Carlo e Licia

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mercoledì 4 novembre 2020

Cambiaso 1545.

Anche Carlo L. Ragghianti si è interessato all'opera di Luca Cambiaso con questo sintetico studio di carattere filologico pubblicato in “Critica d'Arte” (n.49, 1962). Il suo intervento è totalmente indipendente dalle ricerche della moglie Licia Collobi, rivolte soprattutto ai disegni dell'artista (vedere i post del 4 settembre 2020 e del 5 ottobre 2020).

Colgo l'occasione per illustrare due opere attribuite a Cambiaso, che C.L.R. non considera di mano dell'artista, scrivendo le sue osservazioni sul retro delle fotografie. Questi sono documenti visivi rimasti in redazione di “Critica d'Arte” a seguito della cessazione della gestione Vallecchi, insieme a consistenti originali fotografici inerenti – ad es. – i volumi Il

libro de' disegni del Vasari di Licia Collobi o il Brunelleschi. Un uomo, un universo di C.L.R.

Attualmente questi materiali sono conservati nelle scatole del mio Archivio (purtroppo disordinato, non avendo più il tempo da dedicare ai riordini). In esso qualche paziente archeologo cartaceo (sempre che se ne trovino ancora) li potrà rinvenire mescolati ad altre carte connesse, di varia importanza e qualità, e quindi li potrà riunire alle foto sorelle che riposano nella Fototeca della Fondazione Ragghianti di Lucca. Mentre estratti, opuscoli, ritagli e quant'altro d'interesse potrà raggiungere l'Archivio maggior fratello dello stesso Ente.

F.R. (14 ottobre 2020)




Addendum occasionale.

Riproduco il già pubblicato disegno di Cambiaso “Uffizi n.13736” perché considero questi esercizi acrobatici di tipo circense un archetipo di disegni avveniristici e fantascientifici, come anche il praticamente coevo disegno “Prospettiva” di Erhard Schoen (1543), pubblicato come copertina del fasc. n.29 di “Critica d'Arte”,  

qui postato il 18 marzo 2020. Tipologia arrivata fino al grande illustratore Antonio Rubino, di cui “feci il pieno” scorrendo attentamente le numerose annate rilegate de “Il corriere dei piccoli”, conservate da “zio” Cesare Gnudi. Mi chiedo se questa ormai rara collezione fosse ancora presente nel lascito di Gnudi.

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