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domenica 4 febbraio 2018

Ragghianti, un libro del 2011 - Pieraccini 2

Di recente, a luglio, mi era stato chiesto di approfondire nella rivista “Luk” quanto pubblicato il 2.6.2017 nel post Ragghianti e Pieraccini – Arte e politica circa il rapporto tra queste due personalità con particolare riferimento allo statista. Rifiutai cortesemente l'invito un po' perché, per quel che mi riguardava, pensavo di aver esaurito l'argomento ed anche perché non volevo rattristare un uomo di 99 anni che stava per compierne cento: avrei dovuto, infatti, entrare inevitabilmente in giudizi di merito riduttivi, a meno di ricorrere all'adulazione, cosa che mi ripugna. Il testo che in questo post viene riportato, poi, è una testimonianza, un documento tale da non giustificare un articolo con considerazioni politiche e storiografiche a sé stanti.
Nei giorni scorsi finalmente cominciai a scorrere con attenzione un libro dal mio punto di vista iconograficamente appassionante perché illustrava tutte le incisioni della storica cartella Galleria Grafica Contemporanea. 50 incisioni originali di Maestri Italiani (1964, Edizioni il Bisonte, Firenze) alla realizzazione della quale – sia pur marginalmente – partecipai e che comunque è all'origine della mia personale passione per tutti i tipi di stampe, in bianco-nero particolarmente. Questo volume contiene anche quasi tutte le litografie a colori dall'esordio della Stamperia d'arte Il Bisonte, fondata e diretta da Maria Luigia Guaita amica dei genitori Ragghianti, staffetta partigiana, collega e compagna di missioni di Licia Collobi, mia madre.
Colgo a questo punto l'occasione per scusarmi dell'enorme ritardo con cui voglio ringraziare Alessandro Tosi, curatore, e i suoi collaboratori per il corretto e toccante, nonché efficace contributo che questo bel volume L'Arte del XX secolo. Carlo Ludovico Ragghianti e i segni della modernità (Edizioni ETS, Pisa 2011) concorre a consolidare la conoscenza dell'opera di mio padre. Come si suol dire, meglio tardi che mai, anche se non è scusa bastante l'essere all'epoca esasperato nei confronti degli ufficiali e ufficiosi detentori del “solido” lascito intellettuale e operativo dei coniugi Ragghianti; è scusante sufficiente, temo, il fatto che in certe situazioni sono lento come un bradipo, tant'è che c'è stato chi m'ha soprannominato “Diesel”.
Il libro si occupa anche del Gabinetto Disegni e Stampe dell'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università di Pisa e del contributo per il suo rilancio, intorno alla collazione Timpanaro, de “Il Bisonte” di Maria Luiga Guaita, il cui odierno direttore Rodolfo Ceccotti è presente nella riproduzione dell'incisione raffigurante Carlo L. Ragghianti, eseguita per ricordarlo subito dopo la sua morte (3 agosto 1987). Per completare questo post penso che, in relazione alla Cartella e al Gabinetto citati, risulti opportuno riprodurre il testo di Alessandro Tosi e quello di Gigetta Dalli Regoli perché illuminanti e 
complementari a definire la personalità di Ragghianti nei primi anni Sessanta del secolo scorso. Quest'opera, infine, contiene una serie di contributi di Paolo Riani, Susanna Caccia, Roberto Castiglia sulla Mostra “Le Corbusier” tenuta a Palazzo Strozzi nel 1963; di Pier Marco de Santi e Valentina La Salvia sul critofilm Michelangiolo (1964) e per ultimo il saggio di Emanuele Pellegrini (1954-1964: un decennio e due commissioni d'indagine per il patrimonio culturale) conclude adeguatamente il libro – dimenticavo di dirlo – concepito e realizzato nell'ambito delle celebrazioni del primo centenario dalla nascita di Carlo L. Ragghianti. Argomenti tutti di sicura attenzione e ripresa da parte di questo blog nel prossimo futuro.
Questa doverosa relazione dell'iniziativa pisana ci riporta a Giovanni Pieraccini in quanto al suo interno compare un testo – che ignoravo – intitolato La complessa goethiana personalità di Carlo Ludovico Ragghianti. Come già il titolo prefigura, si tratta di un ricordo rilevante e sincero; ed è anche importante testimonianza dell'effettivo rilievo che Ragghianti ebbe nella resistenza toscana e nel suo governo fattivo ed efficiente con progetti e proposte esemplari per il resto d'Italia, sia quella da liberare che quella liberata dove il governo alleato filomonarchico limitava questa rivoluzione democratica. Per non parlare poi, purtroppo, dei partiti politici risorti o nuovi già allora orientati ad una miope gestione del potere, concepito soprattutto quale tramite del proprio immediato vantaggio e con l'emergere di sconfortanti situazioni – oggi in pieno rigoglio – dove il guicciardiniano “particolare” sembra l'unico obiettivo da raggiungere.
In conclusione, qui di seguito riproduciamo le pagine di Pieraccini, che tra l'altro rammemora affettuosamente Maria Luigia Guaita; seguono poi le pagine di Alessandro Tosi e quelle di Gigetta Dalli Regoli con una testimonianza che tratteggia efficaci e centrati ritratti di artisti e cari amici come Farulli, Mattioli, Zancanaro ed altri gravitanti attorno alle iniziativa del Gabinetto Disegni e Stampe dell'Istituto di Storia dell'Arte, di cui delinea un affettuoso ricordo sul suo essere e sul suo sviluppo. Su questo specifico argomento non è escluso su questo blog un intervento con le osservazioni di C.L. Ragghianti.
F.R.
(20.10.2017)

P.S. - Dato che per le incisioni della Cartella "50 incisioni originali di Maestri Italiani" è previsto un apposito post, illustro questo intervento con litografie presenti nel Gabinetto Disegni e Stampe dell'Università di Pisa e stampate in quel periodo da "il Bisonte" di Maria Luigia Guaita, che - voglio ricordarlo - agli esordi dell'azienda fu assistita da Alfredo Righi e Pier Carlo Santini, soprattutto.











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