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sabato 19 maggio 2018

La televisione (2) come fatto artistico

Già nel contributo Arti della visione. Una rubrica per la televisione (progetto del 27 febbraio 1979 e qui postato il 16 maggio 2018 ) Carlo L. Ragghianti illustra il proprio convincimento che anche la televisione può far parte a pieno titolo della espressività artistica dell'uomo tramite immagini in movimento e sonoro. L'attenzione e l'osservazione degli sviluppi di questo “nuovo” mezzo di comunicazione da parte dello studioso è senz'altro precedente, anzi coincidente con la “nascita” della televisione negli anni Trenta. Posso testimoniare al riguardo con il ricordo degli estratti dei resoconti circa lo stato di attuazione e circa i problemi della tecnologia rivoluzionaria in Italia pubblicati da “Cinema” (dal n.1, 10 luglio 1936), la rivista voluta da Romano Mussolini, sempre più saltuariamente per nascondere i ritardi imposti della complessità degli ostacoli prima, poi dal congelamento di ogni tipo di ricerca civile per supportare la preparazione della guerra. Non escludo, inoltre, che nel 1938 in Gran Bretagna Ragghianti si fosse anche informato della nuova opportunità “visiva” durante i contatti che ebbe con gli studiosi, gli intellettuali e i politici britannici e statunitensi, soprattutto con Dorothy Thompson (1893-1961), giornalista e radiocronista nonché antifascista americana convinta e pugnace. Non si dimentichi infine che questa considerazione di CLR nei confronti della televisione prosegue l'analoga indagine – precoce e straordinaria intuizione – affermata negli scritti giovanili sulla 
cinematografia e sul teatro in seguito pubblicati in Cinema arte figurativa (Einaudi, Torino 1957 e successive edizioni).
Reputo dunque opportuno riproporre all'attenzione e alla riflessione tramite Internet anche altri testi significativi e importanti di C.L.R., accessibili – soprattutto per le giovani generazioni – ormai soltanto nelle biblioteche pubbliche di un certo rilievo e di non comoda accessibilità.
La Televisione come fatto artistico è un testo – diffuso soprattutto tramite “seleArte” (n.19, ago.-sett. 1955) e scritto per l'allora nota rivista “Mercurio” – che ebbe notevole risonanza per l'originale impostazione di un problema avvertito da molti utenti del nuovo strumento (1953), ovviamente non tutti intellettuali o studiosi di estetica. Questa disanima metodica del linguaggio televisivo è stata anch'essa pubblicata successivamente in Cinema arte figurativa e mantenuta in tutte le edizioni, stampate ciascuna con aggiunte e modifiche non sostanziali.
Siccome in precedenza Ragghianti si era occupato ripetutamente dei problemi espressivi collegati alla Radiofonia, ci ripromettiamo di analizzarli e riproporli in seguito in questa sede. Naturalmente così faremo anche per gli altri e a questo successivi contributi riguardanti specificatamente la televisione da un punto di vista soprattutto culturale, nonché con riflessioni sul monopolio e il servizio pubblico.
F.R. (12 aprile 2018)


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