Opportunamente
in questo mese di Dicembre si è svolto il giorno 14 a Lucca –
presso la Fondazione Ragghianti – e il giorno 15 a Pisa – presso
l'Auditorium dell'Università – il Convegno “Carlo Ludovico
Ragghianti e l'Arte in Italia tra le due guerre”. Con l'intento da
parte dei due Enti organizzatori, dichiarato nel proposito “di
tornare a riflettere sulle scelte operate da Ragghianti e
sull'importanza del suo approccio nella revisione di un preciso
momento storico-artistico. Partendo dalle partecipazioni alla mostra,
il panorama si amplia ai rapporti intercorsi tra Ragghianti e gli
artisti per sottolineare l'importanza di integrare la visione storica
dominante con la lezione fornita dalle singole personalità
artistiche”.
Un programma
davvero interessante e stimolante per questo convegno, di cui è
prevista la pubblicazione di numerosi contributi degli studiosi
partecipanti. Di questi interventi daremo un esauriente rendiconto
non appena disporremo della documentazione inerente.
Anche questo
blog voleva da tempo e, data l'occasione, ora vuole ricordare questa
nota ed importante manifestazione. Essa fu ideata da Carlo L.
Ragghianti e riuscì ad individuare e o a rivalutare la creatività
di tanti artisti italiani in parte già attivi o che iniziarono in
quel periodo ad esprimersi in maniera originale, nonostante le
opprimenti indicazioni e talora direttive del Partito Fascista e del
Minculpop.
Questa
Mostra che contrassegnò l'anno successivo l'Alluvione e simboleggiò
di fatto anche la ripresa culturale, la risorta presenza di Firenze
nel mondo dove era osservata e considerata e che già da almeno sei
secoli costituiva una culla, un faro, un simbolo della civiltà
artistica. Perciò per rimarcare, almeno emblematicamente, il
cinquantenario della Manifestazione in questo primo post si ricordano
i dati organizzativi e connotativi della mostra ed insieme si
pubblica la Presentazione di Carlo L. Ragghianti, un
importante testo inatteso e complesso che indica le linee guida degli
interventi e delle concrete presenze degli artisti con 2108 opere di
primo piano documentate in catalogo, praticamente tutte esposte nello
storico Palazzo dal piano sotto tetto al piano terreno, cortile
compreso (non le cantine ancora semi allagate e gravemente
danneggiate come la sede espositiva de “La Strozzina”).
Purtroppo non restano (o non mi sono note) che poche immagini dell'allestimento, tutto sommato riuscito, a tratti anche elegante, nonostante la cospicua ristrettezza delle risorse a disposizione (la voce Assicurazioni aveva assorbito più del previsto le già magre disponibilità e Ragghianti non voleva deficit, così come il benemerito avvocato Torricelli, per non dare aditi impropri alle critiche dei preconcetti detrattori politici e culturali, che comunque ci furono, così come sempre ci sono per eventi fuori dal coro). Bravissimo
fu Emanuele Marcelli, un collaborativo signor nessuno architetto
comandato del Comune di Firenze il quale – con il plauso di mio
padre e il corruccio dei superiori – riuscì a chiudere con
vetreria standard Saint-Gobin l'imponente loggiato rettangolare del
secondo piano di Palazzo Strozzi, rendendolo idoneo persino
all'esposizione di opere di pittura. Ricordo, poi, con una certa
nostalgia e commozione l'enorme “sfaticata” effettuata nei tre
giorni precedenti l'inaugurazione, durante i quali alcuni volontari
come me e alcuni volenterosi allievi pisani del babbo (rammento in
particolare Antonino Caleca, attivissimo e competente) assieme a
poche ma fidate maestranze delle consuete e benemerite ditte
abituali, lavorando anche di notte – la mattina dell'apertura della
mostra l'ultimo chiodo fu martellato (ero presente e lo notai) dopo
le 10 e mezzo, alle 11 avvenne l'inaugurazione ufficiale –
consentirono un risultato piuttosto apprezzabile anche sul piano
museografico.
Nei
successivi post riguardanti Arte in Italia 1915-1935,
nell'impossibilità di riprodurre l'intero Catalogo, riproporremo le
schede stilate da C.L. Ragghianti con la illustrazione delle opere
d'arte pertinenti talvolta con l'integrazione di altre e immagini e
testi di Ragghianti. Seguiranno le schede a firma redazionale scritte
praticamente tutte da mio padre, come dimostrano anche i superstiti
originali dattiloscritti.
Francesco
Ragghianti (23 dic. 2017)
P.S. - Non è
da escludere che dalla rivisitazione delle carte d'Archivio si
possono configurare ulteriori post riguardanti la ideazione, la
gestazione e la realizzazione del progetto Arte in Italia
1915-1935 da pubblicare assieme a materiali al momento da
controllare e quasi certamente inediti.
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