Carlo e Licia

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mercoledì 9 ottobre 2019

Ragghianti su Berenson.

Nel post del 27 luglio 2019 abbiamo ricordato, nell'ambito degli Atti (12) del “Convegno Internazionale per le Arti figurative” di Firenze (24-30 giugno 1948), le “Onoranze” a Bernardo Berenson ed anche che l'iniziativa fu suggerita al sindaco Mario Fabiani proprio da Ragghianti (v. lettera di C.L.R. a B.B. del 9 aprile 1949). Adesso mi accorgo che queste “Onoranze” oggi coincidono con il sessantesimo anno dalla morte dell'illustre studioso ed esperto per necessità (così ha affermato lo stesso Berenson) di sussistenza – lauta peraltro – dato che egli non era professore universitario né abbiente di famiglia.
Quindi anche questo post viene a configurarsi come conseguenza commemorativa, circostanza alla quale non diamo importanza, salvo quella di creare un pretesto specifico per occuparsi di un personaggio o di un avvenimento.
Questo post sarà comunque un excursus centrato sui giudizi critici e storici di Ragghianti, sui rapporti tra i due illustri studiosi, inevitabilmente riduttivi nei confronti del famoso “esteta” e connoisseur di cultura essenzialmente germanica. Ciò non toglie che sul piano umano, personale, R. non avesse rispetto e riconoscenza verso l'anziano personaggio circondato in vita da grande considerazione. In fin dei conti meritata perché basata su fatti e studi concreti, non aleatori, superficiali e discutibili come quelli di chi ci ha e ci sta affliggendo con agitata prepotenza e forsennata ricerca di visibilità: personaggi convenzionali nonostante le peregrine provocazioni.
Allora riporteremo alcuni documenti prevalentemente epistolari, nei quali R. riferisce su B.B. (come lo chiamava Nicky Mariano sua storica segretaria) o considerazioni sulla sua opera. Dato che questa non è né può e vuole essere la sede di speculazioni originali e innovative, non si indaga puntualmente sull'arco degli scritti di C.L.R. quanto riferito a B.B., se non altro per non sfornare una sorta di corposo volume. Dai libri riporto soltanto i due punti in cui R. si diffonde su Berenson nel Profilo della critica d'arte (1942, pp. 55-58) e dai Complementi della seconda edizione (1974, pp. 195-197). Dagli altri libri, saggi e corrispondenze confido che chi è o sarà interessato, anche tramite gli indici e l'Archivio di Lucca potrà appurare e approfondire di persona.
Questo nostro intervento, tutto sommato, sarà un sommario, un indice approssimativo per dare un punto di 


partenza per una ricerca scientifica. Riproduciamo due lettere del 1946, una a Gianfranco Contini (che allora e fino a qualche tempo dopo fu interlocutore e sodale di R., dal quale si allontanò anche per sollecitazioni “sociali”), l'altra allo stesso Berenson. Del 1954 è la recensione su “seleArte” di Vedere e sapere; si riportano poi gli “omaggi” dettati a “La Nazione” da R., Longhi, Cecchi, Venturi, Middeldorf e Salvemini in seguito alla morte di B.B. (1959). Dell'aprile 1961 è la lettera inviata a Giuseppe Fiocco. Venti anni dopo, l'8 settembre 1981, Ragghianti pubblicò su “La Nazione” l'articolo Berenson, un the e la guerra scaturito dai ricordi suscitati dalla lettura di una biografia di B.B. Dell'anno dopo, 1982, ho trovato due lettere in cui si fa riferimento allo studioso lituano e un appunto manoscritto non concluso, che riproduco accanto la trascrizione dattiloscritta. Negli anni successivi C.L.R. scrisse Arte essere vivente (1984) dove si tratta di B.B. a proposito di Profilo (p.48), di Decorazione (p.52, v. post 24 gennaio 2018), di estetismo errante (p.71), di derivazioni da B.B. (p. 113), di scritto di K. Clark su modello (p.144). In quegli anni R. lavorò alla Critica della forma (1986), libro importante nel quale sarà analizzato il pensiero di Berenson ancora una volta nell'ambito di una analisi globale di quella che R., nel sottotitolo del volume, ha definito “ragione e storia di una scienza nuova”.
F.R. (4 giugno 2019)












APPENDICE SUL “CORPUS” DEI DISEGNI FIORENTINI.

Nel precedente “sommario approssimativo” riguardo a quanto scritto da Carlo L. Ragghianti su Bernard Berenson avevamo premesso che esso era una sorta di Indice, da integrare con ricerche più approfondite anche nell'Archivio della Fondazione Ragghianti di Lucca.
Scorrendo, però, alcuni incartamenti negletti, trovo oggi un altro intervento sul Berenson incentrato essenzialmente sui famosi volumi de I disegni dei pittori fiorentini. L'imponente opera fu stampata nel 1961 da Electa, tradotta con curatela rispettosa della precedente ed originale edizione in inglese (con anche le successive integrazioni) The drawings of the florentine painters


Le osservazioni di C.L.R. riguardano la seconda parte (circa la metà) dell'articolo pubblicato ne “L'Espresso” il 1 luglio 1962 col titolo Da Craig al commissario. 60 anni a Firenze, fuorviante, come spesso accade, perché apposto dal direttore o da un redattore della pubblicazione ospitante.
Ritengo opportuno allegarlo qui sotto al posto, non solo perché di difficile individuazione e di difficoltosa reperibilità ma soprattutto per l'interesse e l'importanza del giudizio di C.L.R.
F.R. (11 ottobre 2019)

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