Carlo e Licia

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mercoledì 19 settembre 2018

{bacheca} Sempiterna Italia, 8. Editoria assistita.

Il caso dell'editoria assistita da governi, enti, banche, ecc. o asservita addirittura a interessi particolari delle medesime istituzioni è un vecchio problema nel nostro paese. Esso è ieri come oggi particolarmente fiorente nonostante la crisi economica, circoscritta in realtà soprattutto a chi paga le tasse e che è onesto in tutte le proprie manifestazioni sociali. Sarà l'editoria assistita anche domani fiorente perché sollecita una miriade di interessi indiretti e collaterali e perché – sociologicamente – premia le uniche “virtù” veramente apprezzate nella nostra nazione: furberia e privilegio. Tuttora troppe edizioni della Zecca, della Treccani, di banche, di appositi organi editoriali, ecc. pubblicano libri e collane spesso culturalmente irrilevanti con criteri che nulla hanno a che spartire con quelli istituzionali o di pubblica 
utilità. Questa notizia da “SeleArte” (n.4, gen.-feb. 1953) non è nemmeno divertente. Ci ricorda soltanto la continuità fra uno stato formalmente democratico ed uno stato dittatoriale. Infatti lo dimostra la nullificazione negli ultimi ottant'anni del voto popolare non gradito, non conforme che viene disatteso di fatto da chi detiene il potere reale, intercambiabile secondo convenienza e opportunità in destra, sinistra, centro e fantasiose varianti improprie. Il critico d'arte di “incredibile trivialità” al quale si fa accenno nel testo è Francesco Sapori (1890-1964) compiaciuto estensore de Il duce e l'arte ed altre agiografie, poligrafo fascistissimo. Nel dopoguerra è stato soltanto dimenticato, mai sanzionato ovviamente.
F.R. (15 giugno 2018)


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