Questo
articolo, pubblicato su “La Nazione” di Firenze il 6 luglio 1985,
fu concepito da Carlo L. Ragghianti mentre stava concludendo
La Critica della forma. Ragione e storia di una scienza nuova
(Baglioni&Berner, Firenze
1986), opera capitale nella quale era dedicato ad Alois Riegl ampio
spazio con considerazioni e indagini innovative.
Su
questo specifico argomento, assieme a puntualizzazioni circa la
valenza lessicale e metodologica del termine forma abbiamo
dedicato vari post in questo blog, e precisamente: Forma e
funzione (23 aprile 2018); Forma
e figura (31 marzo 2018); Ancora
forma e figura (2 agosto 2018);
Tutto è forma (9
ottobre 2018). Mentre a proposito del libro La critica
della forma su “seleArte”,
IV serie (interamente riproposta in questo blog con indici
attivabili nella pagina successiva alla fotografia di copertina del
blog), ricordiamo l'intervista
a S. Ordasi (n. 2, pp. 5-9) e l'utilizzo dell'indice per Argomento.
Le
indagini sulla “critica della forma” saranno ancora approfondite
con post relativi soprattutto alle ripercussioni del libro tramite
recensioni e chiarimenti desunti dalla corrispondenza di Carlo L.
Ragghianti.
Nel
presente articolo, è poi evidenziata la situazione culturale di Pisa
(intesa come Scuola Normale Superiore e Università) nei primi anni
Trenta, in una congiuntura eccezionale dalla quale non si può
estraniare la figura di Giovanni Gentile. Si analizza anche la
storiografia artistica e culturale internazionale fortemente
debitrice nei confronti dell'opera di Alois Riegl; opera che continua
ad essere diffusa negli U.S.A. Ed è proprio da laggiù che Franz
Boas, grande studioso delle arti primitive
indoamericane, adotta la metodologia di Riegl.
Di
Boas il 15 ottobre 2019 in un post abbiamo riproposto la riduzione
della prima parte di Primitive Art,
mentre nel mese successivo sarà postato il resto della sua originale
ricerca.
Con
queste auspici parole di C.L.R. “Comunque l'estensione della
conoscenza del Riegl è un
fatto positivo a conferma della nostra anticipazione” concludo
questo breve excursus
su un fenomeno culturale che coinvolge da un lato la comprensione
dell'arte primitiva, dall'altro la metodologia derivante dal
ragionare secondo “la critica della forma”.
F.R.
(15 agosto 2019)
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