Il
testo che precede questo redazionale è una nota
normativa e, al contempo, indicativa stesa da Carlo L. Ragghianti
per uniformare e coordinare il lavoro di più autori sia all'interno
di ciascun volume che per una intera collana editoriale. Si tratta di
un foglio isolato rinvenuto nel mio Archivio, per di più in
condizioni conservative tali da rendere necessaria la trascrizione
per procedere alla sua riproduzione.
In
un primo momento ho avuto qualche dubbio circa l'iniziativa
editoriale alla quale questa sintetica nota si potesse riferire. Due
le plausibili destinazioni: Musei
d'Italia, Meraviglie d'Italia,
edizioni Calderini di Bologna o Storia
della pittura,
edizioni De Agostini di Novara.
L'accenno
nel testo agli “elenchi forniti” mi ha riportato alla memoria
quanto è risultato dalle ricerche per il post – il quale sarà in
rete domani – circa l'apporto originale di C.L.R. alla iniziativa
della De Agostini, anche prima di assumere (a titolo gratuito) la
direzione di un progetto già avviato e incagliato per difficoltà
insite nella propria impostazione originale. Riflettendo e comparando su quanto qualche tempo fa ho appurato a proposito di questa Storia della pittura non ho più dubbi sul fatto che la nota sia stata elaborata per gestire la ripresa del
progetto altrimenti sospeso o eliminato dai programmi dell'editore. I
citati “elenchi di illustrazioni ” – di impostazione originale,
con notevoli innovazioni rispetto all'utilizzo di immagini consueto
– non si trovano nel mio Archivio. Spero siano conservati tuttora
in quello della De Agostini, oppure in quello della Fondazione Centro
Studi Licia e Carlo L. Ragghianti di Lucca, forse senza destinazione
precisa.
Intendo,
infine, insistere sulla rilevanza e sulla originalità di questa nota
di C.L.R., sottolineando che essa non è di routine,
di ordinaria amministrazione.
Si
tratta di un testo con indicazioni brevi, essenziali ma importante
per comprendere meglio la metodologia di Ragghianti da un lato,
dall'altro contenente una indicazione per certi versi di novità,
direi quasi di sovvertimento (espressa con decisione, nonostante
l'apparente accettazione di interpretazioni diverse – presenti in
saggi già consegnati – da parte di alcuni partecipanti che in
altre condizioni R. non avrebbe certo scelto), tale da contenere in
nuce una revisione del
concetto di pittura
nel suo intero svolgimento, iniziato – come documentazione –
nelle caverne preistoriche.
F.R.
(14 marzo 2020)
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