Nel
post del 27 luglio 2019 abbiamo ricordato, nell'ambito degli Atti
(12) del “Convegno Internazionale per le Arti figurative” di
Firenze (24-30 giugno 1948), le “Onoranze” a Bernardo Berenson ed
anche che l'iniziativa fu suggerita al sindaco Mario Fabiani proprio
da Ragghianti (v. lettera di C.L.R. a B.B. del 9 aprile 1949). Adesso
mi accorgo che queste “Onoranze” oggi coincidono con il
sessantesimo anno dalla morte dell'illustre studioso ed esperto per
necessità (così ha affermato lo stesso Berenson) di sussistenza –
lauta peraltro – dato che egli non era professore universitario né
abbiente di famiglia.
Quindi
anche questo post viene a configurarsi come conseguenza
commemorativa, circostanza alla quale non diamo importanza, salvo
quella di creare un pretesto specifico per occuparsi di un
personaggio o di un avvenimento.
Questo
post sarà comunque un excursus
centrato sui giudizi critici e storici di Ragghianti, sui rapporti
tra i due illustri studiosi, inevitabilmente riduttivi nei confronti
del famoso “esteta” e connoisseur di
cultura essenzialmente germanica. Ciò non toglie che sul piano
umano, personale, R. non avesse rispetto e riconoscenza verso
l'anziano personaggio circondato in vita da grande considerazione. In
fin dei conti meritata perché basata su fatti e studi concreti, non
aleatori, superficiali e discutibili come quelli di chi ci ha e ci
sta affliggendo con agitata prepotenza e forsennata ricerca di
visibilità: personaggi convenzionali nonostante le peregrine
provocazioni.
Allora
riporteremo alcuni documenti prevalentemente epistolari, nei quali R.
riferisce su B.B. (come lo chiamava Nicky Mariano sua storica
segretaria) o considerazioni sulla sua opera. Dato che questa non è
né può e vuole essere la sede di speculazioni originali e
innovative, non si indaga puntualmente sull'arco degli scritti di
C.L.R. quanto riferito a B.B., se non altro per non sfornare una
sorta di corposo volume. Dai libri riporto soltanto i due punti in
cui R. si diffonde su Berenson nel Profilo della critica
d'arte (1942, pp. 55-58) e dai
Complementi della
seconda edizione (1974, pp. 195-197). Dagli altri libri, saggi e
corrispondenze confido che chi è o sarà interessato, anche tramite
gli indici e l'Archivio di Lucca potrà appurare e approfondire di
persona.
Questo
nostro intervento, tutto sommato, sarà un sommario, un indice
approssimativo per dare un punto di
partenza per una ricerca scientifica. Riproduciamo
due lettere del 1946, una a Gianfranco Contini (che allora e fino a
qualche tempo dopo fu interlocutore e sodale di R., dal quale si
allontanò anche per sollecitazioni “sociali”), l'altra allo
stesso Berenson. Del 1954 è la recensione su “seleArte” di
Vedere e sapere; si riportano poi gli “omaggi” dettati a “La
Nazione” da R., Longhi, Cecchi, Venturi, Middeldorf e
Salvemini in seguito alla morte di B.B. (1959). Dell'aprile 1961 è
la lettera inviata a Giuseppe Fiocco. Venti anni dopo, l'8 settembre
1981, Ragghianti pubblicò su “La Nazione” l'articolo
Berenson, un the e la guerra scaturito
dai ricordi suscitati dalla lettura di una biografia di B.B.
Dell'anno dopo, 1982, ho trovato due lettere in cui si fa riferimento
allo studioso lituano e un appunto manoscritto non concluso, che
riproduco accanto la trascrizione dattiloscritta. Negli anni
successivi C.L.R. scrisse Arte essere vivente
(1984) dove si tratta di B.B. a proposito di Profilo
(p.48), di Decorazione
(p.52, v. post 24 gennaio 2018), di estetismo errante
(p.71), di derivazioni da B.B. (p. 113), di scritto di K. Clark su
modello (p.144). In quegli anni R. lavorò alla Critica
della forma
(1986), libro importante nel quale sarà analizzato il pensiero di
Berenson ancora una volta nell'ambito di una analisi globale di
quella che R., nel sottotitolo del volume, ha definito “ragione e
storia di una scienza nuova”.
F.R.
(4 giugno 2019)
APPENDICE SUL “CORPUS” DEI DISEGNI FIORENTINI.
Nel
precedente “sommario approssimativo” riguardo a quanto scritto da Carlo
L. Ragghianti su Bernard Berenson avevamo premesso che esso era una
sorta di Indice, da integrare con ricerche più approfondite
anche nell'Archivio della Fondazione Ragghianti di Lucca.
Scorrendo,
però, alcuni incartamenti negletti, trovo oggi un altro intervento
sul Berenson incentrato essenzialmente sui famosi volumi de I
disegni dei pittori fiorentini. L'imponente opera fu stampata nel
1961 da Electa, tradotta con curatela rispettosa della precedente ed
originale edizione in inglese (con anche le successive integrazioni)
The drawings of the florentine painters.
Le osservazioni di C.L.R. riguardano la seconda parte (circa la metà) dell'articolo pubblicato ne “L'Espresso” il 1 luglio 1962 col titolo Da Craig al commissario. 60 anni a Firenze, fuorviante, come spesso accade, perché apposto dal direttore o da un redattore della pubblicazione ospitante.
Ritengo
opportuno allegarlo qui sotto al posto, non solo perché di difficile
individuazione e di difficoltosa reperibilità ma soprattutto per
l'interesse e l'importanza del giudizio di C.L.R.
F.R. (11 ottobre 2019)
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