Carlo e Licia

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domenica 10 maggio 2020

Addenda su Marino Marini e sulla Fondazione a Pistoia.

Dopo aver riproposto gli scritti antebellici e quelli pubblicati su “seleArte” negli anni '50-'60 da Carlo L. Ragghianti all'interno del post Arte moderna in Italia 1915-1935, testi critici: Carandente (Cominetti, Marini) – vedere 4 marzo 2020 e successivamente Incontro con Marino Marini v. 10 marzo 2020 ritenevo accantonato il rapporto tra il critico lucchese e l'artista pistoiese, almeno per quel che riguarda questo blog.
Non avrei intenzione, infatti, di addentrarmi sulla questione degli sforzi (e dei risultati, poi riconosciuti come indiretti) di mio padre per portare l'opera di Marini a Firenze. Questa reticenza dipende in parte dal fatto credo che essi siano già stati indagati; dall'altro dal fatto della mia viscerale antipatia nei confronti dell'uomo, uno smidollato ondivago per carattere, e snob d'animo, quale mi è sempre sembrato M.M. mi infastidisce.
Mi corre l'obbligo, a questo punto, di sottolineare che Marino Marini è stato un grandissimo artista, uno di quei pochi che saranno ricordati come i protagonisti del proprio secolo.
La cronaca recente della ancora non risolta presumo diatriba sulla intenzione di accentrare a Firenze anche quanto custodito e promosso culturalmente dalla Fondazione Marini che ha sede a Pistoia, mi riporta a mente tramite uno dei suoi protagonisti difensore dello status quo lo studioso Marco Borrini una analisi critica condivisibile sul rapporto Ragghianti-Marini. Essa fu pubblicata sotto forma di “scheda” (pp. 326, 327), nel poderoso, utile e tuttora vitale Catalogo della Mostra C.L.R. e il carattere cinematografico della visione (Charta, 2000), progettata con passione da Marco Scotini. 
Siccome, come dicevo, il testo della scheda merita di essere ricordato, lo ripropongo oggi con la riproduzione di alcune opere di Marini. Nato nel 1967 a Pistoia, Marco Borrini si è laureato a Bologna con Renato Barilli, ha svolto e svolge un'intensa attività di organizzatore culturale e di studioso. Difende la permanenza a Pistoia della Fondazione Marini, che tra l'altro offre qualificata attività con personale specializzato anche perché:


Per quel che può valere, personalmente ritengo non solo giusto ma importante culturalmente che la sede e le attività della Fondazione rimangano a Pistoia. Oltre alle altre considerazioni da più parti sostenute, questo Istituto rappresenta una determinante testimonianza della fertile e qualificata presenza nel Novecento della alta qualità intellettuale ed artistica della scultura e in particolare nell'ambito di una città per certi versi marginalizzata dalla concorrenza lecita di altri centri urbani toscani. Voglio ricordare soltanto che a Pistoia è nato ed ha operato Jorio Vivarelli, altro notevolissimo scultore, di cui rammento ancora la coinvolgente casa-museo. Mi sembra opportuno citare anche la Fonderia Michelucci, che ho sentito fin da bambino sempre lodare tra le migliori d'Italia e del mondo da qualificati artisti (uno per tutti: Emilio Greco) e studiosi competenti in materia.
F.R. (17 aprile 2020)


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