Carlo e Licia

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mercoledì 17 giugno 2020

{glossario} VECCHIAIA.


Questa stringata ed indiscutibile definizione si trova scritta nel Diario di Guido Morselli (1912-1973), un intellettuale e scrittore prolifico divenuto “comunista” più che per convinzione razionale per vocazione romantica.
Egli tra l'altro ha scritto che “nessuno mai si è tolto la vita. Il suicidio è la condanna a morte della cui esecuzione il giudice incarica il condannato”.
Ad una amica nel 1971 tra l'altro scrisse “...non sono mai stato un ateo e, come tu dicevi una volta, un esprit fort. Ho sempre rispettato come potevo la fede religiosa riconoscendo la sua efficacia persino creativa o curatrice in senso pieno, ora sono su un'altra sponda...Ingrigito sì, ma senza troppo invecchiare, almeno di dentro. Il passaggio è 
stato penso spontaneo, diciamo appunto un dono di Dio”.
Morselli si è suicidato.
Unanimemente la causa è stata attribuita ai reiterati rifiuti editoriali (tra cui Vallecchi, Garzanti, Sansoni, Mondadori, Einaudi) e alle stroncature di critici alcuni dei quali tassativi ed ingiusti, come da parte di Vittorio Sereni, di Elio Vittorini e di Italo Calvino soprattutto. Persino Geno Pampaloni nel 1956, quando era alle Edizioni di Comunità, gli rifiutò un'opera. Però successivamente elogio Il Comunista: “il libro è bellissimo, il migliore di Morselli, il più significativo, perché è ricco di intuizioni anticipatrici”.

F.R. (4 aprile 2020)

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