Nel 1948 l'Europa stava cominciando a riprendersi dagli
immani disastri della guerra, la situazione politica stava
radicalizzandosi in quel lungo equilibrio del terrore che fu la
Guerra fredda terminata nel 1989 con la dissoluzione della
degenerazione leninista dell'Utopia comunista. A posteriori però
questo quarantennio fu quasi un periodo di stabilità e progresso se
confrontato alla feroce e ingorda guerra scatenata subito dopo il
crollo del Muro di Berlino dal Capitalismo finanziario, contro
nazioni e popoli. Un comportamento le cui conseguenze saranno
similari a quelle narrate nella favola, attribuita ad Esopo, dello
scorpione che pur di seguire la propria vocazione esistenziale –
omicida – finisce con l'ammazzarsi insieme alla sua vittima.
Difatti, se continua così, lo Scorpiocapitalismo, assieme ai propri
“utili idioti” ScorpioEuropa, ScorpioTrump ecc. ecc., ci
stermineranno morendo con noi, l'umanità.
Digressione a parte – difetto prediletto di cui mi
compiaccio e di cui chiedo venia – nel primo dopoguerra si
manifestarono molte e buone intenzioni per cercare di appianare
le divergenze – a volte molto profonde tra popoli e culture – e
di unire culturalmente gli esseri umani con
organismi tipo l'UNESCO o come, mi viene da scrivere corporazioni, ma
certo è meglio dire Associazioni di categorie come nel caso di
questo articolo, quella dei “Critici d'Arte”. Di essi, infatti,
ci occupiamo in questo post e in quello seguente (26 luglio). Accadde che furono
organizzate e avvennero due manifestazioni: cronologicamente la prima
(un Convegno) si svolse dal 20 al 26 giugno a Firenze, la seconda
(un Congresso) dal 21 al 26 giugno a Parigi. Non furono iniziative
contrapposte ma soltanto concomitanti, infatti: “Le circostanze, e
precisamente la data tardiva alla quale le due iniziative furono
reciprocamente note, non consentirono altro che un cordiale rapporto
di scambio fra il Congrès parigino e il Convegno
fiorentino. E del resto il carattere e il programma delle due
riunioni erano molto differenti, e interferivano soltanto in
aspetti tangenti” scrisse C.L. Ragghianti. Il giovane storico dell'arte, tramite la sua
creatura, giovane e ambiziosa, “Studio Italiano di Storia
dell'Arte” in palazzo Strozzi aveva ideato e organizzato il
Convegno di Firenze prima ed indipendentemente dalle notizie del
“Congresso dei Critici d'Arte”, incontro ufficiale sotto l'egida
del neoistituito UNESCO.
Al di là della ragghiantinità collegata a questo blog,
il Convegno di Firenze avrà proprio in “Ragghianti&Collobi”
una riedizione completa che verrà postata in 13 suddivisioni
coerenti. Gli Atti del Primo Convegno Internazionale per le arti
figurative nella prima pubblicazione riporteranno i dati
costitutivi ed organizzativi dell'iniziativa.
Seguiranno gli altri capitoli così suddivisi:
II Sezione 1A. Indirizzi, metodi e problemi della
Critica d'Arte.
III Sezione 1B. Idem.
IV Sezioni C e D. Le arti figurative e il cinema.
Arti figurative e stampa quotidiana.
V Sezione II. Comunicazioni.
VI Sezione II. Comunicazioni.(2)
VII Sezione IIB. Ricostruzione e restauro di monumenti
in Italia.
VIII Sezione III. Il restauro delle opere d'arte
IX Sezione IV. Museografia, Mostre.
X Sezione V. L'insegnamento della Storia dell'Arte. Gli
strumenti scientifici. Gli scambi internazionali.
XI Sezioni IV e VII. Legislazione sulle arti Varie.
XII Onoranze a Bernardo Berenson.
XIII Resoconto finale di C.L. Ragghianti. Documenti.
Questa riproposta di settant'anni fa non è e non vuol
essere soltanto celebrativa. Ritengo invece che siccome il volume –
spartano per necessità belliche – è una rarità bibliografica da
una parte, dall'altra i suoi contenuti – in netta prevalenza –
risultano tutt'oggi quasi tutti validi metodologicamente e comunque
nella loro totalità sono testimonianze storiche di cultura,
d'intellettualità, e di un modo storicizzato di condividere e
diffondere principi fondanti di vivere con responsabilità etica
nella società.
Per quel che riguarda la manifestazione parigina
(supportata da documentazioni e diffusioni globali perché promossa
dall'UNESCO) i suoi documenti sono più accessibili. Perciò ritengo
che il post successivo a questo sia sufficiente per ricordare la
manifestazione e, d'altro canto, sia oggi utile e importante
rileggere il resoconto che ne fa Carlo L. Ragghianti come commento ne
“La Critica d'Arte” (VII, 2, luglio 1949) con considerazioni
storicizzate ma utili anche ad una odierna riflessione.
F.R. (22 maggio 2018)
P.S. Un motivo ulteriore per giustificare la decisione
di riproporre ed immettere sul web questi Atti è legato al
fatto che essi sono stati realizzati grazie anche alle reistrazioni
stenografiche di Alfredo Righi, allora poco più che ventenne
segretario di Carlo L: Ragghianti. Vanno poi ricordati gli
imprecisati “riassunti” dovuti a Renzo Federici e a C.L.R.,
nonché le traduzioni di Licia Collobi Ragghianti. A tutti loro va
poi attribuita la curatela del libro.
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