Carlo e Licia

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mercoledì 28 ottobre 2020

Sì al Parlamento.



Forse da sempre i profeti politici e sociali, nonché religiosi, oltre a sacrosante intuizioni, sono stati capaci di profonde idiozie, clamorose contraddizioni, errori propriamente politici anche di vistosa e, talvolta, nefasta incidenza nel loro futuro. Tra i contemporanei questo tipo di situazione riguarda il nostro futuro o, meglio, il futuro di chi è abbastanza giovane da avere la possibilità di viverlo.

Ghandi, per qualche tempo simpatizzante del fascismo, dette alibi e corpo alle storture etiche degli indipendentisti induisti nazionalisti, che nel 1947 lo assassinarono. Costoro si organizzarono vieppiù fino a minare la società “pacifista” indiana costringendola all'ideologia trionfante del truce Modi. Nelson Mandela, con certi suoi trascorsi, indebolì e ritardò il difficilissimo percorso degli africani – già divisi etnicamente – a costruire un'unità di intenti vincente e conquistare una effettiva parità razziale con i bianchi.

Più modestamente da noi Beppe Grillo con recenti sortite, più che propriamente antiparlamentari, vagheggianti una sorta di democrazia diretta (che usata con parsimonia può funzionare nella Confederazione Elvetica ma non in un paese di 60 milioni di abitanti disomogeneo come il nostro) ha proposto un'utopia priva di struttura costituzionale funzionante.

Volenti o nolenti soltanto un regime parlamentare vero potrà preservare la democrazia da vergognose buffonate rappresentative dei cittadini come quelle in corso in Polonia, in Ungheria, nella Russia di Putin, nella satrapia di Erdogan, ecc. ecc.

Sostenendo l'indispensabile presenza del parlamento nel nostro sistema costituzionale ripropongo le pagine (pubblicate nei “Quaderni di Europa”, n. 15, 1970) con le 

quali Riccardo Bauer (1896-1982) risponde alla provocatoria domanda "il parlamento è superato?". La notoria adamantina coscienza e l'eroico comportamento nella clandestinità e nella resistenza al fascismo di Bauer, e con la consueta chiarezza, dimostrano che il parlamento non è affatto superato, anzi andrebbe rafforzato nei poteri e nella capacità di funzionare meglio come auspicato nel recentissimo referendum dai cittadini (non dal popolo, perché chi non vota si estranea dallo Stato di cui dovrebbe essere cittadino). Infatti: “perché il parlamento non tradisca se stesso è necessario che sia l'espressione politica di un paese in cui la dimensione intellettuale e morale sappia illuminare, vivificare la politica”.

Su questo illustre e riconosciuto “padre della patria” repubblicana abbiamo postato il 27 marzo 2017 Riccardo Bauer, il 28 maggio 2017 Ancora su Riccardo Bauer. E' in preparazione un altro post sulla sua figura etico-politica e sulla sua attività.

Centotrentacinque anni fa il genio ambiguo e distruttivo di Friederich Nietszche si dichiarò apertamente antiparlamentare, divenendo uno dei più insidiosi pensatori antidemocratici. Lo dimostrano le righe seguenti, che fece pubblicare Guido Ceronetti negli anni Novanta del Novecento. Si tratta di un tipico esempio del moralismo di chi, volendo emendare il parlamento da notorii difetti, involontariamente usa argomenti che divengono propaganda antidemocratica. Proprio come oggidì si sono visti personaggi – anche con antichi meriti democratici e progressisti – divenire di fatto sostenitori di Salvini, pur di ostacolare una maggioranza parlamentare a loro sgradita.

F.R. (4 ottobre 2020) 



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