Carlo e Licia

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domenica 9 giugno 2019

Arte degli Ittiti, 2.

In Arte Ittita, 1, postato il 23 agosto 2018, oltre alla peculiarità e al fondamento del tema, nella nota iniziale di presentazione sottolineai l'ignobile comportamento degli "amici" USA nei confronti degli attuali discendenti degli Ittiti indoeuropei, cioè il popolo curdo disperso tra l'Anatolia, Siria, Iran, Iraq, ecc. Questa popolazione che come sempre si batte per ottenere uno stato territoriale o almeno delle larghe autonomie di cui beneficiano in Europa tante popolazioni, in Italia Altoatesini e Valdostani e per certi versi Siciliani e Sardi. Al momento odierno il popolo curdo è perseguitato soprattutto in Turchia anatolica e in Siria dai turchi "liberatori". La Turchia repubblicana adesso anche "sovranista" e musulmana integralista, persegue la politica razziale dalle origini del paese con una recrudescenza di nazionalismo 
identitario radicato nella complicità collettiva del genocidio, già praticato sugli Armeni e sui Greci residenti da secoli in territorio turco. Adesso tocca ai curdi con un'escalation preoccupante e vergognosa.
In questo secondo post riguardante gli scritti sull'argomento di Licia Collobi (il cui nome di battesimo deriva dall'omonima antica regione anatolica, tramite – temo – il Quo-Vadis? - celeberrimo romanzo di Henry Sienkievicz, la cui lettura suggestionò la madre Silvia Domazetovich) prosegue (salvo errori ed omissioni involontarie) quanto riferito in "SeleArte" (1952-1966) circa la cultura, l'arte e la misteriosa lingua di una popolazione presente da quattro millenni nella martoriata regione mediorientale.
F.R.



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