Carlo e Licia

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giovedì 19 luglio 2018

Disegni (2) inglesi della Fondazione Horne.

Come scritto nella prima parte di questo Disegni della Fondazione Horne (postato nel blog il 12 giugno 2018 ) avremmo fatto il resoconto del volume Disegni inglesi nella F.H. di Firenze, edito dalle Edizioni di Comunità, Milano 1966. Di questo libro rilegato, ben stampato ed illustrato (con grafica di Egidio Bonfante, anche valente pittore di cui ci occuperemo) riproduciamo la sovraccoperta con la bandella editoriale. Seguirà la Presentazione, sia in lingua italiana che in quella inglese; quindi la 
Bibliografia, molto curata ed esauriente.  Per dare una esemplificazione del lavoro critico seguiranno otto schede (comprensive di testo e di illustrazione; poi una scelta di disegni rappresentativi della ricca sezione inglese (237) della Collezione Horne. Per altre notizie si rimanda alla prima parte della indagine di Licia Collobi R., citata qui all'inizio. Conclude la rassegna una Postilla circa un lapsus (sia di scrittura che di memoria) dell'autrice.

F.R. (10 maggio 2018)











Postilla – Quando si presenta, bisogna prenderne atto. Anche mia madre poteva incorrere in una svista o in un errore, come tutti d'altronde. Però constatarlo mi duole. Comunque una volta appurata una mancanza, perché di questo si tratta più che di un vero e proprio errore, è doveroso farne partecipi i lettori successivi. Licia C.R. a p.1, riga 7 della Presentazione a proposito del Palazzo acquistato da H.P. Horne nel 1911 per farne la sede delle proprie collezioni scrive: “Palazzo Gondi di Via de' Benci” in luogo di Palazzo Corsi. Nei Palazzi di Firenze di M. Bucci e R. Bencini trovo la chiave di questo lapsus. Leggo a p.119: “L'attribuzione (a Giuliano da Sangallo) affacciata anche dal Gaymüller per chiarire analogie con il Palazzo Gondi...”. Cioè Horne, Gamba, Gaymüller e in un primo tempo (1942/43) Giuseppe Marchini pensavano che il Palazzo fosse opera del Sangallo. Solo successivamente il Marchini fece l'attribuzione di questo edificio - da tutti accettata - al Cronaca. Ora, non per giustificare mia madre, devo dire che lei non era fiorentina (anzi era piuttosto “antipatizzante) e devo anche esporre un ricordo personale che queste circostanza mi hanno fatto riesumare dai meandri della stanca mente. All'incirca nel 1960 accompagnai in macchina la mamma alla Fondazione Horne, di cui ignoravo l'ubicazione, e lei giunti in Via de' Benci indicando il bel palazzetto lo chiamò Gondi, nome che personalmente ero convinto fosse quello esatto. Dunque una confusione mnemonica a proposito di attribuzioni e/o topografia fiorentina l'ha fatta incorrere in questa errata denominazione. Amen.

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