Carlo e Licia

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giovedì 7 maggio 2020

Arte Moderna in Italia 1915-1935 - Testi dei Critici, 10. ITALO CREMONA (REVIGLIONE).



Post Precedenti:

1. RAFFAELE MONTI ( I ) - 16 giugno 2018
2. IDA CARDELLINI (LORENZO VIANI) - 28  settembre 2018 
3. UMBRO APOLLONIO (NATHAN, BIROLLI) - 19 settembre 2019
4. MARCELLO AZZOLINI (GUERRINI, CHIARINI, VESPIGNANI). 6 ottobre 2019
5/I. FORTUNATO BELLONZI (BOCCHI, D'ANTINO). 12 novembre 2019
5/II. FORTUNATO BELLONZI (MORBIDUCCI, SAETTI). 28 dicembre 2019
6. ALDO BERTINI (CREMONA, MAUGHAM C., PAULUCCI). 22 gennaio 2020.
7. ANNA BOVERO (BOSWELL, CHESSA, GALANTE). 5 febbraio 2020.
8. SILVIO BRANZI (SCOPINICH, BALDESSARI, NOVATI, SPRINGOLO, RAVENNA, KOROMPAY, ZANINI). 23 febbraio 2020.
9. GIOVANNI CARANDENTE (COMINETTI, MARINI). 4 marzo 2020.
11. ENRICO CRISPOLTI, I (BALLA, EVOLA, ALIMANDI, BENEDETTA). 2 aprile 2020.
12. ENRICO CRISPOLTI, II (COSTA, DIULGHEROFF, DOTTORI, FILLIA). 6 aprile 2020.
13. ENRICO CRISPOLTI, III (ORIANI, PANNAGGI, PRAMPOLINI, MINO ROSSO), 10 aprile 2020.


Per ciò che riguarda la complessa personalità di Italo Cremona (!905-1979), pittore,scenografo, costumista, scrittore, studioso e critico d'arte, protagonista del cinema torinese e poi romano, rimando al nostro post del 22 gennaio 2020. In esso, presentata da Aldo Bertini, la sua attività è analizzata in relazione alla Mostra Arte Moderna in Italia 1915-1935.
Nel presente post Cremona è autore della scheda (probabilmente in un primo tempo affidata a Aldo Bertini) su Mario Reviglione, di cui – come collezionista – possedeva l'opera più nota, Ritratto di Amalia Guglielminetti, presente in mostra. Sempre su Reviglione è di Cremona il testo che segue la scheda e le ulteriori illustrazioni che documentano l'attività del pittore vissuto dal 1883 al 1965.
Non per acribia ma per analisi logica mi viene il sospetto che la scheda Reviglione in realtà sia una sintesi redazionale del testo più esteso, diffuso scritto in precedenza da Cremona per commemorare la morte dell'amico pittore avvenuta l'anno precedente. Il tutto con l'approvazione sia di Bertini che di Cremona, amicissimi dai tempi sodali in Accademia Albertina.

Effettivamente si può sostenere con Cremona che il Ritratto della Guglielminetti è “quasi emblematico di un'epoca”. 


Al riguardo ricordo che spesso nelle coinvolgenti e vivaci cene che cinque, sei volte l'anno – tra il 1952 e il 1965 – radunavano al desco dei miei genitori Edoardo e Marghè Detti, Eugenio Luporini (poi con la giovane moglie Luisa) e saltuari o diversi altri commensali, quasi sempre c'era un “siparietto” di nostalgici ricordi (generalmente introdotto da Eugenio) di Lucca e poi dei “bei tempi che furono”. Questi ultimi vertevano spesso sul fascino ammaliatore di quella scrittrice torinese.
Dato che oggi credo (e spero, comunque) non si indugi più con le melense “nostalgie” di apprezzamento e di indulgenza per gli opachi anni crepuscolari di Guido Gozzano (1883-1916) e ancor meno per le deviazioni morali e sessuali del D'Annunzio, forse dedicare prossimamente un post a quella protagonista del demi-monde prima del e durante il fascismo, potrà risultare informazione interessante. Se non altro a dimostrazione che le bas-bleu (letterate saccenti) di oggi non sono sostanzialmente differenti da quelle di inizio e sviluppo del Novecento.

F.R. (24 gennaio 2020)


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