Carlo e Licia

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domenica 25 ottobre 2020

Ragghianti e l'architettura del XX secolo.

Sono passati cinque anni dalla pubblicazione dell'importante volume – diffuso opportunamente ad un prezzo di copertina contenuto e accessibile – Per mio conto e fuori dalle convenzioni scientifiche. Carlo L. Ragghianti, scritti sull'architettura del XX secolo, curato da Valentina La Salvia. Se è vero che i libri – in buona parte per un verso o per altro – una volta pubblicati hanno vita se non proprio imperitura almeno degna di sopravvivenza perché il loro contenuto è un contributo di qualche originalità, correzione, reinterpretazione ecc. ecc. alla comprensione delle umane vicissitudini, questo è un libro indispensabile. Se è anche vero che alcuni libri sono importanti alla loro comparsa e – stante il loro contenuto, il loro argomento, la loro innovazione – si propongono a diventare nel tempo classici, anche in questo caso ne ha i requisiti questo volume edito dalla Fondazione Ragghianti di Lucca.

Essendo stato del mestiere, so che la distribuzione e la promozione dei libri dopo la pubblicazione è condizionata e spesso danneggiata dall'incalzare nel mercato da altre decine e altre centinaia (a seconda della tipologia) di proposte concorrenti. L'inadeguatezza dei magazzini distributivi e degli spazi nelle librerie fà si che le opere precedenti vengano accantonate anche dopo pochi giorni, poi rese all'editore (a volte nelle stesse scatole chiuse nelle quali le opere sono sate mandate dall'editore) o dimenticate nel caos della gestione della libreria. Ai libri editi da tempo, salvo la faticosa consultazione nelle poche biblioteche pubbliche, non resta altra possibilità di essere richiesti espressamente al libraio da cultori e studiosi, spesso con iter burocratici defatiganti, oppure a quegli editori che gestiscono anche la vendita diretta delle loro opere. Quindi perché un “vecchio” libro sia di nuovo presente, richiesto, occorrono occasioni di riproposta, la quale per quanto circoscritta e debole come questa nostra, possa produrre una riviviscenza diffusiva. Ed è proprio questo un motivo aggiuntivo di questo post.

A proposito di pubblicità mi permetto di suggerire alla gestione editoriale della Fondazione Ragghianti di Lucca di promuovere la disponibilità delle proprie edizioni con un inserto pubblicitario nelle proprie pubblicazioni periodiche “Critica d'Arte” e “Luk”. Oltre a qualche pubblicità “istituzionale”anche la “Critica d'Arte” diretta da Carlo L. Ragghianti conteneva in fondo al fascicolo – quasi sempre stampato su carta differente da quella dei testi critici – almeno un ottavo di proposte editoriali presentate in vari 

modi, con testi diversificati secondo il target degli utenti presumibili.

Per ciò che specificatamente riguarda il libro Per mio conto.., ne riportiamo alcune pagine come esemplari dell'edizione. Quindi oltre alla copertina, al frontespizio, alla presentazione di Maria Teresa Filieri, nel 2015 direttore della Fondazione Ragghianti, seguono il Regesto degli scritti di C.L.R. sull'architettura contemporanea e l' Indice del libro (vorrei ricordare a proposito di tutti gli scritti di architettura di R. il prezioso fascicolo curato da Marco Scotini – supplemento al n. 13 di “seleArte”, IV serie, 1992, pp- 32 – postato anche in questo blog il 15 maggio 2017). Non riproduco – ripromettendomi di farlo in futuro – il fervido saggio di Valentina La Salvia, per non togliere efficacia all'invito precedentemente dichiarato di far acquistare questa importante opera di consultazione.

In Per mio conto... è altresì riportato il testo di Architettura liberatrice (fascicolo monografico di “Critica d'Arte”, n. 105, sett. 1969) insieme ad alcune illustrazioni. Questo saggio di C.L. Ragghianti fu anche utilizzato come introduzione per la mostra Architettura giapponese contemporanea (Firenze, Orsanmichele, 1969). Nel testo per la Mostra, salvo alcune righe iniziali aggiunte, si riscontrano alcune difformità di righe o parole e minime varianti non incidenti. Dal Catalogo perciò riprendiamo e riproduciamo per questa sede la traduzione in inglese dell' Introduzione di C.L.R. il quale in verità è stato poco tradotto all'estero. Di consolazione c'è il fatto che – almeno fin'ora – gli storici dell'arte e di discipline affini stranieri in larga parte conoscono la nostra lingua.

Tra gli scritti prebellici di Ragghianti pubblicati nei Commenti di critica d'arte (1946) non compresi in Per mio conto... perché d'argomento affine però non specifici, trovo Architetture scolastiche e loro significato, che ripropongo qui in quanto riguarda la genesi del concetto di Città universitaria in un progetto d'epoca Napoleone III “che meritava di segnalare, non solo per l'intrinseco interesse, ma anche per confrontarlo alle moderne iniziative che hanno luogo in molti paesi, con ispirazione e con applicazioni conformi”. Il che in Italia non è avvenuto quasi mai, salvo approssimazioni come la fascistica Università La Sapienza di Roma e nel dopoguerra l'Università di Urbino (ideatore e rettore Carlo Bo). Ma anche questi due esempi sono ben lontani dai migliori campus anglosassoni.

F.R.(15 agosto 2020)


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