Forma senza figura e figura senza forma.
In
questo saggio (da “Critica d'Arte”, n.175-177, gen.-giu. 1981)
Carlo L. Ragghianti dimostra che - contrariamente alle convinzioni
correnti - cioè largamente prevalenti nella critica che l'arte
astratta nasce nell'Ottocento e quella cinetica nel 1895 (fratelli
Lumière), una analisi storica corretta prova che “l'arte astratta
è presente... dalla preistoria cavernicola” e che “l'arte
cinetica, cioè lo spettacolo automatico, è presente almeno
dall'Egitto antico nella storia della visione”.
Dall'excursus
storico probatorio della problematica inerente, soprattutto
dall'Ottocento e da Charles Blanc (Grammaire des arts du dessin)
l'autore giunge ad analizzare e ad indicare come corrispondente
metodologico il libro Modello e invenzione nel Dugento e
Trecento scritto da Maria Laura Cristiani Testi.
In conclusione il problema, tuttora in fase di dibattito, “Forma senza figura e figura coniata in forma sono realtà
proprie delle
civiltà... europocentriche... ma anche di civiltà estranee ...”. Da
questo scritto (1980) in poi Carlo L. Ragghianti si dedicò alla
stesura di un'opera già da lui ritenuta capitale, cioè di La
critica della forma. Ragione e storia di una scienza nuova (1986).
Mi
sembra opportuno ricapitolare quanto collegato direttamente ai
problemi della forma fino ad ora postati in questo blog:
- Forma e funzione (23 aprile 2018);
- Forma e figura (31 maggio 2018);
- Ancora forma e figura (9 agosto 2018);
- Forma è tutto (9 ottobrre 2018).
Ricordo,
infine, il saggio e le riflessioni di Enrico Moratti riguardanti il
volume La critica
della forma (30 luglio 2019 e 9 settembre 2019), a proposito del
quale seguiranno altri interventi in questa sede.
F.R.
(3 giugno 2020)
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