Di recente, a luglio, mi
era stato chiesto di approfondire nella rivista “Luk” quanto
pubblicato il 2.6.2017 nel post Ragghianti e Pieraccini – Arte e
politica circa il rapporto tra queste due personalità con
particolare riferimento allo statista. Rifiutai cortesemente l'invito
un po' perché, per quel che mi riguardava, pensavo di aver esaurito
l'argomento ed anche perché non volevo rattristare un uomo di 99
anni che stava per compierne cento: avrei dovuto, infatti, entrare
inevitabilmente in giudizi di merito riduttivi, a meno di ricorrere
all'adulazione, cosa che mi ripugna. Il testo che in questo post
viene riportato, poi, è una testimonianza, un documento tale da non
giustificare un articolo con considerazioni politiche e
storiografiche a sé stanti.
Nei giorni scorsi
finalmente cominciai a scorrere con attenzione un libro dal mio punto
di vista iconograficamente appassionante perché illustrava tutte le
incisioni della storica cartella Galleria Grafica Contemporanea.
50 incisioni originali di Maestri Italiani (1964, Edizioni il
Bisonte, Firenze) alla realizzazione della quale – sia pur
marginalmente – partecipai e che comunque è all'origine della mia
personale passione per tutti i tipi di stampe, in bianco-nero
particolarmente. Questo volume contiene anche quasi tutte le
litografie a colori dall'esordio della Stamperia d'arte Il Bisonte,
fondata e diretta da Maria Luigia Guaita amica dei genitori
Ragghianti, staffetta partigiana, collega e compagna di missioni di
Licia Collobi, mia madre.
Colgo a questo punto
l'occasione per scusarmi dell'enorme ritardo con cui voglio
ringraziare Alessandro Tosi, curatore, e i suoi collaboratori per il
corretto e toccante, nonché efficace contributo che questo bel
volume L'Arte del XX secolo. Carlo Ludovico Ragghianti e i segni
della modernità (Edizioni ETS, Pisa 2011) concorre a consolidare
la conoscenza dell'opera di mio padre. Come si suol dire, meglio
tardi che mai, anche se non è scusa bastante l'essere all'epoca
esasperato nei confronti degli ufficiali e ufficiosi detentori del
“solido” lascito intellettuale e operativo dei coniugi
Ragghianti; è scusante sufficiente, temo, il fatto che in certe
situazioni sono lento come un bradipo, tant'è che c'è stato chi
m'ha soprannominato “Diesel”.
Il libro si occupa anche
del Gabinetto Disegni e Stampe dell'Istituto di Storia dell'Arte
dell'Università di Pisa e del contributo per il suo rilancio,
intorno alla collazione Timpanaro, de “Il Bisonte” di Maria Luiga
Guaita, il cui odierno direttore Rodolfo Ceccotti è presente nella
riproduzione dell'incisione raffigurante Carlo L. Ragghianti,
eseguita per ricordarlo subito dopo la sua morte (3 agosto 1987). Per completare questo post penso che, in relazione alla Cartella e al Gabinetto citati, risulti opportuno riprodurre il testo di Alessandro Tosi e quello di Gigetta Dalli Regoli perché illuminanti e
complementari a definire la personalità di Ragghianti nei primi anni Sessanta del secolo scorso. Quest'opera, infine, contiene una serie di contributi di
Paolo Riani, Susanna Caccia, Roberto Castiglia sulla Mostra “Le
Corbusier” tenuta a Palazzo Strozzi nel 1963; di Pier Marco de
Santi e Valentina La Salvia sul critofilm Michelangiolo (1964) e per
ultimo il saggio di Emanuele Pellegrini (1954-1964: un decennio e
due commissioni d'indagine per il patrimonio culturale) conclude
adeguatamente il libro – dimenticavo di dirlo – concepito e
realizzato nell'ambito delle celebrazioni del primo centenario dalla
nascita di Carlo L. Ragghianti. Argomenti tutti di sicura attenzione
e ripresa da parte di questo blog nel prossimo futuro.
Questa doverosa relazione
dell'iniziativa pisana ci riporta a Giovanni Pieraccini in quanto al
suo interno compare un testo – che ignoravo – intitolato La
complessa goethiana personalità di Carlo Ludovico Ragghianti.
Come già il titolo prefigura, si tratta di un ricordo rilevante e
sincero; ed è anche importante testimonianza dell'effettivo rilievo
che Ragghianti ebbe nella resistenza toscana e nel suo governo
fattivo ed efficiente con progetti e proposte esemplari per il resto
d'Italia, sia quella da liberare che quella liberata dove il governo
alleato filomonarchico limitava questa rivoluzione democratica. Per
non parlare poi, purtroppo, dei partiti politici risorti o nuovi già
allora orientati ad una miope gestione del potere, concepito
soprattutto quale tramite del proprio immediato vantaggio e con
l'emergere di sconfortanti situazioni – oggi in pieno rigoglio –
dove il guicciardiniano “particolare” sembra l'unico obiettivo da
raggiungere.
In conclusione, qui di
seguito riproduciamo le pagine di Pieraccini, che tra l'altro
rammemora affettuosamente Maria Luigia Guaita; seguono poi le pagine
di Alessandro Tosi e quelle di Gigetta Dalli Regoli con una
testimonianza che tratteggia efficaci e centrati ritratti di artisti e cari amici come Farulli, Mattioli, Zancanaro ed altri gravitanti attorno alle
iniziativa del Gabinetto Disegni e Stampe dell'Istituto di Storia
dell'Arte, di cui delinea un affettuoso ricordo sul suo essere e sul suo sviluppo. Su questo specifico argomento non è escluso su questo
blog un intervento con le osservazioni di C.L. Ragghianti.
F.R.
(20.10.2017)
P.S. - Dato che per le incisioni della Cartella "50 incisioni originali di Maestri Italiani" è previsto un apposito post, illustro questo intervento con litografie presenti nel Gabinetto Disegni e Stampe dell'Università di Pisa e stampate in quel periodo da "il Bisonte" di Maria Luigia Guaita, che - voglio ricordarlo - agli esordi dell'azienda fu assistita da Alfredo Righi e Pier Carlo Santini, soprattutto.
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