Carlo e Licia

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mercoledì 17 febbraio 2021

Giordano Bruno (con aforismi e documentazione).

 


Trovo, tra le pagine di un libro non finito di leggere, una vecchia cartolina con assiomi del martire Giordano Bruno, conservata più per il rispetto del suo sacrificio che per il contenuto non omogeneo né particolarmente profondo. A questo cartoncino di aforismi unisco una citazione “teologica” del frate domenicano, presumo assai sgradita alle chiese strutturate.

Sistemando il materiale per la postazione, mi accorgo di doverlo programmare per il 17 febbraio. L'inevitabile coincidenza con la data del selvaggio rogo del vivente Giordano Bruno mi costringe a dotare quello che doveva essere un breve inciso in un – sia pur sintetico – documentato ricordo di questo personaggio che è stato necessaria presenza formativa di ogni laico e di ogni uomo che vuole esercitare liberamente il proprio intelletto.

Il pensatore di Nola, arso vivo in Campo dei Fiori a Roma il 17 febbraio 1600, è stato studiato, indagato e illustrato nell'ultimo mezzo secolo senza che la sua esemplare figura sia stata essenzialmente scalfita o - “rivisitandola” - “revisionata”. Personalmente questo occasionale incontro con Bruno mi riporta a mente l'antica breve amicizia con Michele Ciliberto, allora ancora studente e già promettente cultore del frate “eretico”, quindi cattedratico di ruolo meritatamente specialista ineludibile circa l'argomento.

L'aforisma (massima, detto, precetto, motto sentenzioso, apoftegma, adagio, dettato), spesso artificioso, ha comunque un'attrazione irresistibile: viene sempre letto, viene spesso appuntato, talvolta “ricamato” su cuscini o altro, poi magari dimenticato. Solo nel web ci sono tantissimi siti più o meno specializzati in materia, tutti pimpanti e sovraccarichi di irritanti messaggi pubblicitari.

Ritengo, dopo questo incontro casuale, che nel blog proporrò altri casi più corposi e coerenti di aforismi, certo che riceveranno più attenzione di altri post di dotta materia, impegnativi. Faccio comunque presente che già in alcuni post del blog si è ricorsi a elencazioni di aforismi, riguardanti l'argomento trattato.

Personalmente ateo non battezzato, figlio di battezzati non credenti, ho rispetto e stima per questo piccolo uomo coraggioso e testardo. Non ne condivido certamente le conseguenze del pensiero sostanzialmente religioso.

Considero la sua azione nella sua contemporaneità per certi versi analoga a quella eversiva del perseguitato esemplare dei nostri tempi Julian Assange. Anche Giordano Bruno – non a caso in tempi recenti accusato di spionaggio a favore dell'Inghilterra anglicana di Elisabetta I Tudor – intuendo, indagando e svelando segreti e fonti del potere doveva morire. Lui fu barbaramente assassinato col fuoco, Julian Assange – temo – sarà assassinato, in un modo o in un altro.

Colgo l'occasione per ricordare la genesi del monumento massonico eretto in Campo dei Fiori a Roma, ambientazione piuttosto squallida però appropriata, con la riproduzione dell'articolo di Piero Bairati (1989).

Sempre per dovere documentario nei confronti di un martire, estraggo da “Storia illustrata” (agosto 1981) un articolo che inquadra la situazione contestatoria di Bruno scritto da Massimo Campanini. Così riporto volentieri dal lontano 1844 la biografia stampata a Napoli, tratta dal volume Vite e ritratti di uomini illustri, redatta in un italiano “leggibile”, non manzoniano però nemmeno guerrazziano o neviano (che peccato che il capolavoro di Ippolito Nievo sia oggi quasi illeggibile nella sua stesura originale). Credo che la data di nascita del filosofo, indicata in questa biografia nell'anno successivo al condiviso oggi 1548, si spieghi con quanto scritto nelle prime righe del testo: “affatto sconosciuti i casi della sua gioventù”. Si tratterebbe dunque non di un refuso ma di vaghe e contraddittorie notizie anagrafiche.

Con questa biografia intendo storicizzare un'opinione media della prima metà del secolo dell'Unità della nazione Italia. Il titolo del libro da cui è estratta non va confuso con l'opera – assai diffusa – dal titolo analogo stampata a Bologna nello stesso anno dalla Tipografia Governativa (cioè papalina), che non citava certo tra i suoi “illustri” il povero Giordano Bruno.

Da tuttilibri de “La Stampa” di Torino (gennaio 1993) ricavo, tramite il noto specialista Anacleto Verrecchia (1926-2012), la vicenda pseudospionistica di Giordano Bruno. Concludendo questa mia dilettantesca escursione, rammento e documento che nell'ottobre 1994 la rivista dell'Opus Dei “Studi Cattolici” ha osato sfidare la “Misericordia” e offendere l'Umanità affermando che Giordano Bruno meritò il rogo.

F.R. (17 gennaio 2021)


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