Carlo e Licia

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domenica 2 giugno 2019

Dichiarazione Universale dei diritti umani.


Con rammarico esistenziale constato il quotidiano stillicidio della perdita dei “diritti”, o parte di essi, sia là dove ci vien detto che sono misure temporanee adottate per difendere i cittadini da pericoli e violenze, sia là dove più brutalmente nelle cosìddette democrature (ad es. Ungheria, Russia, USA con le sue muraglie infami). Nelle dittature vere e proprie, più o meno macherate (es. Turchia) o totalitarie (es. Corea del Nord) le nefandezze contro gli umani (che diritti non hanno o sono pochi e soltanto formali) sono esplicite. Oltre a questi accertamenti, verifico con indignato rammarico la scarsità, la pochezza, l'inerzia delle resistenze a queste violazioni dei diritti dell'umanità. Non mancano nemmeno disgustose e colpevoli giustificazioni e negazioni di questi miserabili attentati alla dignità dell'uomo.
A mo' di esempio ricordo soltanto un caso italiano: lo smantellamento dello Statuto dei lavoratori, che il benemerito e ostinato compagno socialista (di quelli veri, non craxiani) Giacomo Brodolini riuscì a far approvare anche dalla Democrazia Cristiana. Ricordo anche che il colpo di grazia allo Statuto è dovuto a mani sedicenti democratiche con l'abolizione dell'articolo 18. Esso è stato “dapprima modificato nel 2012 dalla riforma del lavoro Fornero, è stato abrogato il 29 agosto 2014, in seguito alla attuazione del Jobs Act da parte del governo Renzi, attraverso l'emanazione di diversi provvedimenti legislativi varati tra il 2014 e il 2015”. Incredibile dictu! Nemmeno il tatticismo del peggior Togliatti avrebbe osato tanto! Già, però solo l'odierno Partito Democratico è stato scalato e lo è tuttora (Calenda, sul piano nazionale) da avventurieri della politica: e gli iscritti e gli elettori – mi dispiace dirlo – sono stati complici in buona parte, e tuttora lo sono perché niente fanno per ripristinare l'articolo 18 e in generale la riproposizione dei principi fondanti il socialismo e la prassi del vero solidarismo cattolico. .
Forse c'è poco da aspettarsi, certo ci vogliono risposte forti, severe, decise. Certo è che questo declino di civiltà è dovuto in gran parte alla mancanza di reazioni proporzionate alle offese. Queste mancanze dipendono prevalentemente da ignoranza, la quale dilaga là dove non c'è memoria storica. Perciò con lo scopo di contribuire a suscitare, stimolare il recupero di memoria riproduco in questo blog la Dichiarazione dei Diritti dell'Umanità approvata settantuno anni fa quando l' Organizzazione delle Nazioni Unite (O.N.U.) contava poche decine di Stati indipendenti più o meno democratici che avevano 
sconfitto i nazifascisti. Alcuni, come l'URSS coi satelliti Bielorussia e Ucraina, predicavano bene e razzolavano male. Dunque, “il 10 dicembre 1948, a Parigi, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Si astennero: il Sudafrica, a causa dell'apartheid, che la Dichiarazione condannava di fatto; l'Arabia saudita analogamente, a causa della parità uomo-donna; l'Unione sovietica (Russia, Ucraina, Bielorussia), la Polonia, La Cecoslovacchia e la Jugoslavia, perché ritenevano che la Dichiarazione non entrasse a sufficienza nel merito dei diritti economici e sociali e della questione dei diritti delle minoranze; da notare che la Russia si oppose alla proposta australiana di creare una Corte Internazionale dei Diritti dell'Uomo incaricata di esaminare le petizioni indirizzate alle Nazioni Unite; ricordiamo che l'art. 8 della Dichiarazione introduce il principio del ricorso individuale contro uno Stato in caso di violazione dei diritti fondamentali, principio che in Europa avrebbe visto applicazione nel 1998, con l'istituzione di una Corte Europea dei Diritti dell'Uomo permanente che garantisce tale diritto di ricorso a circa 500 milioni di europei”.
Questa Dichiarazione è tuttora vigente ma largamente disattesa da tantissime Nazioni, in analogia alla nostra povera Costituzione che ha molti – e non secondari – articoli completamente ignorati, senza leggi applicative di sorta. Solo per fare un esempio, l'articolo 14 della Dichiarazione dichiara: “Ogni cittadino ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo alle persecuzioni..”. Leggere oggi queste parole sembra una beffa, visto che straripano oscenità identitarie e sovraniste, però esse sono largamente ignorate dai governi che agitano le acque per approdare a spiagge autoritarie, non democratiche.
L' O.N.U. è ormai, e da tempo, un organo moribondo, tacciato persino da evangelici (come possano definirsi tali non riesco a capirlo) come strumento del demonio. Invece quell'organo sovranazionale, insieme all'Unione Europea (che non si trova in situazione migliore perché sequestrata da interessi distanti dalle popolazioni) devono essere salvati, riformati, perché c'è ancora un margine di possibilità positiva perché non solo sopravvivano ma divengano sia punto di riferimento sia garanzia per l'Umanità, cioè la specie intesa nella sua totalità, possa vivere dovunque con diritti e doveri che ne garantiscono lo sviluppo dignitoso in ogni luogo di questo piccolo pianeta, l'unico abitabile.

F.R. (1 gennaio 2019)



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