Con
rammarico esistenziale constato il quotidiano stillicidio della
perdita dei “diritti”, o parte di essi, sia là dove ci vien
detto che sono misure temporanee adottate per difendere i cittadini
da pericoli e violenze, sia là dove più brutalmente nelle
cosìddette democrature (ad es. Ungheria, Russia, USA con le sue
muraglie infami). Nelle dittature vere e proprie, più o meno
macherate (es. Turchia) o totalitarie (es. Corea del Nord) le
nefandezze contro gli umani (che diritti non hanno o sono pochi e
soltanto formali) sono esplicite. Oltre a questi accertamenti,
verifico con indignato rammarico la scarsità, la pochezza, l'inerzia
delle resistenze a queste violazioni dei diritti dell'umanità. Non
mancano nemmeno disgustose e colpevoli giustificazioni e negazioni di
questi miserabili attentati alla dignità dell'uomo.
A
mo' di esempio ricordo soltanto un caso italiano: lo smantellamento
dello Statuto dei lavoratori,
che il benemerito e ostinato compagno socialista (di quelli veri, non
craxiani) Giacomo Brodolini riuscì a far approvare anche dalla
Democrazia Cristiana. Ricordo anche che il colpo di grazia allo
Statuto è dovuto a
mani sedicenti democratiche con l'abolizione dell'articolo 18. Esso è
stato “dapprima modificato nel 2012 dalla riforma del lavoro
Fornero, è stato abrogato il 29 agosto 2014, in seguito alla
attuazione del Jobs Act da parte del governo Renzi, attraverso
l'emanazione di diversi provvedimenti
legislativi varati tra il 2014 e il 2015”. Incredibile
dictu! Nemmeno il
tatticismo del peggior Togliatti avrebbe osato tanto! Già, però
solo l'odierno Partito Democratico è stato scalato e lo è tuttora
(Calenda, sul piano nazionale) da avventurieri della politica: e gli
iscritti e gli elettori – mi dispiace dirlo – sono stati complici
in buona parte, e tuttora lo sono perché niente fanno per
ripristinare l'articolo 18 e in generale la riproposizione dei
principi fondanti il socialismo e la prassi del vero
solidarismo cattolico. .
Forse c'è poco da aspettarsi, certo ci vogliono
risposte forti, severe, decise. Certo è che questo declino di
civiltà è dovuto in gran parte alla mancanza di reazioni
proporzionate alle offese. Queste mancanze dipendono prevalentemente
da ignoranza, la quale dilaga là dove non c'è memoria storica.
Perciò con lo scopo di contribuire a suscitare, stimolare il
recupero di memoria riproduco in questo blog la Dichiarazione dei
Diritti dell'Umanità approvata settantuno anni fa quando l'
Organizzazione delle Nazioni Unite (O.N.U.) contava poche decine di
Stati indipendenti più o meno democratici che avevano
sconfitto i nazifascisti. Alcuni, come l'URSS coi satelliti Bielorussia e Ucraina, predicavano bene e razzolavano male. Dunque,
“il 10 dicembre 1948, a Parigi, l'Assemblea generale delle Nazioni
Unite approvò la Dichiarazione Universale dei Diritti
dell'Uomo. Si astennero: il
Sudafrica, a causa dell'apartheid, che la Dichiarazione condannava di
fatto; l'Arabia saudita analogamente, a causa della parità
uomo-donna; l'Unione sovietica (Russia, Ucraina, Bielorussia), la
Polonia, La Cecoslovacchia e la Jugoslavia, perché ritenevano che la
Dichiarazione non entrasse a sufficienza nel merito dei diritti
economici e sociali e della questione dei diritti delle minoranze; da
notare che la Russia si oppose alla proposta australiana di creare
una Corte Internazionale dei Diritti dell'Uomo incaricata di
esaminare le petizioni indirizzate alle Nazioni Unite; ricordiamo che
l'art. 8 della Dichiarazione introduce il principio del ricorso
individuale contro uno Stato in caso di violazione dei diritti
fondamentali, principio che in Europa avrebbe visto applicazione nel
1998, con l'istituzione di una Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
permanente che garantisce tale diritto di ricorso a circa 500 milioni
di europei”.
Questa Dichiarazione è tuttora vigente ma
largamente disattesa da tantissime Nazioni, in analogia alla nostra
povera Costituzione che ha molti – e non secondari – articoli
completamente ignorati, senza leggi applicative di sorta. Solo per
fare un esempio, l'articolo 14 della Dichiarazione dichiara: “Ogni
cittadino ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo
alle persecuzioni..”. Leggere oggi queste parole sembra una beffa,
visto che straripano oscenità identitarie e sovraniste, però esse
sono largamente ignorate dai governi che agitano le acque per
approdare a spiagge autoritarie, non democratiche.
L' O.N.U. è ormai, e da tempo, un organo moribondo,
tacciato persino da evangelici (come possano definirsi tali non
riesco a capirlo) come strumento del demonio. Invece quell'organo
sovranazionale, insieme all'Unione Europea (che non si trova in
situazione migliore perché sequestrata da interessi distanti dalle
popolazioni) devono essere salvati, riformati, perché c'è ancora un
margine di possibilità positiva perché non solo sopravvivano ma
divengano sia punto di riferimento sia garanzia per l'Umanità,
cioè la specie intesa nella sua totalità, possa vivere dovunque con
diritti e doveri che ne garantiscono lo sviluppo dignitoso in ogni
luogo di questo piccolo pianeta, l'unico abitabile.
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