIO, MARTINI, SIRONI, D'ALBISOLA, GHIRINGHELLI, USELLINI). 16 dicembre 2021
34. ATTILIO PODESTA' (MERELLO, RAMBALDI, SACCOROTTI). 24 gennaio 2022
35. GIUSEPPE RAIMONDI (ROMAGNOLI, BERTOCCHI, COLLIVA, CORAZZA) con Appendice 1946, del 16 febbraio 2022. 13 febbraio 2022
36.  MARIO RIVOSECCHI(RICCARDI). 8 marzo 2022
37. MARIO ROSCI(BONFANTINI). 14 marzo 2022


Innanzi tutto voglio ricordare che Pier Carlo Santini è stato il primo allievo accademico di Carlo L. Ragghianti. Non il primo laureato, vuoi perché al momento dell'insediamento di C.L.R. trovò a Pisa alcune laureande allieve di Marangoni (ricordo per tutte Fammietta Gamba e Giuliana Nannicini), vuoi perché l'iter della tesi su Giambologna fu lungo e tormentato soprattutto a causa di vicende non accademiche. E' stato il primo allievo Pier Carlo, ed è rimasto per mio padre il prediletto per tutta la vita, senza nessun rammarico per la scelta di Santini di tenersi alla larga dall'Università. Scelta coraggiosa ma pagante, giacché PCS è stato un maestro eccezionale presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara.

Circa questa scheda premetto che talvolta succede – da anziani soprattutto – di rifare un lavoro, di scrivere un testo, allestire una preparazione editoriale nella realtà già effettuata da noi stessi in precedenza. Oppure, benché nota, un'altrui realizzazione, riproporla in una inconsapevole variante. Per fortuna, iniziando ad impostare questa scheda su Pier Carlo Santini – adulto amico della mia infanzia, esempio e talora maestro nella gioventù, punto di riferimento culturale e sodale nella maturità – mi sono accorto in tempo che buona parte del mio progetto era superato perché già pubblicato su "Luk" e in altre fonti documentarie. Ragion per cui accantono i miei propositi sostituendoli con quei materiali analoghi di fatto in questa scheda della nostra rivisitazione della mostra Arte Moderna in Italia 1915-1935. Ricordo anche che lo scopo principale di questa serie è

quello di mostrare – oltre a quelli del Catalogo del 1968 – testi e immagini di opere d'arte nuovi e diversi, aggiuntivi e complementari, in modo da renderli accessibili e gratuiti a chiunque si rivolge ad internet, giacché è nostro fermo convincimento che la cultura deve essere agevolata il più possibile. Che senso avrebbe, infatti, nominare, fare critica su un artista se le immagini del suo lavoro sono poche, costose in libri spot, sempre le solite e persino quasi sempre a pagamento? (Per non dire delle "infinite" opere d'arte giacenti in caveaux bancari a frescheggiare nel buio più isolante e antitetico all'immagine!).

Un capitolo a sé meriterebbe la notevole – per qualità e per quantità – aneddotica riguardante il personaggio Santini, ma questa non è certo la sede idonea. Inoltre, gli aneddoti se non adeguatamente contestualizzati possono risultare sì divertenti ma fuorvianti e controproducenti per il soggetto.

A prescindere da altre considerazioni restano i fatti importanti per cui PCS (acronimo con cui lo si indicava a Milano) va ricordato come uno degli storici e critici d'arte più dotti e originali della sua epoca, nonché come esperto princeps della valutazione dell'immensa quantità di tale – autentiche e non – dipinte o attribuite a Ottone Rosai. Di conseguenza PCS andrebbe certamente tenuto presente nella considerazione critica dei molteplici fenomeni artistici di cui si è occupato. Invece mi pare di constatare che la sua presenza ed analisi critica siano, se non proprio dimenticate, accantonate al di là delle inevitabili cancellazioni dovute al trascorrere del tempo.


Nel 2003 PCS fu ricordato a Lucca con la pubblicazione della sua vasta, articolata ed importante Bibliografia generale degli scritti, la quale – se non è già stato fatto – dovrebbe essere immessa in rete, perché divenga di accesso erga omnes, rendendo un servizio alla cultura ed anche alla memoria di questo straordinario studioso di vasta cultura e profonda conoscenza, soprattutto nelle arti visive. Già, si tende a scordare – e con la Bibliografia si può ovviare almeno in parte – che Pier Carlo Santini non è stato soltanto un critico e storico dell'arte: è stato letterato fine e continuativo sia come scrittore in proprio, sia come critico e studioso. Non va dimenticato, poi, che è stato grande cacciatore, non solo della povera selvaggina, ma appassionato teorico e storico e assiduo collaboratore (anche con pseudonimi?) delle iniziative editoriali dell'amico Enrico Vallecchi, altro illustre adepto di attività venatorie, dalle radici dell'esistenza umana.

A questo punto mi sento in obbligo di esprimere un auspicio strettamente personale: premettendo che l'anno prossimo saranno trent'anni dalla scomparsa di PCS e che nel 2024 si avrà il centenario dalla nascita, voglio presumere che per quella ricorrenza siano già in atto progetti rievocativi.

Per questo motivo mi auguro che anche la Fondazione intitolata ai coniugi Ragghianti vorrà organizzare qualche manifestazione e/o evento per ricordare lo studioso lucchese, come ad es. un Convegno con oggetto la sua notevolissima e variegata opera. Si avrà così occasione di celebrare la generosità del lascito della sua cospicua ed

importante Biblioteca e, fatto non secondario, che PCS è stato il primo Direttore della Fondazione, concepita dal suo Maestro e amico Carlo L. Ragghianti.

Sono consapevole che per Enti e Istituti sono tempi di magra, non soltanto per il sostegno e lo sviluppo degli Enti culturali. Sono certo, però, che le istituzioni lucchesi e l'Ente Cassa di Risparmio vorranno ricordare, promuovere e sostenere – soprattutto per le nuove e future generazioni – la figura di uno dei lucchesi più intelligenti, colti e preparati studiosi del secolo scorso, il quale ha onorato con la propria alta attività culturale l'Italia.

Soltanto col relativamente scarso materiale di cui dispongo su PCS si potrebbero fare numerosi post (e così faremo, "a Dio piacendo" come reiterava il Mario Strambi, più volte rimpianto colono antico). Nel frattempo, in questa scheda ci limiteremo alla riproposta di suoi testi rosaiani e a una documentazione visiva estratta prevalentemente dal bel numero speciale di "Luk" che contiene l'ottima Bibliografia generale degli scritti di Pier Carlo Santini. Sempre dalla citata rivista, organo culturale della Fondazione Ragghianti, dal n.4 (1996) riportiamo il testo commemorativo di Renzo Zorzi, collega di PCS a Milano ed amico, e dal fascicolo n.1 del 2002 il saggio Pier Carlo Santini critico di Isabella Buccinelli (con fotografie di Benvenuto Saba, "allievo" ed amico dello studioso). Come sopra accennato, riprodurremo fedelmente l'Album fotografico contenuto nella Bibliografia, il quale da p.11 a p.23 propone una pertinente ed affettuosa carrellata di immagini.

F.R. (22 marzo 2022)








Quasi ventisette anni fa su questo importante ma controverso artista, scrissi nel genitore di questo blog (“seleArte”, IV s., n.22 nov. 1995 p.55; postato il 6 gennaio 2018): “Effettivamente: cent'anni anche Rosai. Morto nel lontano 1957, “Genius loci” di Firenze, egli ha intrinsecamente rappresentato, nel coacervo di contraddizioni aspre ed estreme, l'archetipo del “fiorentino” (il “firenzino” credo sia un'altra cosa). Nobile e ignobile, tenero e violento, timido e sfrontato, leale e traditore, becero e signore, colto, scrittore originale e ignorante, più vile che coraggioso, Ottone Rosai è stato pur sempre uno dei più grandi artisti del secolo XX – e tuttavia difficile da capire ad un ragionevole livello di apprezzamento dai più, fuorviati da certo supposto bozzettismo – dei più eminenti non soltanto in Italia ma nel Mondo. Ed è ciò poi quello che conta: la robusta, inequivocabile originalità del suo lavoro è quello che sicuramente gli avrebbe fatto piacere restasse come memoria di sé...”.

In quella breve documentazione intendevo seguire l'indirizzo paterno che, criticamente responsabile, anteponeva ai fatti marginali della prassi e ai propri convincimenti etici (definiti dai sepolcri imbiancati moralistici) l'analisi estetica e critica. Operazione mentale che oggi a me risulta più difficile riscontrando che le torve idee nere di Rosai risorgono in massa nei nipoti e pronipoti fresche e compatte, come se l'antifascismo e la non violenza non fossero mai esistiti. Così attualmente sono quasi tutti guerrafondai, irresponsabili predicatori della morte violenta come virtù. Si calpesta la Costituzione sui valori fondanti: lavoro come diritto inalienabile e ripudio della guerra. Di conseguenza non posso non valutare Rosai (che ho conosciuto e frequentato col babbo e talora con Alfredo Righi quando era – per così dire – già in “disarmo”) è e resta un personaggio come Caravaggio: grande artista finché si vuole, persona deteriore.

Ciò premesso, in questa scheda riproduco i giudizi e le analisi critiche di Pier Carlo Santini dal testo promozionale della sua fondamentale e monumentale monografia del 1960 (Vallecchi editore) al testo integrale di presentazione al catalogo della fatale mostra di Ivrea (1957) e a due articoli del 1982 e 1983. Riporto, poi, di altri studiosi e cronisti soltanto quattro interventi del “maremagnum” degli scritti su Rosai. Il primo è di Giuseppe Mazzariol (da Pittura italiana contemporanea, Bergamo 1958); poi di Antonio Manfredi – viareggino n.1912, poeta, pittore, critico per Radio e giornali svizzeri, assiduo cronista delle iniziative di Palazzo

Strozzi – Ottone Rosai a Firenze (“Libera Stampa”, quot. socialista di Lugano, 5 luglio 1960); terzo è l'irruento e mansueto poeta civile Alfonso Gatto (Galleria Borgognona, Roma 1966); l'ultimo è di Giorgio Zampa, poligrafo e letterato (Quell'anarchico così ingenuo, “il Giornale”, 29 aprile 1983).

A questo materiale – che con la sequenza dei dipinti risulta una monografia – aggiungo la scheda di Raffaele Monti dal volume Carlo L. Ragghianti e il carattere cinematografico della visione (Charta, 2000) e le cinque circostanziate schede sulle Mostre di Rosai in Palazzo Strozzi organizzate da C.L.R. che Elisa Bassetto ha redatto per il volume “Mostre permanenti”. C.L.R. in un secolo di esposizioni (Fondazione Ragghianti, 2018).

In analogia con quando indicato sul precedente testo redazionale su P.C. Santini critico di Rosai e Soldati, anche in questo blog sul pittore Rosai saranno pubblicati altri post, riguardanti aspetti dell'opera e della vita (R. fu anche scrittore, ad es.) del Maestro di via San Leonardo. Tra essi, uno riguarderà gli scritti di Carlo L. Ragghianti, un altro i Disegni, ecc.

Il primo approccio di C.L.R. su Rosai è stato, tutto sommato, positivo. Lo riportiamo da Indicazioni sulla pittura contemporanea (in “Leonardo”, n.3, maggio 1936, p.76): “Programmi e realtà di ispirazione son cose assai diverse, e sono le seconde che contano: sia esempio il ROSAI, il cui programma di vantata schiettezza e rudezza contadinesca vien contraddetto dalla scaltrezza e dalla talora raffinata dosatura delle semplificazioni, (certi paesaggi hanno dei ritmi di composizione e di toni che l'inedita scelta non riesce a svellere da una chiarezza classica), che fanno di lui un artista complicato, ma capace come pochi altri di vera monumentalità”.

Ritengo, infine, di non andare errato nel sostenere che anche C.L.R. trovasse nel disegno di Rosai un aspetto di continuità nella qualità espressiva, tale da rendere la produzione disegnativa dell'artista un unicum di rara eccellenza. Imponendo così al critico attento ai problemi e alle innovazioni linguistiche di “accantonare” la pittura per focalizzarsi sulla miniera di originalità e qualità perentoria del ductus del disegno di Rosai. Un artista nel quale la pittura ha aspetti di notevole discontinuità e che al di fuori del groviglio di evidenti problemi di distinzione tra dipinti autentici e tele false, ha indubitabile la presenza di autografi tirati via, talora quasi cialtroneschi, certo distratti.

F.R. (27 marzo 2022)

Antologia Critica



Mostre a Palazzo Strozzi, 1953-1983.
Testi di Elisa Bassetto.



Dipinti di Rosai



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