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martedì 22 maggio 2018

Premio Firenze, 1947.

Sono trascorsi 71 anni dal 1947, quando la Giunta Comunale di Firenze (PCI,PSI,PRI) con Sindaco Mario Fabiani tramite l'Azienda Autonoma di Turismo – presieduta dal conte Tancredo Tancredi – incaricò Carlo L. Ragghianti di studiare e proporre un piano operativo per realizzare una Mostra Premio Internazionale di Firenze da effettuarsi sotto l'egida del Comune. Questo fatto in sé potrebbe esaurirsi nel darne notizia, in quanto costituisce un codicillo nell'ambito di una accurata ricerca sulle operazioni culturali promosse o gestite dall'Amministrazione comunale in una delle poche città che allora – e persino ancora oggi – costituiscono un punto di riferimento globale per la storia culturale in generale e le arti figurative in particolare.
Preferisco, invece, rendere noto questo progetto perché lo considero metodologicamente tuttora valido. Nei congelati ultimi decenni e nell'oggi contraddistinto dalle franceschinate, abbiamo assistito ad un centralismo incapace e omnicomprensivo che, anziché allargare gli ambiti di vera autonomia e di disponibilità economiche nelle competenze e nelle iniziative pubbliche, fa constatare una progressiva regressione burocratica con pesanti, ingombranti interferenze politiche prive di ogni spessore di competenza e volutamente spesso delegate a collaudati circuiti privatistici che privilegiano gli aspetti spettacolari a scapito di quelli formativi e problematici.
Si noti che sull'onda della riacquistata libertà e democrazia, C.L.R. all'epoca aveva ancora qualche fiduciosa aspettativa nei riguardi delle capacità dei “nuovi” politici, i quali effettivamente in tutti i settori scelsero prevalentemente persone competenti con criteri di merito. D'altro canto quella che oggi si suole chiamare “società civile”, allora non era estraniata dai politici onesti, competenti e rispettabili. Di conseguenza era possibile affidare compiti delicati, complicati, economicamente consistenti in prevalenza a persone qualificate e irreprensibili. Comunque questo Premio Firenze rappresenta anche 
l'archetipo delle successive iniziative analoghe di C.L.R. sempre assertore del fatto che Enti e Istituzioni “pubbliche” devono essere gestiti esclusivamente nel pubblico interesse. Così il Premio doveva essere antesignano per l'atteso Statuto della Biennale di Venezia, retta ancora nel 1948 in regime di commissariamento. Così avvenne per la Fondazione Ragghianti di Lucca nel suo primo Statuto, successivamente malamente stranito a discapito dell'autonomia delle competenze.
Da notare in conclusione che c'è una stretta relazione temporale tra il progetto (12 ottobre 1947) di riforma per l' “Ufficio Arti e Antichità” del Comune di Firenze, redatto per il sindaco Fabiani da C.L.R. in qualità di Presidente dello Studio Italiano di Storia dell'Arte, postato in questo blog il 26 aprile 2018, e questo progettato Premio Firenze dell'8 ottobre 1947. Questa relazione conferma che, nonostante l'incipiente “guerra fredda”, tra le principali forze della Resistenza sussistevano ottimi rapporti, come questi tra comunisti e PRI, al quale Parri, La Malfa, Ragghianti aderirono dopo le elezioni politiche del 5 giugno 1946.
Non sono riuscito a trovare notizie sul conto di Tancredo Tancredi (1887-1972), evidentemente repubblicano “preistorico” e massone e probabilmente di religione valdese, dato che è sepolto nel Cimitero Evangelico degli Allori. Del sindaco Mario Fabiani (1912-1974), che ho avuto l'onore di incontrare più volte come esponente socialista e in un paio di occasioni, informali e memorabili, diffusamente insieme a mio padre, esiste una estesa e apprezzabile biografia (una tantum!) di Wikipedia, evidentemente derivata dal volume Mario Fabiani: il sindaco della ricostruzione scritto da Serena Innamorati, figlia di Giuliano, italianista, cara persona e mentore principale assieme a Gabriele Boniforti e, per certi versi storici e filologici, a Dino Pieraccioni, della mia formazione d'uomo e della mia preparazione letteraria in particolare.
F.R. (25 aprile 2018)




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