Carlo e Licia

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martedì 17 aprile 2018

Urbanistica, 2 (Detti e Ragghianti)

A seguito della pagina “didattica” (postata il 24 novembre 2017), mi pare più che opportuno necessario ridare disponibile presenza a due scritti sull'argomento. Il primo è il saggio Urbanistica di Edoardo Detti (1913-1984). Ricordo con divertimento la sodale partecipazione di mio padre e di Eugenio Luporini con contributi preparatori, cioè di dati e problemi resi necessari nell'ambito della fase preparatoria stante la “leggendaria” riluttanza di “Daddo” Detti a concludere i propri scritti e renderli idonei per la pubblicazione. Sia chiaro non si è trattato di interventi correttivi o sostitutivi di quelli dell'autore. Finalmente lo studio fu pubblicato in “SeleArte” (n.6, mag.-giu. 1953). Il secondo saggio che riproduciamo è di Carlo L. Ragghianti che nel 1941 su “Casabella-Costruzioni” (n.166, pp.2-5) e in seguito nel proprio libro Commenti di critica d'arte (Laterza, Bari 1946, pp. 307-322) pubblicò queste sue fondamentali riflessioni, che sono anche alla base della formazione di Detti. Lo studio di R. è stato anche ripubblicato nel volume antologico dei suoi scritti di architettura e di Urbanistica Per mio conto e fuori dalle convenzioni scientifiche. C.L.R., scritti sull'architettura del XX secolo, egregiamente curato da Valentina La Salvia, la quale sottolinea che:
“...Carlo Ludovico Ragghianti formula su “Casabella”, e intorno a “Casabella”, riflessioni e giudizi di revisione 
sull'architettura del XX secolo: il linguaggio artistico, gli architetti, i critici, l'architettura di regime, l'urbanistica moderna nelle città storiche e le problematiche post-belliche. Questi gli argomenti che egli affronta all'interno di un reale e allo stesso tempo immaginario dialogo con Edoardo Persico, Giuseppe Pagano e Bruno Zevi”.
Proprio da questo libro, edito dalla Fondazione Ragghianti, Lucca 2015, riprendiamo la veste grafica della nostra riproduzione (pp. 46-52). Dato che mi rendo conto che per eventuali giovani lettori di questo post, soprattutto se studenti o da non molto laureati, questi importanti scritti “datati” potrebbero sembrare incogrui o superati in relazione alla complessità e ai modi di affrontare l'intervento nella città (urbanistica), sia da parte dei successivi studiosi, sia considerando legislazioni e quant'altro dei vari stati, voglio ricordare che – non solo crocianamente – bisogna storicizzare. Occorre, cioè, contestualizzare cronologicamente le fonti – talora anche concettuali – che superficialmente possono o potrebbero risentire rispettivamente di 77 anni e di 65 anni di svolgimento di filologia (tanta) e di metodologia (mica tanta).
F.R. (28 febbraio 2018)

 

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