Come
anticipato nel post i rapporti di Franco Ferrarotti con Carlo L.
Ragghianti furono improntati a cordialità formale e quindi nel tempo
sostanzialmente ridotti e poi interrotti, data la distanza degli
interessi indagati dai due studiosi sommata alla antitetica
metodologia delle loro ricerche.
Nella
importante lettera del 18.12.1956, Ragghianti scrive al "delfino"
sociopolitico di Adriano Olivetti – all'epoca in piena campagna
organizzativa e di radicamento nel territorio del Movimento di
Comunità conclusasi nel 1958 – le proprie osservazioni, suffragate
da antecedenti e superati studi piuttosto approfonditi sugli
argomenti positivistici e sociologici, circa le indagini teoriche e
le applicazioni che Ferrarotti opera nella pratica e negli studi.
Questa parte della lettera è particolarmente indicativa per la
formazione e il percorso evolutivo di Ragghianti. Nella seconda parte
della comunicazione lo studioso lucchese entra nel merito della
questione lavoro, operaio in particolare, che il Movimento di
Comunità tentava di desclerotizzare nei confronti dei sindacati
esistenti, troppo politicizzati e resi troppo spesso mere cinture di
trasmissione dei partiti di riferimento. Importante la rivendicazione
dell'"autogoverno del lavoro" e il conseguente tentativo
operato a Firenze dal C.T.L.N. nel 1944-45. Infatti la questione è
tuttora aperta e – seppur timidamente – evocata per renderla in
qualche modo operativa, ma anche perché quell'esperimento e gli
studi e le ricerche che gli sono "a monte" sono argomenti
non solo storiografici da indagare con un'ottica politicamente
depurata dai vecchi ideologismi ma costituiscono anche idee da
sottoporre a indagine metodologica per renderli idonei ai tempi
presenti cui l'automazione e la mondializzazione hanno creato
possibili punti interrogativi con probabili drammatiche conseguenze.
Agli
scottanti fenomeni in atto nel mondo produttivo e nella società e
alle questioni discusse nella lettera citata, Ferrarotti risponde con
una relazione al Convegno "Libertà e Società" (30
novembre-1 dicembre 1957, Roma, Teatro Duse) che riporto
integralmente dopo la lettera di C.L.Ragghianti. In questo saggio il
giovane, e già apprezzato sociologo nonché operatore sul terreno
con i tanti attivisti intellettuali legati al Movimento di Comunità,
analizza tra le altre anche la condizione operaia (si ricordi che sul
fronte marxista-leninista si stava formando l'operaismo di Mario
Tronti, Toni Negri, Raniero Panzieri i quali predicavano che fossero le lotte operaie a determinare lo sviluppo del
capitalismo, e non viceversa) in un'ottica collegabile alle istanze cui fa riferimento Carlo L. Ragghianti nella lettera precedente.
Questo
rilevante Convegno che ebbe una certa risonanza e qualche impatto
sociale (ad es. sulla U.I.L. che allora disponeva anche di un gruppo
intellettuale di orientamento anglosassone piuttosto attivo nelle
Edizioni Opere Nuove) sottostimati dalla storiografia specifica, fu
ideato e voluto da Carlo L. Ragghianti ed organizzato sotto l'egida
promotrice delle riviste "Criterio", "Comunità",
"Itinerari", "Nord e Sud", "Opinione",
"Il Ponte", "Tempo presente", "Tempi
moderni". Anche di questo dimenticato convegno riproporremo una
ampia silloge in questo blog.
Dal
"Congedo" che Carlo L. Ragghianti rivolge agli intervenuti
alle due giornate del Convegno stralciamo i tre paragrafi che
riguardano la relazione di Ferrarotti e la sua ripercussione sul
dibattito.
F.R.
(12 aprile 2019)
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