Carlo e Licia

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domenica 16 settembre 2018

L'Arte Moderna in Italia, 1915/1935 - 9. Edita e Mario BROGLIO.



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1. 30 dicembre 2017
Presentazione di Carlo L. Ragghianti.
Criteri del Catalogo, Bibliografia generale. Comitato d'onore; Comitato esecutivo; Comitato tecnico; Comitato di consulenza nazionale; Consiglio A.T.T. di Firenze; Consiglio de “La Strozzina”;  organizzatori percorso museografico; segreterie; fornitori dell'esposizione.
2. 31 dicembre 2017
Criteri assegnazione schede critiche; criteri per la consultazione del Catalogo e quelli distintivi di questa rievocazione.
Artisti: ALCIATI, Nino BARTOLETTI, Pasquarosa BARTOLETTI, BIASI, BONZAGNI, BOSIA, BUCCI, CHECCHI, COSTETTI, FERRO.
3. 28 febbraio 2018
Artisti: GALIZZI, GEMITO, GRAZIOSI, Piero MARUSSIG, OPPI, PENAGINI, PRENCIPE, SPADINI, WILDT.
4. 25 marzo 2018
Artisti: BACCI, DUDREVILLE, GOLA, MAGRI, PARESCE, RAMBELLI, BARTOLI NATINGUERRA, GUIDI.
5. 15 aprile 2018
Artisti: BARTOLINI.
6. 4 maggio 2018
Artisti: SAVINIO, TROMBADORI, MONACHESI, FONTANA, MUNARI, FRANCALANCIA.
7. 3 luglio 2018
Artisti: FURLOTTI, METELLI, BARBIERI, BROGGINI, CAGLI, CAPOGROSSI.
8.
Artisti: CESETTI, FAZZINI, GENNI WEIGMANN, GENTILINI, GUTTUSO.


Edita Waltherowna Broglio

Nata nella Livonia lettone, Edita Waltherowna Zur-Muehlen Broglio (1886-1977) è stata una pittrice la cui determinata vocazione la portò tra Roma e Parigi ad esprimere l'adesione alle Avanguardie con un proprio linguaggio di accentuata originalità, sia nella fase giovanile che in quella matura. Dopo l'incontro con Mario Broglio, che sarà suo marito, gli fu legatissima e come racconta Ungaretti: “... gli fu sempre vicina anche nell'attività pittorica, proseguendo in arte una strada ch'era parallela a quella su cui avanzava il nostro compianto amico, e avendo le medesime mire”. Declinò perciò una sigla espressiva cui all'epoca di “Valori Plastici” Giorgio Morandi, nonché Giorgio De Chirico (di cui fu grande amica) ed altri artisti furono consentanei nelle modalità stilistiche formali. E' da considerarsi quindi un'artista di primo piano nella storia culturale della pittura italiana rimanendo sostanzialmente fedele interprete della poetica promossa da “Valori Plastici”. Edita Broglio fu anche una donna coraggiosa per come visse la vedovanza dal 1948 affrontando un difficile futuro con dignità, appartata ed operosa e con l'orgogliosa dedizione nei confronti della conservazione del patrimonio di idee e di iniziative di Mario Broglio.
Dopo le due schede del Catalogo 1915-35 che illustrano i suoi due grandi periodi espressivi e i due ritratti (1940 e c. 1970) della maturità e della vecchiaia, riportiamo da Bologna cruciale 1914 (“Critica d'Arte”, n. 106-107, sett.-nov. 1969, p.95 ssgg; e volume con saggi aggiunti, Calderini, Bologna 1982) i brani che gli dedica Carlo L. Ragghianti. Seguono le pagine che la riguardano dal Catalogo della Primaverile fiorentina (1922), con la citata illustrazione di Tramontana e un testo encomiastico di Alberto Savinio. Nel 1971 presso “La Strozzina” di Firenze, in ripresa episodica dopo la chiusura in seguito all'alluvione del 1966, C.L.R. volle esporre un'ampia antologica dell'opera di Edita Broglio con un saggio che riportiamo insieme alla copertina del Catalogo, la cui immagine già era stata usata nel fascicolo n.96 (giugno 1968) di “Critica d'Arte”. In calce alla fine dello scritto critico è illustrato il dipinto Melarance, donato dall'artista nel 1966 per il costituendo Museo d'Arte Contemporanea di Firenze ed ora ivi esposto nel Museo del Novecento. Segue Riassumo, due pagine in cui Edita Broglio svolge una sorta di autobiografia critica e spirituale. Dalla corrispondenza tra l'artista e C.L.R. riproduciamo due lettere: con quella del 13 luglio 1966 mio padre (cui feci da automedonte) ricorda l'accessione a Moriano per verificare le opere da esporre nella Mostra 1915-35; in quella del 28 febbraio 1967 Edita Broglio si congratula per la riuscita della mostra nel salone dei Dugento in Palazzo Vecchio delle opere donate per il costituendo Museo d'Arte Contemporanea di Firenze. Si riproduce poi 


la pagina dedicata alla Broglio dal Catalogo Arte in Italia 1935-1955, scritta da Valeria Bruni, anche perché le manifestazioni critiche ed espositive sull'artista sono state decisamente troppo poche e modeste in relazione alla sua qualità di pittrice. Si riproducono poi una serie di dipinti e di disegni per documentare la creatività di Edita Broglio. A questo proposito mi sembra opportuno citare la bella monografia pubblicata in occasione della Mostra nel Palazzo Ricci di Macerata (giugno-settembre 1991) da Leonardo – De Luca editori, Roma 1991, con testi di G. Appella, M. Quesada, A.-M. Sanzeau Boetti.
Naturalmente, stante il suo progetto di dotare Firenze di un nucleo di indispensabile riferimento per l'arte nel Novecento, Carlo L. Ragghianti come in altri casi (Mattioli, Cagli, Levi, Greco, Marini, Salvadori ecc.) tentò strenuamente di realizzare una donazione Broglio unita a una Fondazione Valori Plastici, da collegare alla riuscita acquisizione della Collezione Alberto Della Ragione e al nucleo portante del costituito, nelle opere però non esposte dal Comune, Museo d'Arte Contemporanea (che col nome di Museo del Novecento ha visto la luce nel 2005, quasi trent'anni dopo la morte dell'ideatore). Riportiamo in proposito la lettera di R. del 23 giugno 1969 e, sottostante, quella del Broglio datata 25 giugno 1969, dove l'artista è ancora convinta della fattività dell'impresa, poi naufragata per lacci e laccioli, burocratici e invidiosi altolà politici paralizzanti tante, troppe iniziative, soprattutto troppe di quelle importanti qualificate, prestigiose per il bene pubblico. Il testo di C.L.R. al dottor Guido Paladino, Commissario prefettizio al Comune di Firenze, datato 30 novembre 1969, è il seguente:

“Illustre Commissario,
andata in porto la donazione Della Ragione, mi permetta di ricordarLe gli altri due problemi che sollecitano il Suo intervento.
  1. definizione della donazione Edita Broglio con congiunto vitalizio sostituito post mortem dal premio intitolato ai “Valori Plastici”. La signora Broglio ha più di 80 anni, la sua collezione integra il Museo d'arte contemporanea con pezzi introvabili e di grande valore artistico e culturale. Il consenso della Cassa di Risparmio per l'operazione finanziaria è acquisito.”
Si conclude questa rievocazione dell'opera di Edita Broglio con un insolito ricordo di Antonello Trombadori che nel 1980 rievoca i Broglio e “Valori Plastici” con un testo cui segue una fotografia originale firmata da Sergio Ceccotti (n.1935), noto pittore, grafico e fotografo romano.


Mario Broglio.

Come ricordo anche C.L.R. nella scheda del Catalogo, le opere pittoriche di Mario Broglio di cui si ha conoscenza documentaria e accessibilità ordinaria per ottenere riproduzioni di qualità sono veramente poche. Per questo motivo lo spazio che gli dedichiamo è mediocre. D'altra parte Broglio – e non credo di essere il solo a sostenerlo – come artista è stato surclassato dalla consorte, vuoi per inventiva, vuoi per resa espressiva. Però Mario Broglio ha rilievo notevole nella nostra storia culturale a causa della rivista “Valori Plastici” (1918-1921), nella quale – se non vado errato – ha pubblicato soltanto la prima parte del saggio Pittura ultima nel 1° fascicolo (15 nov. 1918) e la recensione Mostra Sironi nel fascicolo VI-X (giu.-ott. 1919, pp. 29,30). “Valori Plastici” fu un periodico di livello europeo che esplorò – anche successivamente alla rivista con un informale movimento culturale e una Casa editrice – le contraddizioni artistiche degli anni '20 e delineò aspirazioni di quelli successivi. Come ricorda C.L.R. nella scheda “realizzò un programma di rivendicazioni culturali e di conoscenze di valori del passato e attuali...”. Del Quattrocento italiano (“idoleggiato”, scrive Alfredo Menzio) promosse la diffusione della conoscenza artistica che ebbe molti riscontri.
In “La Critica d'Arte” (a. V, n.1, f. XXIII, gen.-mar. 1940, p.112) Carlo L. Ragghianti nel saggio La Terza Quadriennale d'Arte italiana, Roma 1939 dà questo breve giudizio sulla pittura ivi esposta di Broglio: “... altrettanto avara, cautelosa, calcolata e diffidente è la pittura del Broglio, tutta come di spiccioli contati amorosamente e lucidati dalle mani: ma sono gli spiccioli di un risparmio malinteso, che risale quieto quieto ai più pallidi e piatti nazzarenismi e purismi del secolo scorso, anche se attraverso un'illusione di Sachlichkeit; è insomma una pittura singolarmente malthusiana, nell'eccesso precauzionale della tecnica e nella sterilità del risultato”. Da notare che il critico ha – come in altri casi e come avviene in chiunque prosegua l'educazione del proprio sapere – in seguito modificato questa opinione. Da considerare, inoltre, che C.L.R. non aveva ancora trenta anni e che dal 1924 era perseguitato dal regime fascista che (salvo la inaspettata protezione personale di Giovanni Gentile, suo maestro alla Normale di Pisa) gli 


aveva impedito l'accesso alla carriera universitaria cui aspirava costringendolo a una emarginazione sociale inesorabile e umiliante (corrispondenza spedita e ricevuta aperta e controllata preventivamente, ad es.). Egli era di fatto piuttosto amareggiato e reattivo nei confronti di chi nel regime ci sguazzava anche se senza evidenti compromissioni come nel caso – credo – di Broglio. Perciò il giudizio fu e tuttora risulta più che severo. Però Ragghianti, come già detto in questo blog, fece una sorta di smentita riguardo a certi suoi eccessi di formulazione di quel periodo. La pubblicò nel volume Il caso De Chirico (Edizioni di Critica d'Arte, Firenze 1979, p.101) e, per la precisione, in questa Nota Postuma in particolare egli scrive:
“successivamente una cresciuta esperienza e fatti nuovi mi condussero a modificare alcuni dei profili molto scorciati che tracciai” ma allora “non era facile delineare un panorama differenziato sia nei contenuti poetici o culturali, sia nel rilievo dato alle diverse personalità, con decisa preferenza per quelle che manifestavano carattere lirico […] contrapposti alle limitazioni di altri pittori allora spesso ritenuti preminenti...”.
Riproduciamo l'unica lettera che risulta superstite della corrispondenza con Broglio e unica prova di una precedente conoscenza tra i due interlocutori. Questa missiva, veramente interessante, risulta scritta da Broglio pochi giorni prima della sua morte, evidentemente improvvisa. Documentiamo poi alcune delle poche opere rintracciate. Si noti che il disegno della collezione dell'Accademia di Belle Arti di Firenze è preparatorio del dipinto illustrato nella scheda con il n. 789 (La donna e il mare, 1937); interessante la ripresa-omaggio che ne fece dieci anni dopo la moglie Edita con qualità pittorica sicura e scevra di accademismo. Infine per ricordare l'aspetto predominante – assieme a quello di operatore culturale – della vita di Mario Broglio riporto un articolo di Emilio Cecchi, pubblicato ne “L'Europeo” del 9 gennaio 1949, nel quale il notissimo letterato illustra la cospicua attività editoriale dell'amico defunto il mese precedente.
F.R. (23 luglio 2018)






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