Carlo e Licia

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martedì 15 ottobre 2019

Franz Boas (1): l'elemento formale nell'arte primitiva.

Carlo L. Ragghianti nel testo che riproduciamo come Introduzione a questo post, cioè la prima parte del capitolo Due precedenti: Boas e Riegl (da: L'uomo cosciente, 1981, pp. 228-231), rileva che “ esamino in questo autore di preferenza perché lo considero uno degli studiosi che hanno meglio e più largamente chiarito i problemi dell'umanità primèva”. Infatti oltre a “definire l'impulso e l'esercizio del linguaggio verbale” R. in Boas apprezza l'esposizione di alcuni concetti, che “smonta” dialetticamente, dell'etnologia, soprattutto “l'opinione che l'arte detta decorativa cioè astratta abbia valore di simbolismo per i primitivi”. Così anche “in tema d'arte decorativa il Boas è più problematico degli analisti che ne hanno trattato”. Eccetera.
Dalle opere del Boas (1858-1942) C.L. Ragghianti investiga in questo contesto soprattutto Primitive Art (1927) nell'edizione Dover del 1955, di cui riproduciamo la notizia della pubblicazione comparsa in “seleArte” (n. 26, sett.-ott. 1956, p. 39) e alcune tavole aggiuntive di illustrazioni dal volume recensito.
Otto anni dopo, sempre su “seleArte” (n. 69,70,71, del 1964), C.L.R. - coadiuvato per le traduzioni e qualche 
riassunto da Licia Collobi - pubblicò di Primitive Art una “riduzione assai larga” perché “il saggio è ancora una delle analisi più penetranti e più ampie che siano state scritte sulla forma dell'arte cosiddetta primitiva; riteniamo perciò utile farlo conoscere, ora che quell'arte ha una così vasta risonanza, e non più soltanto nell'ambito strettamente specialistico.
Anche noi oggi riteniamo, giacché imperanti sono tuttora le interpretazioni sociologiche dell'etnologia, che - per gli stessi motivi allora enunciati da C.L.R. - sia culturalmente stimolante e in-novativo dare ancora una volta visibilità e codificazione dell'arte primitiva che culminerà ne L'uomo cosciente. Arte e conoscenza nella paleostoria, a tutt'oggi incompresa, quando non ignorata da larghe fascie degli studiosi.
Colgo l'occasione per annunciare che presto faremo una riproposta nel blog di questo bel libro, allegando alla “ristampa” una documentazione inerente, a cominciare dal notevole saggio La magnitudine degli uomini primi (“Predella”, n. 2, 2010, pp.369-390) di Annamaria Ducci, dal quale anticipiamo qui le tavole documentarie (pp. X-XV).
F.R. (24 maggio 2019)





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