Carlo e Licia

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giovedì 31 maggio 2018

{glossario} Forma (2) e figura.




Rinvenendo il testo che precede in “SeleArte” (n.29, mar.-apr. 1957, pp.2-7) mi torna in mente che in tempi recenti si sono verificate sacrosante proteste e interventi di carattere morale e legale contrari alle censure (miopi e burocratiche) aziendali da parte di Facebook, Google ed altri potentati di Internet, i quali accettano queste richieste con un comportamento di ipocrita adesione. In maniera grottesca si interviene, previe moralistiche e bigotte richieste censorie, nei confronti di opere d'arte rappresentanti nudi femminili e maschili, anche piuttosto noti e considerati.
Tutto questo oltretutto mentre sono concomitanti  nei loro spazi tante acquiescenze, queste sì criminogene al limite della complicità, consentendo la diffusione in rete di un'enormità di immagini pornografiche, pedopornografiche e di inammissibili violenze a sfondo sessuale, le quali – a quel che si legge – non sono censurate, rimosse
né sanzionate in alcun modo. E come non ricordare, poi, i compromessi, pur di far denaro, con tante dittature accettando queste società private, a scopo di lucro di obbedire sostanzialmente alle oscene dittature ed ai nefandi regimi autoritari che si stanno rafforzando o insinuando nel nostro continente.
Per questi motivi, non potendo far altro, reputiamo opportuno o, meglio, necessario fornire una informazione da un lato, dall'altro un argomento di autorevole livello culturale affinché si distinguano le opere d'arte figurative, letterarie o comunque espressione originale dell'uomo (compresa la cosiddetta Art Brut) dalle nefande derivazioni opera non solo di soggetti dalla psiche gravemente disturbata ma anche di ignobili speculatori che per denaro, come si suol dire, venderebbero anche la loro madre.
F.R.

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