Quest'anno impazza il
quinto centenario dalla morte di Leonardo da Vinci. Conseguente sarà
un' “orgia” di manifestazioni ed iniziative che lo riguardano con
in spolvero quelle di ambiguo significato o contenuto. Si cercherà
anche – se non soprattutto – di accreditare falsi o imitazioni
d'epoca. Perciò spero ad es. che Marcello Tommasi non abbia lasciato
altri suoi bei disegni tali da poter essere mistificati poi di mano
di Leonardo; oppure che compaiano tante Gioconde autografe, da
poter attribuire al Maestro da Vinci anche l'invenzione delle
fotocopiatrici 3D.
Carlo L. Ragghianti
naturalmente si è occupato e ha fatto riferimento a Leonardo in
molte occasioni, in molti scritti. Certamente i suoi studi sono noti
e, salvo omissioni tendenziose e faziose, sono certificati
negli studi e nelle bibliografie. Di conseguenza se in
questo blog ne riproporremo qualcuno il motivo sarà contingente o
necessariamente sollecitato.
C'è, però, una breve
nota del diario critico interiore, via via palesato dall'autore, che
reputo soprattutto per il suo inaspettato argomento e per
l'inconsueta valenza problematica, degno di essere ricordato e
meditato proprio anche in questa occasione centenaria, soprattutto
perché dati i tempi e quel che presumibilmente ci aspetta la nota è
anche un motivo di attualità. Si tratta di Leonardo obiettore di
coscienza, scritto nel 1972, pubblicato in “Critica d'Arte”,
n.172-174, luglio-dicembre 1980, p.72.
F.R. (20 febbraio 2019)
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