Carlo e Licia

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lunedì 23 luglio 2018

Il 1948 dei critici d'arte - Il Convegno di Firenze, Atti (I)

Nel 1948 l'Europa stava cominciando a riprendersi dagli immani disastri della guerra, la situazione politica stava radicalizzandosi in quel lungo equilibrio del terrore che fu la Guerra fredda terminata nel 1989 con la dissoluzione della degenerazione leninista dell'Utopia comunista. A posteriori però questo quarantennio fu quasi un periodo di stabilità e progresso se confrontato alla feroce e ingorda guerra scatenata subito dopo il crollo del Muro di Berlino dal Capitalismo finanziario, contro nazioni e popoli. Un comportamento le cui conseguenze saranno similari a quelle narrate nella favola, attribuita ad Esopo, dello scorpione che pur di seguire la propria vocazione esistenziale – omicida – finisce con l'ammazzarsi insieme alla sua vittima. Difatti, se continua così, lo Scorpiocapitalismo, assieme ai propri “utili idioti” ScorpioEuropa, ScorpioTrump ecc. ecc., ci stermineranno morendo con noi, l'umanità.
Digressione a parte – difetto prediletto di cui mi compiaccio e di cui chiedo venia – nel primo dopoguerra si manifestarono molte e buone intenzioni per cercare di appianare le divergenze – a volte molto profonde tra popoli e culture – e di unire culturalmente gli esseri umani con organismi tipo l'UNESCO o come, mi viene da scrivere corporazioni, ma certo è meglio dire Associazioni di categorie come nel caso di questo articolo, quella dei “Critici d'Arte”. Di essi, infatti, ci occupiamo in questo post e in quello seguente (26 luglio). Accadde che furono organizzate e avvennero due manifestazioni: cronologicamente la prima (un Convegno) si svolse dal 20 al 26 giugno a Firenze, la seconda (un Congresso) dal 21 al 26 giugno a Parigi. Non furono iniziative contrapposte ma soltanto concomitanti, infatti: “Le circostanze, e precisamente la data tardiva alla quale le due iniziative furono reciprocamente note, non consentirono altro che un cordiale rapporto di scambio fra il Congrès parigino e il Convegno fiorentino. E del resto il carattere e il programma delle due riunioni erano molto differenti, e interferivano soltanto in aspetti tangenti” scrisse C.L. Ragghianti. Il giovane storico dell'arte, tramite la sua creatura, giovane e ambiziosa, “Studio Italiano di Storia dell'Arte” in palazzo Strozzi aveva ideato e organizzato il Convegno di Firenze prima ed indipendentemente dalle notizie del “Congresso dei Critici d'Arte”, incontro ufficiale sotto l'egida del neoistituito UNESCO.
Al di là della ragghiantinità collegata a questo blog, il Convegno di Firenze avrà proprio in “Ragghianti&Collobi” una riedizione completa che verrà postata in 13 suddivisioni coerenti. Gli Atti del Primo Convegno Internazionale per le arti figurative nella prima pubblicazione riporteranno i dati costitutivi ed organizzativi dell'iniziativa. 

Seguiranno gli altri capitoli così suddivisi:
    II Sezione 1A. Indirizzi, metodi e problemi della Critica d'Arte.
    III Sezione 1B. Idem.
    IV Sezioni C e D. Le arti figurative e il cinema. Arti figurative e stampa quotidiana.
    V Sezione II. Comunicazioni.
    VI Sezione II. Comunicazioni.(2)
    VII Sezione IIB. Ricostruzione e restauro di monumenti in Italia.
    VIII Sezione III. Il restauro delle opere d'arte
    IX Sezione IV. Museografia, Mostre.
    X Sezione V. L'insegnamento della Storia dell'Arte. Gli strumenti scientifici. Gli scambi internazionali.
    XI Sezioni IV e VII. Legislazione sulle arti Varie.
    XII Onoranze a Bernardo Berenson.
    XIII Resoconto finale di C.L. Ragghianti. Documenti.
Questa riproposta di settant'anni fa non è e non vuol essere soltanto celebrativa. Ritengo invece che siccome il volume – spartano per necessità belliche – è una rarità bibliografica da una parte, dall'altra i suoi contenuti – in netta prevalenza – risultano tutt'oggi quasi tutti validi metodologicamente e comunque nella loro totalità sono testimonianze storiche di cultura, d'intellettualità, e di un modo storicizzato di condividere e diffondere principi fondanti di vivere con responsabilità etica nella società.
Per quel che riguarda la manifestazione parigina (supportata da documentazioni e diffusioni globali perché promossa dall'UNESCO) i suoi documenti sono più accessibili. Perciò ritengo che il post successivo a questo sia sufficiente per ricordare la manifestazione e, d'altro canto, sia oggi utile e importante rileggere il resoconto che ne fa Carlo L. Ragghianti come commento ne “La Critica d'Arte” (VII, 2, luglio 1949) con considerazioni storicizzate ma utili anche ad una odierna riflessione.
F.R. (22 maggio 2018)

P.S. Un motivo ulteriore per giustificare la decisione di riproporre ed immettere sul web questi Atti è legato al fatto che essi sono stati realizzati grazie anche alle reistrazioni stenografiche di Alfredo Righi, allora poco più che ventenne segretario di Carlo L: Ragghianti. Vanno poi ricordati gli imprecisati “riassunti” dovuti a Renzo Federici e a C.L.R., nonché le traduzioni di Licia Collobi Ragghianti. A tutti loro va poi attribuita la curatela del libro.






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