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lunedì 13 aprile 2020

{Lo Scaffale di Irene} Le "zie" in letteratura...e non.

Un articolo scritto da Colm Tóibín, noto scrittore e critico letterario irlandese classe 1955 ( Brooklyn; Nora Webster; Il testamento di Maria) per il London Review of Books vol.33 n.6 del 17 marzo 2011 intitolato The Importance of Aunts (in the 19th century novel) fa luce su un interessante cambiamento di prospettiva da parte dei romanzieri, in questo caso prevalentemente britannici o comunque di madrelingua inglese, nella visione e quindi nell'elaborazione letteraria della struttura familiare dell'epoca. Già nel 18° secolo, riporta Tóibín citando il volume Novel Relations: The Transformation of Kinship in English Literature and Culture 1748-1818 di Ruth Perry:

le madri nei romanzi dell'epoca sono notoriamente assenti – morte o in altro modo assenti. Proprio quando la maternità stava diventando centrale alla definizione della femminilità, quando la concezione moderna della madre come fonte di calma, tenerezza, guida e conforto si stava consolidando nella cultura inglese, era rappresentata in letteratura come un ricordo piuttosto che una realtà attiva e presente”.

A questa figura materna dispensatrice di saggezza femminile e di guida morale si fece provvedere invece alle zie che pullulano nei romanzi ottocenteschi e di inizio novecento, soprattutto nella forma di anziane vedove o zitelle eccentriche che seguono in qualche modo il venire alla maturità dell'eroina elargendo consigli e provvedendo a garantire la rispettabilità delle giovani.
E' una figura affascinante quella della zia, alla quale lo scrittore può attribuire una quantità svariata di stravaganze, sfumature di personalità che vanno dall'imperiosa freddezza di una Lady Catherine de Bourgh austeniana (Jane Austen è come sempre Maestra quando si tratta di creare personaggi archetipici e universali di varia umanità, disgiunta dai legami del periodo storico) alla eccentrica ma benevola Betsey Trotwood di David Copperfield, ed è proprio la zia che spesso viene usata come personaggio focale alla creazione di escamotage e risoluzioni di trama altrimenti difficili da intessere. 
Quello dell'insegnamento da parte della donna anziana, del tramandare i segreti della natura femminile dalla saggia alla giovane per renderla una Donna in grado di navigare questo mondo pilotato dalla mascolinità con grazia ma uscendone quanto meno incolume – allora – e magari anche appagata oggi, è un tema ricorrente in ogni declinazione della cultura umana e anche della letteratura che ne consegue, dai racconti ancestrali tramandati a voce, le fiabe popolari attraverso ogni latitudine, fino alla narrativa moderna e contemporanea. In questo processo che ha del mistico, del primordiale e del quale purtroppo la donna moderna è sempre meno consapevole, hanno un ruolo centrale non solo le madri e le nonne, ma anche le zie che come figure femminili a latere, disgiunte dalla responsabilità primaria della maternità e spesso capaci di raggiungere anche i cuori giovani più ribelli. Tante donne l'hanno molto probabilmente provato in prima persona, l'autrice di questo articolo è certamente una di queste fortunate che hanno potuto sperimentare direttamente la preziosità di un legame del genere.
Uno tra gli esempi letterari che preferisco, nonostante racconti il legame tra zia e nipote maschio, è certamente Zia Mame, liberamente ispirato alla storia personale dell'autore Patrick Dennis e pubblicato nel 1955 in lingua originale e nel 1958 in italiano.



Mame Dennis è un'eclettica, ricca, avvenente e moderna donna prodotto della mondana società anni '20, abituata a mantelle di zibellino e feste in tema giapponese con alcool a fiumi che si ritrova a far da figura materna, a suo modo, ad un frugoletto decenne dopo la morte del fratello nonché padre del ragazzo. In un periodo di silenziosa rivoluzione del ruolo della donna nella società, portata avanti per lo più a livello individuale da una manciata di donne abbienti che potevano permettersi di ribellarsi alle regole sociali imposte alle donne del popolo e vivere uno stile di vita considerato eccentrico, immorale e vizioso senza tremende conseguenze, la figura di Zia Mame è emblematica di una donna intelligente, capace di mostrarsi un'intellettuale e sfoderare un "feroce senso dell'umorismo, che non risparmia niente e nessuno", senza rinunciare alla propria femminilità. affidabile nella sua inaffidabilità.

L'eccentrico autore Patrick Dennis


Il romanzo è in realtà una serie di racconti che seguono le avventure di Mame Dennis dal Proibizionismo americano agli anni Cinquanta circa, racconti nati scollegati e che furono uniti dall'editor della prima casa editrice che accettò il manoscritto, la Vanguard, grazie allo stratagemma narrativo che introduce il personaggio dell' "indimenticabile zitella del New England", le cui vicende fanno da spunto, all'inizio di ciascun capitolo, per la narrazione di un analogo episodio con protagonista zia Mame ed l'alter-ego dell'autore.
Irene Francis (aprile 2020)

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