In
precedenza C.L. Ragghianti, come ricorda anche nella sua postilla qui
sopra riportata, aveva pubblicato in “SeleArte” (fasc. n. 26) la
recensione al Manuel d'Archéologie musulmane (1926 e 1954),
ricordato sommariamente opera “ormai di consultazione”, mentre le due pagine che seguono argomentano l'importanza dell'opera, che mi sento di definire tutt'ora valida.
Nota aggiuntiva – Dal momento che stiamo vivendo, e patendo, una guerra non convenzionale e certamente intercontinentale, è bene ricordare ancora una volta che questo conflitto avviene per colpa di minoranze regredite allo stato ferino a causa di aberranti interpretazioni di testi e dati già accertati, concreti e storicizzati. Occorre poi considerare che non tutta l'umanità è imbarbarita, che Isis e Al Qaeda da una parte, i rigurgiti nazifascisti e i suprematisti razziali dall'altra rappresentano l'eterno cancro che corrode le nostre umane società ovunque e anche, nonostante tutto, che esse sono sempre riuscite a sconfiggere le mostruosità degenerative. E se l'umanità non è mai stata capace di eliminare questi virus del tutto, essa si comporta come il singolo individuo che non si risana mai completamente dopo una grave aggressione di batteri, virus o cellule impazzite e cancerose,
però guarisce e vive. E' opportuno dunque ricordare che la civiltà scaturita dalla predicazione di Maometto ha creato, non soltanto in campo artistico, grandi e benefici contributi e progresso per l'intera specie (cito soltanto i numeri arabi adottati universalmente).
Concludendo, la precedente dotta esposizione dello studioso francese è ancor oggi non solo utile per la conoscenza dell'arte islamica, ma conferma che gli argomenti creativi, disinteressati dell'utile immediato, sono il ponte più convincente e praticabile per la reciproca comprensione di civiltà e società differenti nel loro svolgimento storico ma convergenti perché per la loro comune umanità sono sostanzialmente universali.
Concludendo, la precedente dotta esposizione dello studioso francese è ancor oggi non solo utile per la conoscenza dell'arte islamica, ma conferma che gli argomenti creativi, disinteressati dell'utile immediato, sono il ponte più convincente e praticabile per la reciproca comprensione di civiltà e società differenti nel loro svolgimento storico ma convergenti perché per la loro comune umanità sono sostanzialmente universali.
F.R. (15.12.2017)
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