Perché un “glossario” sulla gentilezza? Perché dalla orrenda, inaudita distruzione delle Torri gemelle di New York (11 settembre 2001), lo scadimento dei rapporti personali, sociali, politici, nazionali ed internazionali (già da tempo i livelli della buona educazione e della “diplomazia” in senso lato erano in costante declino) ha assunto globalmente una deriva costante di imbarbarimento, di ferinità anche istituzionale sempre più devastante. Un solo esempio: Capi di Stato, persino eletti democraticamente, esultanti pubblicamente per aver fatto assassinare senza processo, proditoriamente nemici assodati (e talora forse supposti). Nefandezze che, salvo la parentesi hitleriana e staliniana – trotzky! – non si verificavano da secoli, almeno a quei livelli.
Le barbarie, le bestie, la sfrontatezza menzognera, l'aggressività proterva, l'intimidazione, le minacce sono diventate protagoniste quotidiane in ogni parte della Terra (da Malta all'Arabia, dalla N. Corea alle foreste amazzoniche, ecc. ecc.).
Ecco perché riflettere su gentilezza e i suoi sinonimi è necessario antidoto per non farsi travolgere da quelle spirali di regressione umana. Questo preveggente saggio è stato pubblicato il 12 febbraio 2009 nel numero 783 della rivista “Internazionale”, organo indispensabile anche per valutare la collocazione nel Mondo della nostra Repubblica.
Il testo originale era comparso sul quotidiano britannico “The Guardian”. Gli autori Adam Phillips (psicoanalista) e Barbara Taylor (storica) hanno poi pubblicato sull'argomento il libro Elogio della gentilezza (Ponte alle Grazie, Firene 2009). Cito dal libro di Phillips e Taylor gli internti degli autori:
“Questo libro è l'elogio di un valore sommesso e discreto, declinabile in varie maniere: la gentilezza, quella capacità di ascoltare e accogliere le fragilità altrui, che è anche generosità, altruismo, solidarietà, amorevolezza. L'intento non è né moralistico né edificante: la gentilezza è
semplicemente uno dei modi migliori per essere felici, è un piacere fondamentale per il nostro benessere. La domanda che muove l'indagine è la seguente: perché la gentilezza è diventata per la nostra epoca un tabù? Oggi molte persone trovano questo piacere incredibile o quantomeno sospetto, la maggior parte di noi pensa che in fondo siamo tutti pazzi, cattivi e pericolosi, competitivi e autoreferenziali. Scritto da una storica e da uno psicoanalista, questo libro cerca di rispondere alla domanda e affianca al confronto con la psicoanalisi una dettagliata ricostruzione storica, che va dalla grecità ai nostri giorni, del tema della gentilezza, come valore irrinunciabile della vita buona. Mostra quando e perché tale fiducia si è dissolta, e spiega le conseguenze di una simile trasformazione. E' la gentilezza che rende la vita degna di essere vissuta e ogni attacco contro di lei è un attacco contro le nostre speranze”.
Il fenomeno mediatico promosso da questi due autori britannici ha avuto un riscontro inatteso, consistente in una proliferazione di libri con titoli e autori, di cui ricordo soltanto il civile Gianrico Carofiglio. Tra i titoli ancora in commercio:
Storie di coraggio e gentilezza; Ragazze che hanno allenato il coraggio e la gentilezza; Pianeta stress; Il coraggio della gentilezza; Biologia della gentilezza; Il cammino del cretino; Grazie. Scopri la gentilezza; Più dai più hai; Le sei storie della gentilezza; I giorni della gentilezza; Piccolo libro della gentilezza; La forza della gentilezza; Siate ribelli, praticate la gentilezza. Infine, è stata celebrata persino la Giornata Mondiale il 29 settembre 2020.
Purtroppo a questa ondata “buonista” non corrisponde una concreta risposta mediatica o politica, né nei comportamenti individuali di ciascuno. Prosegue, imperturbabile, l'affermazione di cafonerie, inciviltà, inurbanità, maleducazione, scortesia, sgarbataggine, villania, volgarità, ecc. ecc.
F.R. (4 settembre 2021)
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