La
puntualizzazione di Carlo L. Ragghianti rivolta a Geno Pampaloni,
allora Direttore del Gabinetto Vieusseux di Firenze, risulta essere
uno degli ultimi interventi in materia da parte dell'ideatore e
costitutore dei poderosi nuclei costituenti il Museo d' Arte
contemporanea di Firenze. Forse è interessante ricordare che si
trattava della cospicua (in tutti i sensi) Collezione Della Ragione,
delle donazioni degli artisti coinvolti in seguito all'alluvione del
4 novembre 1966. Poi ci fu la presenza di doni successivi di artisti
e quelli derivanti dalle Fondazioni Cagli, Mirko, Levi ecc., però
via via deluse nelle aspettative dalla inerzia burocratica (spesso
ostile) degli amministratori pro tempore della città.
L'accostamento fatto da C.L.R. alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Palazzo Pitti è qui strumentale, anche se R. avrebbe visto di buon occhio l'unione
museale di queste due componenti, facilmente unificabili per altro.
Si
noti che erano già passati più di quindici anni dall'ideazione e
dal progetto del 1967 e ancora di più ne dovranno passare perché
sia reso operativo il Museo d'Arte del Novecento di Firenze. Una
galleria espositiva inerte e trascurata, si direbbe, giacché – ad
esempio – già molti anni fa fornii ad una giovane e brillante
studiosa materiali per la realizzazione di un catalogo critico del
Museo considerato allora urgente e in corso di avanzata preparazione.
Ancora ad oggi non risulta esserci un Catalogo del Museo.
Questa
lettera a Pampaloni e ai lettori di “Antologia Vieusseux” è
l'ennesimo scritto pubblicato in materia da Carlo L. Ragghianti.
Esso, però, non fu registrato nella, per quanto lacunosa e
affrettata, Bibliografia degli scritti (Edizioni
Università Internazionale dell'Arte, Firenze 1990), la quale rimane
comunque il testo utile disponibile per riscontri bibliografici sullo
studioso lucchese.
Non
auspico e non chiedo alla attuale direzione della Fondazione Centro
Studi Ragghianti di Lucca di organizzare una nuova edizione rivista,
corretta e integrata della Bibliografia.
Non ora, per lo meno, giacché mi sembrano adesso e nel prossimo
futuro opportune e necessarie altre pubblicazioni, come quelle
costituenti la quasi totalità delle edizioni dell'Istituto lucchese
dall'inizio della propria attività. Magari, invece, sarebbe utile tenere un registro
delle mancanze e degli errori accertati via via. Riscontrando anche
presso la famiglia Ragghianti e presso gli studiosi collegati
all'Ente titoli e correzioni da essi già evidenziati. Questo
registro sarà così
strumento già utile, fondamentale per informare gli studiosi nel
corso del tempo e per la nuova edizione quando sarà decisa. La
Fondazione, inoltre, potrà anche indirizzare giovani studiosi quali
i borsisti a riscontrare criticamente e sistematicamene le fonti come
giornali e riviste ai quali C. L .R. ha collaborato. Queste
attività difatti furono assegnate ai primi compilatori della
Bibliografia, però le
schedature furono fatte “per finta” (come si dice da bambini
facendo giochi di ruolo), e quegli operatori non furono migliori di
quelli che presentarono risultati parziali per imperizia
professionale.
F.R.
(5 maggio 2020)
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