Carlo e Licia

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mercoledì 5 agosto 2020

Geneviève Asse.


Nata (1923) come Geneviève Bodin, questa pittrice è tuttora misconosciuta in Italia, nonostante che in Francia – certo non soltanto per l'età veneranda – sia considerata un'artista di primo piano vuoi nella considerazione della critica vuoi in quella della notorietà e rilevanza sociale e commerciale degli ambienti artistici. Ciò è avvenuto piuttosto precocemente, nonostante l'evidente ritrosaggine sociale e la riluttanza ad abbandonare la propria riservatezza, anche in questo simile all'ammirato Morandi.

In Italia tre esposizioni fanno eccezione al silenzio ignorante Geneviève Asse. La pittrice fu infatti esposta dalla Galleria Lorenzelli nel 1961 a Milano e nel 1973 a Bergamo; nel 1978, poi, nella mostra collettiva “École de Paris, 1956-1976. Abstraction Lyrique” nel Palazzo Reale del capoluogo lombardo.

Quindi, come dicono a Trieste, “buso”. Un silenzio veramente immeritato che sottolinea la marginalità e il provincialismo sia della italica critica dell'arte contemporanea che dell'asfittico mercato, peraltro semiclandestino a causa delle obsolete, spesso assurde, leggi vigenti.

Curiosamente 46 anni dopo (2018) l'esposizione del Palazzo Reale di Milano, in Internet trovo che in Italia il sito “Compro quadri Milano” propone Geneviève Asse tra gli artisti oggetto della loro attenzione. Il mercato precede la critica!

In conseguenza a queste considerazioni, ritengo opportuno riproporre la pagina che firmai con lo pseudonimo Dalberto Golubic, quello che usavo in alternativa a Clemente Ferre nell'ambito di argomenti “artistici” o comunque collegati alle mie attività di Redattore di “Critica d'Arte” e di responsabile editoriale dell'Università Internazionale dell'Arte di Firenze.

Il breve scritto (pubblicato in “Critica d'Arte”, V, 19, gen.-mar. 1989, p. 24) di Golubic, suscitato dalla constatazione che un'artista di quel “calibro”, di quelle originali capacità espressive era di fatto ignota nel nostro panorama della contemporaneità figurativa, non ebbe allora risonanza alcuna, come probabilmente non l'avrà questo richiamo.

F.R. (25 luglio 2020)








Nota

La mia conoscenza bibliografica diretta sull'opera di Geneviève Asse si ferma al 1989 (cioè oltre i suoi quarant'anni di attività) con il catalogo che dedicò alla pittrice l'autorevole Galerie Claude Bernard, Paris. L'anno precedente il Musée d'Art Moderne de la ville de Paris aveva pubblicato il catalogo “Peintures 1942-1988”, dal quale riportiamo il testo critico di


Jean Leymarie, la biografia e la bibliografia dell' artista, così come buona parte delle illustrazioni. A questo proposito va specificato che le opere riprodotte sono generalmente di grande formato (mediamente almeno 1 metro per 2) e dipinte con un ductus minuzioso, accurato, le cui vibrazioni in buona parte vanno perdute nella riproduzione necessariamente assai ridotta in confronto dell'originale pittorico.





















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