Carlo e Licia

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domenica 1 marzo 2020

Il pensatore di Rodin.

La scultura di Auguste Rodin (1840-1917) che rappresenta Il pensatore è stata un'opera veramente celebre, emblematica di un'epoca, e però ancor presente e radicata nella memoria collettiva – anche con derivazioni umoristiche discutibili – negli anni Sessanta e seguenti.
Per Licia Collobi Ragghianti essersene occupata (“Critica d'Arte”, IV s., gen-mar. 1987, pp. 25-27) rappresenta una inconsueta incursione su di un artista che di solito sulla rivista è stato indagato da Carlo L. Ragghianti, il quale però – stante almeno alla Bibliografia degli scritti – risulta essersi occupato di Rodin per l'ultima volta nel 1964 nell'articolo Medardo Rosso e la fama di Rodin (“La Stampa”, Torino, 3 gennaio), che abbiamo ripubblicato nel post del 25 ottobre 2018 intitolato allo scultore italiano.
Come allora redattore della rivista posso testimoniare che mia madre scrisse questo breve intervento (e altri studi) mentre mio padre stava già tanto male da dover essere ricoverato nella clinica di Montecatini Alto (gestita dal suo carissimo partigiano ed amico Tiziano Palandri) dove rimase per alcuni mesi, per poi defungere, tornato a casa da poco più di un mese. Ciò per sottolineare che Licia Collobi – cui incombevano fra l'altro entrambe le cateratte – contemporaneamente accudiva a casa e famiglia, nonché all'ultimo suo impegnativo e importante libro Dipinti fiamminghi in Italia (1420-1570) e ad altri studi. Si trovava quindi in una eccezionale ed estrema situazione di stress, al quale riusciva a reagire lavorando intellettualmente con i suoi ritmi abituali, cioè di grande operatività.
F.R. (20 gennaio 2020)




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