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sabato 9 novembre 2019

Ragghianti - Ferrarotti, 1956-1957.

Come anticipato nel post i rapporti di Franco Ferrarotti con Carlo L. Ragghianti furono improntati a cordialità formale e quindi nel tempo sostanzialmente ridotti e poi interrotti, data la distanza degli interessi indagati dai due studiosi sommata alla antitetica metodologia delle loro ricerche.
Nella importante lettera del 18.12.1956, Ragghianti scrive al "delfino" sociopolitico di Adriano Olivetti – all'epoca in piena campagna organizzativa e di radicamento nel territorio del Movimento di Comunità conclusasi nel 1958 – le proprie osservazioni, suffragate da antecedenti e superati studi piuttosto approfonditi sugli argomenti positivistici e sociologici, circa le indagini teoriche e le applicazioni che Ferrarotti opera nella pratica e negli studi. Questa parte della lettera è particolarmente indicativa per la formazione e il percorso evolutivo di Ragghianti. Nella seconda parte della comunicazione lo studioso lucchese entra nel merito della questione lavoro, operaio in particolare, che il Movimento di Comunità tentava di desclerotizzare nei confronti dei sindacati esistenti, troppo politicizzati e resi troppo spesso mere cinture di trasmissione dei partiti di riferimento. Importante la rivendicazione dell'"autogoverno del lavoro" e il conseguente tentativo operato a Firenze dal C.T.L.N. nel 1944-45. Infatti la questione è tuttora aperta e – seppur timidamente – evocata per renderla in qualche modo operativa, ma anche perché quell'esperimento e gli studi e le ricerche che gli sono "a monte" sono argomenti non solo storiografici da indagare con un'ottica politicamente depurata dai vecchi ideologismi ma costituiscono anche idee da sottoporre a indagine metodologica per renderli idonei ai tempi presenti cui l'automazione e la mondializzazione hanno creato possibili punti interrogativi con probabili drammatiche conseguenze.
Agli scottanti fenomeni in atto nel mondo produttivo e nella società e alle questioni discusse nella lettera citata, Ferrarotti risponde con una relazione al Convegno "Libertà e Società" (30 novembre-1 dicembre 1957, Roma, Teatro Duse) che riporto integralmente dopo la lettera di C.L.Ragghianti. In questo saggio il giovane, e già apprezzato sociologo nonché operatore sul terreno con i tanti attivisti intellettuali legati al Movimento di Comunità, analizza tra le altre anche la condizione operaia (si ricordi che sul fronte marxista-leninista si stava formando l'operaismo di Mario Tronti, Toni Negri, Raniero Panzieri i quali predicavano che fossero le lotte operaie a determinare lo sviluppo del

capitalismo, e non viceversa) in un'ottica collegabile alle istanze cui fa riferimento Carlo L. Ragghianti nella lettera precedente. 
Questo rilevante Convegno che ebbe una certa risonanza e qualche impatto sociale (ad es. sulla U.I.L. che allora disponeva anche di un gruppo intellettuale di orientamento anglosassone piuttosto attivo nelle Edizioni Opere Nuove) sottostimati dalla storiografia specifica, fu ideato e voluto da Carlo L. Ragghianti ed organizzato sotto l'egida promotrice delle riviste "Criterio", "Comunità", "Itinerari", "Nord e Sud", "Opinione", "Il Ponte", "Tempo presente", "Tempi moderni". Anche di questo dimenticato convegno riproporremo una ampia silloge in questo blog.
Dal "Congedo" che Carlo L. Ragghianti rivolge agli intervenuti alle due giornate del Convegno stralciamo i tre paragrafi che riguardano la relazione di Ferrarotti e la sua ripercussione sul dibattito.
F.R. (12 aprile 2019)




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