Carlo e Licia

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venerdì 26 novembre 2021

La pittura spagnola del Quattrocento di Licia Collobi Ragghianti.

Della Storia della pittura dal IV al XX secolo edita da Istituto Geografico De Agostini (1985) nel nostro blog abbiamo già in precedenza pubblicato due parti: il post del 17 aprile 2020 conteneva la Presentazione metodologica del direttore Carlo L. Ragghianti, nonché notizie sulla genesi e sul piano dell'opera; il post del 20 aprile 2020 riguardava il IV volume, Storia della pittura europea del Quattrocento, interamente scritto da Licia Collobi, di cui si riportavano la recensione di Decio Gioseffi, tavole cronologiche, Schede biografiche, Indici.

Nell'attuale terza postazione, Licia Collobi Ragghianti traccia un sintetico ed efficace profilo della Pittura spagnola del Quattrocento, interamente illustrato a colori. Ritengo si tratti dell'unica opera recente in materia, giacché questo importante e affascinante secolo è generalmente sacrificato – come, ad esempio, su Internet – al successivo: el Siglo de oro (convenzionalmente 1492-1681, con disinvolta cronologia di un secolo di duegento anni!). Oltre ad essere opera di consultazione, il percorso dipanato da Licia Collobi è, come sempre per questa autrice, scritto con la chiarezza del linguaggio divulgativo, senza però sacrificare la complessità dei problemi e dei fenomeni indagati.

Oltretutto l'autrice, mia madre, procedeva in un lavoro complesso – anche logisticamente (accessione a biblioteche, per fortuna a Firenze numerose anche quelle specialistiche) – come questa Storia accudendo anche agli altri impegni di studio (per tacere di quelli domestici e sociali), presentando l'esito finale con puntualità quasi puntigliosa. Invece, mio padre talvolta, spesso anzi, faceva “soffrire” tipografi ed editori per ritardi o postume complicazioni. Gli stessi operatori al nome di mia madre autrice erano felici, sicuri fin dal primo giorno che l'impegno nei loro confronti sarebbe stato rispettato al cento per cento. Quanto detto non significa, però, che Licia Collobi fosse acquiescente alle “prepotenze” degli editori e alle “trascuratezze” delle redazioni con le quali poteva venire a contatto durante il lavoro. Proprio con la redazione specifica di quest'opera (con altra redazione dello stesso editore in precedenza c'era stato un rapporto pressoché idilliaco) la studiosa fu costretta a reagire.

In proposito riporto un documento attestante l'attenzione con cui Licia Collobi si dedicava al proprio lavoro professionale. Trattandosi di appunti in parte manoscritti, poi riuniti in un unico dattiloscritto spedito alla redazione DEA, in questa sede li ho ri-trascritti in veste leggibile agevolmente. L'autrice, cortesemente ma fermamente, contesta alcune ingerenze indebite della redazione, abituali – osservo – in quasi tutte le case editrici nelle quali la burocrazia cerca – così come avviene quasi sempre negli organismi ed enti pubblici – di sostituirsi alla realtà cui dovrebbe attendere, cioè farsi protagonista anziché “ancella”.

STORIA DELLA PITTURA – LICIA COLLOBI RAGGHIANTI

(Bozza d'appunto per la Redazione della Casa Editrice, da spedire insieme alle bozze corrette)

Osservazioni dell'Autrice a: La Pittura del Quattrocento.

Noto che in generale è stata disattesa l'impostazione data al testo, che ho voluto piana, fluente, rigorosamente 

cronologica, secondo le direttive della Collana: spezzare il testo con sottotitoli è decisamente antitetico.

Mi rendo conto delle necessità grafiche di una ormai invalsa prassi, ma le accetto molto malvolentieri. Poiché c'è tempo fino ad ottobre vedrò se posso cambiarne le diciture, non perché non siano pertinenti (è stato fatto uno sforzo davvero notevole), ma vorrei “alleggerirne” il richiamo (evitato di proposito nel testo) a tutte le divisioni e definizioni di largo uso ma di scarsa o nulla veridicità storico-artistica. Perciò vorrei:

A) sapere se gli stacchi vanno mantenuti ad ogni costo, oppure se (eventualmente, beninteso!) posso disporli diversamente.

B) non posso permettere che il mio lavoro sia sfalsato al punto di cambiare anche i titoli dei capitoli grandi, cioè la sola data, come avevo indicato.

Altro punto dolente, le note, che non essendo state preventivate diventano in questo caso – scusatemi – ridicole. Si tratta soltanto dell'indicazione bibliografica di volumi su qualche notizia particolare (per esempio un dissenso critico) o, nella gran parte dei casi, delle citazioni. Voi capite che se dovessi mettere in nota tutti i volumi di cui mi sono servita, ci vorrebbero non so quante – inutili – noiose pagine; mentre limitare queste ai soli passi pregnanti diventa arduo. D'altra parte eliminarle del tutto non mi sembra giusto, anche le citazioni servono a ricordare – doveroso omaggio – studiosi particolarmente benemeriti ed indicano, nello stesso tempo, l'indirizzo critico dell'Autore.

Mentre per il testo c'è tempo, le note sono urgenti. Se proprio non è possibile tornare alla soluzione iniziale, vedrò di sistemarle meglio che posso; ma ci vuole una spiegazione in corsivo, magari tra parentesi, sotto alla rubrica “Note” press' a poco così: Il presente volume ha richiesto un intenso lavoro, anche di una larga informazione bibliografica che nel testo, ovviamente, è sottintesa, per conservarne un carattere di esposizione piana, fluente e rigorosamente cronologica. Per qualche controverso problema critico, così come per gli Autori dai quali sono state ricavate delle citazioni, è necessario indicare le fonti che sono elencate qui di seguito: (Nella copia personale, l'Autrice non ha trascritto l'elenco puntuale inviato alla redazione DeAgostini).

Naturalmente come in tutti i conflitti ragionevoli, la diatriba si concluse con un compromesso. Nel caso specifico le osservazioni e le esigenze dell'autrice furono sostanzialmente accettate e applicate. Ne è conseguito che nel libro non si notano discrepanze e l'abilità grafica dell'editore ha fornito un'opera tuttora ammirevole che è degna dei contenuti espressi da Licia Collobi e per gli altri nove volumi dagli autori che hanno collaborato con l'iniziativa sviluppata per l'editore da Silvio Locatelli e, più che diretta, coordinata dall'autorevolezza di Carlo L. Ragghianti.


F.R. (10 ottobre 2021)





































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