Carlo e Licia

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lunedì 6 aprile 2020

Arte Moderna in Italia 1915-1935 - Testi dei Critici, 12. ENRICO CRISPOLTI, II (COSTA, DIULGHEROFF, DOTTORI, FILLIA)



Post Precedenti:

1. RAFFAELE MONTI ( I ) - 16 giugno 2018
2. IDA CARDELLINI (LORENZO VIANI) - 28  settembre 2018 
3. UMBRO APOLLONIO (NATHAN, BIROLLI) - 19 settembre 2019
4. MARCELLO AZZOLINI (GUERRINI, CHIARINI, VESPIGNANI)  6 ottobre 2019
5/I. FORTUNATO BELLONZI (BOCCHI, D'ANTINO)  12 novembre 2019
5/II. FORTUNATO BELLONZI (MORBIDUCCI, SAETTI)  28 dicembre 2019
6. ALDO BERTINI (CREMONA, MAUGHAM C., PAULUCCI)  22 gennaio 2020.
7. ANNA BOVERO (BOSWELL, CHESSA, GALANTE)  5 febbraio 2020.
8. SILVIO BRANZI (SCOPINICH, BALDESSARI, NOVATI, SPRINGOLO, RAVENNA, KOROMPAY, ZANINI)  23 febbraio 2020.
9. GIOVANNI CARANDENTE (COMINETTI, MARINI)  4 marzo 2020.
10. ITALO CREMONA (REVIGLIONE). 7 maggio 2020
11. ENRICO CRISPOLTI, I (BALLA, EVOLA, ALIMANDI, BENEDETTA). 2 aprile 2020.




Il pittore Franco Costa è morto nel 1980. L'orientamento critico su di lui non sembra diverso da quello espresso da Crispolti nella scheda. La Regione Piemonte nel 1990 ha promosso un'Antologica su di lui presso il Circolo degli Artisti a Torino.
Ho riscontrato su Internet l'esistenza di un pittore omonimo (1934-2015), discreto autore di serigrafie e di pitture in acrilico. La sua comunicazione visiva è nitida, geometrizzante, con netta tendenza decorativa, idonea alla diffusione pubblicitaria.
F.R. (26 gennaio 2020)






L'artista risulta morto nel 1982. E' il primo tra questi pittori futuristi secondi dotato di un impianto originale abbastanza deciso, cui coniuga agli esordi una vena autenticamente espressiva di graphic designer. Laureatosi nel 1936 in Architettura a Torino, Diulgheroff 
dopo il 1940 si dedica soprattutto alla professione di architetto, arredatore e designer. Alla scheda della Mostra 1915-1935 segue quella di Rita Selvaggi per il Catalogo/Mostra 1935-1955.
F.R. (26 gennaio 2020)





Necessaria integrazione alla scheda su Gerardo Dottori è la data di morte: 1977. Quindi novantuno anni di vita intensa e discontinua.
Legato e consentaneo ai “primi” futuristi, Dottori è pittore di sicura padronanza del mestiere. Purtroppo parte del suo fare è stato inficiato da un appiattimento iconografico (e stilistico d'altro canto, forse non prossimo a 
Boccasile...però!) al duce del fascismo. Non so se ciò è avvenuto per adesione fideistica, fanatica, o se – il che è anche peggio – per conformismo e tornaconto personale.
La terza parte della sua operosità, con iniziali rispondenze naïves, dagli anni Quaranta è meno nota ed apprezzata, comunque professionalmente rispettabile.
F.R. (28 gennaio 2020)





Personaggio morto “caro agli dei”, poco più che trentenne, Fillia si è distinto per operosità dinamica (in modo, per così dire, concorrenziale con le amate macchine). Infatti oltre alle disparate attività letterarie e pubblicistiche – scrittore, poeta, drammaturgo, nonché critico e teorico multiforme – non ha trascurato l'impegno in architettura, design, ceramica, ecc.; ha affrontato persino la gastronomia, futurista naturalmente.
La sua “ideologia” si può riscontrare a pieno nel romanzo La morte della donna (1929), nel quale sostiene che la modernità distrugge l'amore come sentimento assoluto. Ciò determina la “femmina”, fisiologia senza passione che determina l'uguaglianza dei sessi sul piano della sensualità.
Fillia, inoltre, sostiene che “l'amore per le macchine, la novità, la varietà, lo sport ecc. è un vero appagamento oltre che fisico anche spirituale dei sensi”. L'erotismo quindi si  
identifica in una creatività artificiale, si esalta celebrando idoli meccanici. Ne consegue, ovviamente, che la sua pittura vuole riflettere questa impostazione ideologica. Quindi essa con l'intensità del colore infiamma ogni rappresentazione geometrica. Partendo da una visione prossima al cubismo, per Fillia la pittura è controllata da un purismo formale con l'intenzione dichiarata di dare nuove funzioni sociali all'arte, intesa come “indispensabile interpretazione e psicologia della meccanica per la vita meccanica”. Cioè, mi pare, Fillia vuol essere più realista del re.
Anche oggi si può dire che Fillia è un pittore concreto e coerente, certamente il più dinamico e introdotto nella cultura europea, formalmente più elegante e sognante della gran parte dei suoi “colleghi” post-futuristi, pittoricamente spesso retorici, pesanti e – perché no – indigesti.
F.R. (29 gennaio 2020)

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